verità rilevata - non sperimentata - si snodano tllosofie e teologie che, mettendo insieme argomentazioni rpiù o meno logiche, s'illudono di aver risolto il problema wnano e cosmico. Ma, come giustamente osserva Charles Leopold Mayer: "toute philosophie, pour etre valable, doit emaner de la recherche scientifique en employer !es mèthodes. L'esprit nous serve à apprendre !es faits, à !es comprendre, à tirer !es consequences, mais l'eprit qui ne se nourrit que de luimeme, qui ne controle pas ses dècouvertes par l'èxperience, devient vite prisonnler de ses mlrages, il se crèe une pseudo-vèritè dont !es fondements sont illusoires", ("La sensation crèe la vie"; Paris, 1960, pag. 158). Non si potrebbe descrivere con maggior precisione il metodo teologico della conoscenza. Infatti cosi continua il Tarragona: "San Tommaso d'Aquino è il dotto che sa tutto senza mai aver osservato '11Ulla della natura, il teologo che discute con disinvoltura sulla costituzione dei corpi nell'inferno e ignora quasi completamente come sono fatti i corpi sopra la terra" (op. cit. pag. 5). Eppure, ricorda il nostro autore, Leone XIII lo proclamò "maestro del pensiero moderno"! (op. cit. pag. 63. Ma anche quando il pensiero scientifico progredisce, la chiesa - tutte le chiese - si mostrano contrarie al metodo sperimentale. "Questo pazzo", scrive Lutero parlando di Copernico, "vuol mettere sottosopra l'intera scienza della astronomia, ma le Sacre Scritture ci dicono che Giosuè comandò al sole di fermarsi, non alla terra". E Calvino: "Chi oserà porre l'autorità di Copernico al disopra di quella dello Spirito Santo?", (op. cit. pag. 9). E la chiesa cattolica condannò Galilei, il quale tuttavia, a proposito di certe conclusioni dedotte dalle sue scoperte, confessava: "sebbene io pensi che esse siaif'o appoggiate su dimostrazioni scientifiche certissime ed evidentissime non vorrei per nulla al mondo sostenerle contro l'autorità della chiesa", (op. cit, pag. 45). Naturalmente opponendosi alla ricerca sperimentale la chiesa compie la necessaria e disperata difesa di se stessa. Quanto durerebbero tutte le sue costruzioni, anche se dichiarate infallibili, quel giorno in cui si applicasse il metodo sperimentale ai dogmi, si sottoponesse alla prova dei fatti l'esistenza di Dio, l'inferno, il paradiso e tutte le altre affermazioni del "credo"? La chiesa è ben consapevole che basta,smuovere un solo mattone dell'edificio per provocarne il crollo. Ernest Renan parlando delle sue cr1s1 di dubbio che dovevano condurlo fuori delle mura del seminario affenna: "je voyais parfaitement que ces messieurs de Saint Sulplce avaient parfaitement raison de ne pas faire des concessions, puisqu'un seul aveu d'erreur ruin l'edifice de la veriti; absohte et la ravale au rang des autoritèe humaines (. .. ) Or on n'est pas catholiques si !'on. ècarte sur un seul de ces poin ts de la thèse tradl tionelle", ("Souvenir d'enfance et de jeunesse"; Paris, pag. 212). Ma questa "forma mentis", costruita educando l'uomo a far a meno della prova sperimentale, tocca anche il campo etico. Si hanno cosi vere e proprie falsificazioni e defonm1zioni dei fatti, che costituiscono un fatto di disonestà intellettuaìe e morale. "Lo storico cristiano Eusebio confessa. candidamente ch'egli tirasformava i fatti tutte le volte che potevano servire alla buona causa", (op. cit. pag. 4). L'opuscolo del Tarragona è, nella sua brevità, ricco di documentazioni, come quelle citate, dimostranti vasta conoscenza dell'argomento, e costituiscono uno studio del problema limpido, intelligente, coraggioso. Non ci sentiamo però di condividerne la conclusione ottimistica circa una presunta capitolazione della chiesa di fronte alla scienza. Poche sono le persone che giungono a quel grado di maturità spirituale che fa sentire imperiosamente necessaria l'esortazione di Ruggero Bacone: "Esperimentate, esperimentate"! E sull'altra maggioranza che si fonda il potere della chiesa: su quelli che sono disposti a credere anche le cose più incredibili, ad accettare senza prova le affermazioni altrui, a trovare un accomodamento anche ai contrasti più stridenti. In Italia specialmente la lotta per il laicismo ha ancora un lungo cammino da compiere. Emilia Renst Pier Tarragona: "Il Progresso della scienza e a chiesa di Roma" - Ragusa, Editrice "La Fiaccola", 1964. L. 150. 20 CONTROCORRENTE -'- Boston, Spring 1966
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==