sariamente per gradi". (Seme anarchico - agosto-settembre 1962; Volo,ità, ottobr,i 1964). L'anarchismo ha al suo attivo (o passivo, non meno di due secoli di polemiche, o di predicazione, e sempre con la pretesa à1 essere una dottrina universale. Sta bene. Ma, allora, perchè non ha 1atto di tutto per collaudare la sua doti.rina mediante l'applicazione pratica? Ora, una risposta potrebbe essere questa: che sarebbe stata proprio una simile prova a smascherare i suoi pregiudizi, ciò che, intaccando la ,presunta infallibilità dei suoi sostenitori, non poteva che indurli a sconsigliare qualunque prova. E basta ricordare perfino l'ostilità contro certi tentativi puramente teorici, cioè principalmente contro la letteratura utopistica con i suoi progetti di società future, per non avere più alcun dubbio su un oscurantismo - purtroppo - anche di marca libertaria. A questi intralci di ordine psicologico (misoneismo e insieme gelosia di prestigio individuale) si possono aggiungere altri motivi, chiaramente specifici, come quello ad esempio, che l'anarchismo, possedendo, almeno virtualmente, una propria economia politica, non ha mai fatto nulla per darle una sistemazione ed evidenza scientifica, logorandosi invece sistematicamente in uno sterile ed infantile ribellismo. . . . . In ogni modo, se tutto questo può considerarsi un bilancio consuntivo dell'anarchismo, quale potrebbe essere il bilancio preventivo per un prossimo futuro? ( ... ) "costruire sin da ora la vita comunitaria basata sul!:\ solidarietà e sulla mutualità delle prestazioni", dice, e ancora ripete, il Viola. E' un programma in due parole, ma che non fa una grinza, perchè dietro vi i! un'esperienza che lo può integrare e giustificare pienamente. E' tempo oramai che l'anarchismo si aggiorni cominciando intanto ad assorbire, prima di tutto, ad esempio, il vragmatismo. La verità di un'idea dipende dai suoi effetti pratici. Se le conseguenze sono favorevoli a ciò che l'uomo si propone, l'asserzione o l'idea rimane giustificata; altrimenti è falsa. Il pensiero è subordinato all'azione. Quando il compagno Viola suggerisce che ( ... ) "il detto movimento dovrebbe avere "delegati" ovunque si può lavorare per il miglioramento sociale in senso libertario", indubbiamente esprime anche qui una convinzione pragmatistica, la quale non può che, ancora di più, trovarci d'accordo. Infatti - come abbiamo accennato - noi siamo già avviati in un esperimento comunitario. E se pure voi siete per la concretezza, noi vi proponiamo di fondare anche nel vostro Stato una comunità del nostro tipo, utilizzando come meglio crederete lo statuto che vi mandiamo, mentre ci dichiariamo disponibili per qualsiasi collaborazione a riguardo; invito che d'altronde vogliamo intendere esteso a tutti i volenterosi, non solo anarchici, ma di qualunque orientamento, e di ogni parte del mondo, convinti come siamo che, al presente, nessun altro programma sociale sia accettabile più di questo. Cordiali saluti. G. DELFINO DellaColoniaMLBerneri Lessi su "INIZIATI\-A ANARCHICA" del settembre u.s. un comunicato che riguarda la creazione della Colonia, comunicato che afferma, tra l'altro: - "La Colonia nacque "per volontà di Giovanna Berneri, in memoria della figlia Maria Luisa prematuramente "scomparsa. Giovanna le dedicò, fino al limite, tutte le sue forze ecc. ecc.". Ora tutto questo preambolo non corrisponde alla verità dei fatti! Per chiarire come si svolsero le cose, decisi recarmi al Congresso tenutosi a Carrara dal 31 ottobre al 4 novembre 1965 ed ivi resi edotti i compagni del come sorse e si sviluppò l'idea della Colonia. Non poca fu la mia meraviglia quando mi avvidi che molta parte dei congressisti erano all'oscuro delle faccende riguardanti la Colonia dal giorno che sorse a tutt'oggi. Ed ecco in breve i fatti che diedero vita alla Colonia! Dopo l'ultima guerra, la Giovanna scrisse al compagno Cianci Simoncelli di Cesenatico, ora defunto, di fare quanto possibile per ospitare in qualche località del Cesenatese bimbi di compagni bisognosi di cure solari, di un buon alimento, d'aria purificatrice, di assistenza sociale e morale, per dar loro un po' di conforto dopo i disagi e le dure sofferenze subite durante la guerra. I compagni di Cesenatico, sollecitati dal compianto Simoncelli, risposero generosanwnte all'invito, alloggiandoli presso di loro, ma CONTROCORRENTE - Boston, svring 1966 15
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