Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mille: Street, Boston, Mass. 02109 CONTROCORRENTEls publlshtd quart,,ly. Mali addms: 157 Mlik SL, Boston, Aldino Follcanl, Editor and Publishtr. 0fflct -' publlcatlon 157 Mlik Stre<t, Boston, Mass. 02109. S<cond-class mali prlvlieges authorlzod at Boston, Mass. Subsa-iptlon U a jW,r. Voi. 22-No. 3-(New Serles #49) BOSTON, MASS. Spring 1966 Panorama . americano VietNamQ: uestioneMorale Politica Molto sovente la tragica situazione dei rapporti fra gli Stati Uniti e le popolazioni dell'Asia meridionale viene valutata in termini di potenza militare. Qualche voce di esperto militare, è vero, si solleva talora a mettere in guardia l'opinione pubblica contro i pericoli di una campagna combattuta su un terreno molto aspro, con problemi logistici di difficoltà estenuante, fatalmente molt;plicati da ogni incremento nelle forze impegnate. Ma ciò sta diventando ogni giorno più raro, e anche coloro che finora prospettavano una campagna militare nelle giungle e nelle paludi della Indocina come una pericolosa trappola per l'esercito americano ora si limitano a consigliare prudenza, pressati come sono da considerazioni di prestigio e di convenienza politica immediata. D'altra parte gli argomenti di coloro che sostengono un atteggiamento di intransigenza e di incrementata azione militare sono presentati con insistenza. Non c'è dubbio alcuno che al giorno d'oggi gli Stati Uniti dispongono della più formidabile potenza militare che mai sia apparsa sulla terra. La ricchezza di mezzi ,be!lici, capaci di provvedere un volwne di fuoco per unità combattente di gran lunga superiore a quello di qualsiasi altra nazione, la estrema mobilità concessa da mezzi meccanici vasti ed efficienti, l'appoggio di basi sicure in vicinanza della costa asiatica, di flotte aeree e navali che sfidano ogni confronto, la minaccia di un arsenale di armi atomiche superiore ad ogni altro esistente possono fare apparire ragionevole la speranza che, anche se con! frontato dalla superiorità della Cina, l'esercito americano potrebbe immobilizzarne le orde, se la situazione peggiorasse al punto in cui l'apertura delle ostilità fra gli Stati Uniti e la Cina diventasse inevitabile. Se questa speranza sia veramente ragionevole, se, più ancora, il gigantesco conflitto che ne risulterebbe ,potrebbe mai essere composto senza la materiale occupazione di un vasti~simo t'erritorio nemic,o, eventualità che nessuno considera possibile, sono questioni a cui noi non possiamo rispondere. Ma, se pure il problema in termini puramente militari potesse essere risolto in modo favorevole per gli Stati Uniti, c'è un altro aspetto della questione che viene sorvolato da chi si limita a considerarne unicamente gli aspetti militari. Difatti il punto di vista morale e quello politico, quello della giustificazione della richiesta del sacrificio di decine di migliaia, molto probabilmente di centinaia di migliaia, e forse anche assai di più vite umane. quello del prospetto della finale composizione e pacificazione del conflitto vengono oscurati. La civiltà che noi chiamiamo occidentale è basata, fra gli altri, su un principio ai preminente validità: il rispetto della vita umana, dono prezioso e insostituibile. Parallelamente ·a questo, e appena di poco meno essenziale, è ritenuta fondamentale la necessità che l'ordinamento sociale garantisca ad ogni individuo la possibilità di sviluppare la sua personalità in libertà, di

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