Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

cessa $1 prescrisse al disertore l'obbligo di presentarsi dentro un dato tempo. Cipriani non comparve. Quindi non fu possibile applicare l'amnistia a suo vantaggio. Amilcare Cipriani disertò nel 1862 mentre si trovava di guardia al Palazzo Reale di Palermo per seguire Garibaldi ad Aspromonte. Allora egli fu condannato in contumacia a quattro anni di reclusione per questo reato. La Riforma dice che i deputati romagnoli non avevano parlato al Ministero di questa condanna. Ora si dovrà fare il giudizio. Ii Mini:stero ha ordinato che il Cipriani sia tradotto a Palermo, dove il Tribunale militare rinnoverà il giudizio fatto in contumacia nel 1866. Ii processo si farà torse fra giorni. Si crede intanto che nel caso di una nuova condanna seguirebbe una nuova grazia reale. • • • Mentre scriviamo, Il processo si sta svolgendo e non è facile il prevederne i risultati, per quanto, invece, sia ben certo che, in caso di condanna, Cipriani verrà nuovamente graziato. Comunque non riuscirà senza interesse la seguente lettera pubblicata ieri l'altro dal signor Alessandro Dini, ex-capitano garibaldino. Egli diceva: "Leggo nei giornali che Amilcare Cipriani verrà tradotto a Palermo, dovendo rispondere, avanti a quel tribunale militare, del reato di di'serzione avvenuto nel 1862 per recarsi con Garibaldi a prender parte, il 29 agosto 1862, al combattimento di Aspromonte. "Io pure, in quell'anno, in quella stessa circostanza e per lo stesso scopo, disertai dal 32.o reggimento fanteria e fui poscia condannato dal tribunale militare di Palermo alla galera a vita. "Ricordo benissimo che il Cipriani era con noi e ne potrei fare ampia dichiarazione. "Fummo graziati il 14 marzo del 1865 e ci furono mantenuti tutti i diritti civili, politici e militari. "In questi giorni ho scritto al Cipriani perchè si valga nel nuovo processo, ove lo creda opportuno, della mia testimonianza. "Mi creda. Suo devotissimo DINI ALESSANDRO ex-capitano". ••• L'abbiamo visto ieri in ufficio: è uomo alto, un po' magro, bruno e con una. lieve tinta epatica nel volto. Ha una bella :figura; capelli alla nazzarena, fronte pensosa, occhi animati da una schietta espressione di bontà; naso aquilino; una bella <barba nera, rigata da qualche filo d'argento. Si vede l'uomo sul quale è passata una grande bufera, e specialmente l'esilità del collo sembra tradire in lui gli stenti patl':i e l'abbattimento che tuttora lo affligge. Però nel suo aspetto calmo, sereno, oot·· ridente, si respira quasi, diremo cosl, essendogli vicini, quella fermezza, quella forza di carattere, della quale egli ha dato si grandi pr,ove. Ed è forse a questa grande forza di carattere che Cipriani deve il conforto di aver sopravvissuto alla lunga ed aspra prigionia. Tuttavia forte di corpo, egli si sarebbe spezzato sotto lo schianto del suo destino, • se la fierezza dello spirito non lo avesse sostenuto. In complesso, egli sta bene e nella sua salute non si rivela alcun sintomo allarmante. Tutto quindi persuade ch'egli, solcherà ancora a lungo, proficuamente per lui e per gli altri, il mare burrascoso della vita. • • • Ormai sono noti a tutti i particolari del processo, note altresl le accoglienze fatte a Cipriani in Milano, con tutti gli episodi all'una cosa e all'altra relativi. Per non ripetere quindi dei fatti che la voce pubblica, ancora più dei giornali, ha già fatto conoscere, ci limitiamo a riprodurre il testo della sentenza pronunziata venerdl dal Tribunale militare. "Ritenuto che si riscontrano tutti gli estremi della diserzione qualificata, non potendo ammettersi la mancanza di dolo, il Codice militare prescrivendo che la forza a cui non si può resistere sia fisica e materiale; "Ritengo che, ammessa la colpabilità, si debba ricercare se la pena debba intendersi assorbita da quella già imposta dalle Assise di Ancona. "Ritenuto a questo riguardo che per di· sposlzloni dell'art. 46, dopo la succitata sentenza di condanna a vent'anni di lavori forzati doveva il Cipriani essere tosto giudicato per la incorsa diserzione e punito coll'aumentare proporzionatamente la pena già 1nmtta; CONTROCORRENTE - Boston, Sprmg 1966

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