socialista Od altro) che si oppone o potrebbe opporsi all'esercito italiano e ai padroni italiani e ai loro alleati. In una eventuale guerra mi rifiuterei di combattere sia per l'uno che per l'altro dei contendenti (che presumibilmente sarebbero un blocco di potenze "occidentali" ed un blocco di potenze "orientali"). So benissimo, come in fondo sanno o sentono tutti, che non combatterei per una "patria" o per dei "valori", ma per degli interessi contrapposti (una classe dirigente contro un'altra, un sistema di oppressione e di sfruttamento del lavoro umano contro un altro sistema di sfruttamento e di oppressione) per nessuno del quali mi sento di simpatizzare e tanto meno di uccidere e di farmi uccidere. Mi rifiuto di commettere e di prepararmi a commettere indegne ed insensate violenze su ordinazione. Voglio testimoniare pubblicamente che non mi inganna e che vorrei non ingannasse più nessuno questa colossale e e dispendiosissima e atroce mistificazione della "patria armata". L'esercito poi, oltre ad essere uno strumento di guerra, è anche un apparato educativo (o meglio, diseducativo) con la funzione di integrare psicologicamente i cittadini in un ordine sociale autoritario, gerarchico, violento, oppressivo, di addeRecensioni strarli al comando ed alla stolida obbedienza, al privilegio ed alla rassegnazione, mediante l'abitudine ad un rigido sistema disciplinare, a sistematiche umiliazioni subite o inflitte, piccole brutalità, ordini ottusi, attività inutili, repressione sessuale, ferreo formalismo, ecc. E' una specie di severo collegio, obbligatorio per tutti, che, anche se in parte sorpassato dai nuovi sistemi di intruppamento psicologico, dalle nuove forme più sottili e all'apparenza più democratiche di controllo delle "masse", ancora svolge tuttavia un indubbio e notevole ruolo nel condizionamento degli individui a schemi di vita sado-masochistlcl. Ci sarà sicuramente chi pontificherà che la rivolta individuale, Il rifiuto dell'individuo è sterile. Io non lo credo. Credo invece che proprio nel risveglio della coscienza critica dell'individuo, nella scoperta che è in suo potere di accettare o no certe cose, nella decisione dell'Individuo, di tutti gli individui di non riconoscere più a nessuno il diritto di disporre della loro vita e della loro morte, in questo sta l'unica possibilità di uscire dal vicolo cieco di ,·iolenza e di ingiustizia In cui si sono cacciati gli uomini, lasciandosi legare mani e piedi a mastOdontici meccanismi di potere che sfuggono al loro controllo. Ivo Della Savia Il problemdaell'esperienezala chiesa Importante studio questo, di Pier Tarragona, "Il progresso della scienza e la chiesa di Roma", sopratutto perchè mette in luce l'influenza funesta esercitata dalla chiesa a danno della conoscenza. Sebbene ora la chiesa si sforzi di mostrare interesse per tutte le scoperte scientifiche e cerchi di tenersi alla pari con il cammino del sapere, solo per adeguarsi ai tempi, per non lasciare nelle mani di coloro che considera nemici delle armi di cui ignora l'uso. Diverso atteggiamento tenne nel passato, quando il suo dominio spirituale era incontrastato, e questa specie di accordo non era, perciò, ritenuto nè utile nè necessario. Il nostro autore cita S. Ambrogio: "Discutere sulla natura e sulla posizione della terra non ci aiuta a sperare nella vita fu tura (. .. ) Dedicarsi all'tastroltomia e alla geometria, seguire il corso del sole tra le stelle, fare del rilievi cartografici di paesi e di mari, vuol dire trascurare per delle cose futili la salvezza dell'anima". E prosegue: "Anche per S. Agostino si tratta di cose oziose. E' ammesso soltanto lo studio delle fasi lunari perchè altrimenti non si potrebbe fissare con certezza la festa di Pasqua". (op. cit pag. 3). Purtroppo tale tendenza sottintende il rifiuto dell'esperienza e contribuisce a costruire una particolare "forma mentis", quella dei teologi e di molti :filosofi, che non dà importanza al dato di fatto e continua a ragionare sul vuoto. E dalla cosl detta CONTROCORRENTE ...:. Boston, Spring 1966 19
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