Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

A Firenze, in data 6 febbraio c. a., il prete Luigi Donadoni ha scelto il pulpito per spiegare al pubblico le sue ragioni pacifiste, permettendo perfino che un universitario, certo Pietro Roggi, parlasse dallo stesso. Questi, dopo aver affermato che gli obiettori di coscienza non sono dei vili, bensì dei coraggiosi, ha esortato i presenti, dicendo che "in caso di gu,erra noi tt•tti dovremmo fare conte loro". La magistratura, com'era prevedibile, si sta occupando anche di questi. Davan ti ad una situazione incalzante anche il potere legislativo si è mosso. Una commissione parlamentare è giunta alla conclusione che l'obbiezione di coscienza non è anticostituzionale. E' già un punto fermo. Altro segno positivo è l'assoluzione con formula piena dell'ormai famoso Don Milani, autore di una lettera aperta ai cappellani militari in congedo, il cui Presidente nazionale Mons. G. Antognetti era giunto a parlare di "comodi scrupoli religiosi e umanitari che sono poi solamente quelli della viltà e del volgare egoismo" (sic et sempliciter!l. Intanto, il prete Balducci Ernesto è stato a suo tempo (15-10-65) condannato dalla Corte di Appello di Firenze ad otto mesi di reclusione con la sospensione condizionale, per apologia di reato. AURELIO D'ONOFRIO A Somerville, Mass., il 3 febbraio u. s. all'età di 74 anni è morto il compagno Aurelio D'Onofrio. Venuto in America giovanissimo, dalla natia Terracina, nei primi anni del secolo, non tardò a manifestare il suo entusiasmo per le idee di rivendicazione sociale, e più spiccatamente per quelle sindacaliste-libertarie. Fu uno dei fondatori del Circolo di Cultura Operaia, dove dette ogni sua migliore attività prendendo sempre parte prima in tutte le iniziative da questo promosse. e particolarmente in quelle della Filodrammatica. Durante l'agitazione pro Sacco e Vanzetti, e nella lotta contro il fascismo non fu mai secondo. Benchè da alcuni anni si era alquanto appartato, e più che altro per gli acciacchi fisici che lo torn1entavano, nulla era mutato nelle sue convinzioni. E per tanto riproduciamo ben volentieri, il contenuto di quanto egli ha lasciato scritto in un bi· glietto che la sua fedele compagna Elisa li libero pensatore Antonio Susini, nel ciclostilato del servizio Civile Volontario fa argutamente notare come la Resistenza cosi spesso ricordata ed osannata dall'Esercito, per essere stata possibile in virtù di un atto di disobbedienza alle autorità militari allora legittime, è in palese contraddizione con la coscrizione obbligatoria. C'è da aggiungere che se l'obbiezione di coscienza è reato, per esempio in Italia, non sappiamo perchè non dovrebbe esserlo, per i "buoni borghesi e cristiani", anche nel caso che i molti milioni di cittadini russi e cinesi si rifiutassero di venire a catechizzare con la forza delle armi la civiltà cristiano-occidentale, in ottemperanza a non impossibili "legittimi" ordini di Mosca e di Pechino! Si sa fin d'ora che la Chiesa al momento storico opportuno, parlerà dei suoi "pionieri dell'obbiezione di coscienza" e che magari cercherà di canonizzare qualcuno, ma la iniziativa di abrogare il paradossale diritto dello Stato di "imporre a uccidere" è sempre valida, anche quando viene da umili preti. Solo ci si chiede come mai questi uomini, sensibili ai problemi della cività odierna e dell'uomo come persona libera non si decidano a restituire alla ispide ortiche della Chiesa la Yeste che indossano, C. R. Viola ci ha fatto recapitare che conferma il suo attaccamento all'ideale. "Quando non sarò più in questo mondo e sarò rientrato in quello dell'infinita materia, che la legge inesorabile ci riserva a tutti gli esseri, desidero essere cremato, senza fiori e senza prete, ma una sola corona di garofani ROSSI, che è il simbolo della mia fede e della mia idealità. Viva sempre la Libertà e l'Anarchia". Aurelio V. D'Onofrio. In aggiunta a questo che potremmo chiamare il suo testamento ideale, per sua espressa volontà il suo corpo è stato messo a disposizione del Laboratorio Medico della Tuft University, per dare ai medici l'opportunità di indagare sul male che lo aveva colpito. Sarà ben ricordato da quanti lo conobbero. Alla sua memoria i sentimenti del nostro cordoglio. Alla buona compagna Elisa, ai suoi figli ed alle loro famiglie le nostre sentite condoglianze. O. F. CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966 13

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