Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

ben ricordato a Padova, se ne venne un giorno a pranzare a casa nostra per presentarci la fidanzata. Mamma pose i due a tavola, l'uno presso all'altro, ma la poveretta posta alla sinistra del prossimo marito, dovette !are sforzi acrobatici per poter mangiare e trinciare la porzione di arrosto che le spettava, da che lui mangiava a destra con la mano destra, ma la poveretta non aveva libera che la sinistra; l'altra imprigionata dalla stretta dell'avvocato, che mai ebbe a difendere una miglior causa. Era lussuria? Forse ne era il primo gradino, ma di sicuro le due mani congiunte non stavano in quel momento creando alcun futuro erede. Mille e mille sono gli altri possibili conNel Vietnam La guerra nel Vietnam continua con più ferocia di prima e si ingigantisce sempre più paurosamente. Cosi da poche migliaia di soldati andati a Saigon per dare consigli e istruzioni. .. alle truppe del Vietnam del sud, in meno di un anno vi è stato trasportato un contingente di 165 mila uomini potentemente armati ed equipaggiati, e la guerra che tutti credevano fosse solo fatta di parole, di ammonimenti e di insulti verbali, oggi si è trasformata in una vera e propria carneficina di proporzioni inaspettate e preoccupanti, con conseguenze distruttive formidabili e con un futuro che pochi possono chiaramente intravedere. Mentre il governo americano continua affannosamente a dichiarare a ogni piè sospinto che è disposto a trattare "incondizionatamente" ovunque e con chiunque pe~ negoziare la fine di quest'altra carneficina. e mentre in tutte le principali cancellerie del mondo si hanno incontri e si !anno ap• procci per trovare la via come porre termine a questo conflitto, prima che sia troppo tardi, la guerra sta raggiungendo sempre più distruttive e disastrose proporzioni. Nel campo avverso, queste voci non fanno eco. E' come parlru·e nel deserto. La Russia e la Cina impegnate come sono a daN aiuti al Vietnam del nord, condividono le uniche condizioni richieste da Hanoi, quelle di cessare gli attacchi e il ritiro completo delle truppe americane dal Vietnam. A Washington si è ripetutamente parlato di non voler estendere la guerra e di voler discutere "senza riserve" ma i !atti stann.:, tatti, innocenti di maggiore responsabilità: quanto danno scintille e luci il congiungersi di due correnti elettriche di segno contrario, divenute queste il nostro pane quotidiano in una lampadina elettrica, o vuoi al neon, o vuoi con un bacio. Quando noi vecchi pensiamo alla vita dura, ingrata, vera condanna che ci è capitata in sorte, in quanto siamo vissuti all'epoca degli amori, prima delle deliberazioni del nuovo Concilio, come non sentirsi invidiosi dei mille e mille nuovi nati che avranno modo di acquietare in un primo tempo l'istinto avuto loro malgrado coi cromosoni paterni, poi di agire secondo ragione, questa affinata dalla !atta esperienza. L'evoluzione continua. Domenico Pastorello dimostrando che la guerra proseguirà e chissà che non finiranno pure le riserve. E tanto perch/> la volontà di porre fine a questa nuova carneficina, sono lontanissime, si preconizza che fra non molto gli S. U. avranno nel Vietnam 300 mila uomini. Il senatore democratico Richard B. Russell chairman del comitato per i servizi armati, ha candidamente predetto che nei prossimi mesi, il numero dei richiamati sarà aumentato, che la guerra sarà più cruciale, e che il costo di questa impresa verrà a costare agli S.U. miliardi di dollari all'anno. E il ministro della guerra, recentemente ritornato da una visita nel Vietnam, ha dichiarato che gli "Stati Uniti hanno smesso di perdere la guerra", che saranno inviate altre truppe e mezzi per fronteggiare la situazione, e che "sarà una lunga guerra". Tutto questo mentre il Vice President" Hubert H. Humphrey, nel discorso di apertura della conferenza sulla cooperazione internazionale, ha proposto che le Nazioni Unite prendano in esame il progetto per la costituzione di una forza di pace permanente. A tanto ha !atto eco il presidente Johnson in un messaggio inviato alla stess:i conferenza che dice: "E' mia ferma determinazione che gli Stati Uniti debbano impiegare le loro migliori risorse allo scopo di ottenere una nuova era di cooperazione mondiale e che gli Stati Uniti continueranno nei loro sforzi per combattere i pericoli di una guerra, per scoprire sempre nuove vie verso una pace lunga e durature". Cosi si esprime la diplomazia del dollaro. Bolero CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966

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