I. Figaia, G. Flgaia, C. Fuochi, I. Garinei, R. Gandini, L. Ludovici, A. Muro, Oreste. Potrei continuare con altra documentazione (basta osservare la contabilità figurante nelle annate della Rivista VOLONTA' per dimostrare che la Colonia è opera, creazione e frutto del lavoro dei compagni tutti e non appartiene alla famiglia Berneri come subdolamente vorrebbero far credere con il loro comunicato apparso su "INIZIATIVA ANARCHICA" del 25 settembre 965 i suoi firmatari Turroni e Chessa. Comunque in tutta questa faccenda e chi! appare un mistero è il fatto, che dopo la morte della povera Giovanna Berneri, si sia venuto a conoscenza che tutto il complesso della Colonia sia ,risultato di sua proprietà e, soprattutto, si sia dovuto pagare, per conto dei suoi eredi, una somma non indifferente al fisco per tasse di successione. Come pure risulta alquanto strano l'altro fatto, che malgrado l'esistenza presso !',\rchivio Notarile di Genova di un regolare contratto di compra-vendita, dal quale risulta, che la figlia della Giovanna, signora Giliana Berneri in Senningher ha venduto tutto il complesso della Colonia stessa a quattro compagni, due dei quali sono appunto il Chessa e Turroni, che la famiglia Berneri, a detta di Chessa e Turroni, possa ancora accampare dei diritti su tale complesso, come gli stessi compagni hanno precisato nel comunicato più sopra ricordato. (Iniziativa Anarchica del 2.; settembre u. s. > MARIA CRUDELI Forll, Febbraio 1966. UNINTERROGATIVO Caro Direttore: probabilmente il prof. Massimo Salvador! avrà già risposto ed in modo esauriente alle varie domande impostate nella tua tempestiva nota ad "Un insulto". Se il professore ha chiarito tutto, allora questa mia lettera si riduce ad una fatica perduta. Non me ne dispiacerebbe. Però sarò lieto e curioso di vedere come il noto antifascista ( tale fu ieri, ma lo è più?!) soprà cavarsela dal rotto della cuffia. Rimarrà sempre il fatto innegabile e mai scusabile che egli accettò di parlare in un circolo il cui presidente dal nome di pesce è fascista notorio. Ed è circondato da altra gente della sua risma. Il professore avrebbe dovuto accertarsi sull'atmosfera fascista in cui avrebbe tenuto il discorso. Invece si precipitò a fare lo sproloquio. Ricevette qualche dollaretto e gli applausi fascisti. Tu hai detto che il corrispondente del Progresso si pisciò sotto dalla gioia per il successo della conferenza. Quel cronista super-soffiettatore espresse il suo rammarico per non essere stato presente. Avrebbe applaudito non meno fragorosamente del "dottor" Merluzzi. Ciò serve a dimostrare che l'oratore svolse l'argomento in maniera da far piacere a fascisti, squadristi, filofascisti, ecc. Il punto importante è che la pifferata del corrispondente del giornale voltagabbana di New York dà al lettore l'Impressione che Massimo Salvador!, professore attualmente allo Smith College abbia tenuto una conferenza di odore e di sapore fascista, Tu, Controcorrente, esclami: Non possiamo crederlo. Raccolgo il tuo grido di dolorosa sorpresa e lo faccio mio. Perciò ho cominciato la lettera esprimendo la speranza che il professore abbia messo le cose in chiaro, ansioso di uscire con le mani pulite da questa equivoca situazione. Se, puta caso, il professore non ha sentito il dovere di chiarire le cose, affidando la sua reputazione alla saporiflca ,penna del compilatore di cronaca cafonica, allora è tuo dovere di ottenere in qualche modo altre informazioni su quella conferenza e darle ai tuoi lettori in America e In Italia. Adesso ti domando: Era proprio necessario per il professore dello Smlth College di andare al sedicente Circolo Letterario? Credeva di parlare ad un Cenacolo di Roma o di Milano? O all'università? Dopo avere scambiato poche parole coi parolai del Circolo "letterario" non si accorse subito che quella serata non gli avrebbe fatto onore? Boston, Febbraio 1966 SOLITARIO LA MIGLIORE maniera per rendere sicura la vita a Controcorrente è quella di abbonarsi. Una pubblicazione come la IIIOStra per essere efficace ha bisogno di lettori assidui. Noi vogliamo migliorarci. Ciò sarà possibile se i IllOStrl amici ci aiuteranno a risolvere questo importante problema. • CONTROCORRENTE, giova ripeterlo, è una pubblicazione volontaria. E' espressione di un gruppo di uomini che si è dedicato alla lotta In difesa della libertà per convinzione e non per tornaconto. Nessuno di coloro che sono Interessati nella sua pubblicazione percepisce un ooldo di rimunerazione. E' fatta nei ritagli di tempo. La rivista conta - come sempre - sulla cooperazione volontaria degli uomini liberi che credono la sua opera efficace. CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966 17
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