Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

addetto alla manutenzione dei telefoni in• terni dell'ergastolo, Nunzio Badalamenti, uno dei luogotenenti della "banda Giuliano", Giuseppe Gulino, da 26 anni a Santo Stefano, Rosario Monteleone e tanti altri che, co1 i loro delitti, turbarono profondamente la coscienza della pubblica opinione? Verranno gradualmente tradotti - ci ha dichiarato il direttore generale - a Pianosa, l'isola dell'arcipelago toscano, a breve distanza dall'Elba, che, sia per il clima, sia per i col!egamenti e le possibilità di lavoro esistenti è completamente diversa da quella di Santo Stefano. A Pianosa, oggi, vi sono un convalescenziario per i detenuti dimessi dai tubercolosari e una sezione di casa penale. Verrà creata una nuova sezione per l'ergastolo ordinario. La popolazione oarceraria di Pianosa, pertanto, ascenderà, dal febbraio prossimo, a 700 detenuti, i quali avranno a disposizione un complesso di edifici funzionali e moderni oltre ad attrezzature ricreative tali da consentire una più rapida e più proficua azione di rieducazione. Anche padre Arcangelo seguirà i suoi ergastolani a Pianosa. E' da 25 anni che questo religioso, cappellano dei campi di concentramento prima, delle oarceri giudiziarie e di Santo Stefano dopo, è a diretto contatto con la sofferenza, con il dolore, con il pentimento, con la redenzione. Nei congressi internazionali è il battagliero sostenitore dell'attenuazione della pena, ha promosso centinaia di appelli a ministri e a parlamentari, appelli rimasti inascoltati perchè gli ergastolani non hanno diritto al voto. Padre Arcangelo si è anche improvvisato maestro di musica e molti reclusi hanno imparato a suonare fisarmonica, tromba, òboe, clarino; d'accordo con il direttore del penitenziario, sceglie i programmi televisivi: purtroppo la TV, nell'ora di svago consentita dal secolamento, trasmette il più delle volte il programma dei bambini. Ma fa lo stesso! Gli ergastolani - come tante educande - si commuovono e si divertono alla avventure di Braccobaldo e di Yoghi. Che ne sarà allora, di questo isolotto sul quale "il vento ti molesta, il sole ti brucia, la pioggia ti contrista dovunque e tutto quel che vedi o che odi ti addolora"? Che fine farà questo scoglio, dal quale non si vede che il mare "e il cielo e le isole lontane e il continente ancora più lontano a cui vanamente il misero sospira"? Quale trasformazione subirà questo luogo di espia• zione, indimenticabile non soltanto ai condannati comuni, ma anche a quelli politici che vi trascorsero lunghi anni, come gli onorevoli Pertini, Scoccimarro, Luigi Longo, Terracini, Camilla Ravea e Li Causi? Chi utilizzerà più quegli 800 litri di vino dell'avaro vigneto? Dal 1.o febbraio prossimo, Santo Stefano tornerà al dott. Aurelio Taliercio, medico oculista di Napoli, legittimo proprietario, dal quale l'amministrazione della giustizia l'aveva presa in affitto, pagando un canone di un milione e 450 mila lire all'anno. Il dottor Taliercio è, infatti, l'erede dei signori Francesco e Nicola ValJinotto ai quali Re Ferdinando II concesse in enfiteusi perpetua l'isolotto di Santo Stefano con regolare contratto stipulato il 10 ottobre 1840. La somma che i ValJinotto sborsarono fu di 345 ducati, oltre naturalmente le spese del rogito notarile e della sua registrazione, divenendo praticamente cosi i proprietari di quei 25 ettari che costituiscono !o scoglio di Santo Stefano, compresi i 2705 mq. del!o edificio carcerario che rimane, però, di esclusiva proprietà demaniale. Re Ferdinando, con lo stesso contratto, mise a disposizione dei Vallinotto 15 detenuti per i lavori agricoli, concesse l'autorizzazione ad allevare, nell'isola stessa, non più di sei capre e due vaccine, vietò ogni attività venatoria, ad eccezione del periodo del "passo" delle quaglie, e diede agli enfiteuti il "vantaggio dell'immondezza", cioè, la possibilità di utilizzare i rifiuti della casa di pena. Nel 1866, lo stesso Vittorio Emanuele II ratificò il vecchio contratto borbonico, senza nulla togliere e nulla aggiungere. Deceduti i signori Vallinotto, attraverso vari diritti di successione, si è giunti all'oculista napoletano. Quale sarà, poi, la sua destinazione, dopo il trasferimento del penitenziario, sembra, ad oggi, impossibile prevedere. Tuttavia, nel caso di una sua utilizzazione turistica, occorrerà necessariamente spendere qualche centinaio di milioni: è indispensabile, infatti, provvedere alla costruzione di un molo per rendere sicuro lo sbarco, di una teleferica e di strade. Ma, se per soddisfare tali esigenze basterà risolvere un problema di investimento di capitali, non si vede la possibilità di eliminare il fastidio del vento, che per quasi tutto l'anno imperversa sull'isola: Vento-tene, l'isola che tie11,e il vento, la ventosa, in somma, scrive CONTROCORRENTE - Bos/Jon, Spring 1966 31

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