sendo spesso tutt'altro che inclini ad atti di Yiolenza e di vendetta. Le leggi punitive del rifiuto di obbedienza militare sono molto pesanti, ma ciò non impedisce che la repressione generale trovi la coraggiosa iniziativa di uno di pochi che, facendosi interpreti della generalità affrontano a viso aperto, tutte le possibili conseguenze penali. E' il caso di coloro che pospongono il calcolo degli immediati rischi personali a quello dei rischi che incombono sugli uomini tutti dall'esercizio legale della violenza. E' la riprova del concetto rensiano della morale come follia, in quanto dà tutto senza chiedere alcuna contropartita che non sia l'approvazione della propria coscienza. Non è detto che la priorità della "propria coscienza miri sempre giusto, ma chi oserebbe dire che la lealtà valga meno della viltà? Non nascondere le proprie convinzioni, qualunque esse siano, è un primo passo verso la pacificazione degli uomini, ma nel caso specifico è qualcosa di più. E se può essere implorato il contaggio psicologico - da me stesso richiamato - per tentare di inficiare il valore morale del gesto, bisogna aggiungere che la spinta suggestiva può servire a reprimere le proprie istanze, quanto a "sprigionarle". L'obbiezione di coscienza è il caso in cui si ha uno sprigionamento di esigenze già ricacciate nel segreto del proprio intimo dalla paura, sprigionamento che richiede una dose non ordinaria di coraggio. Questo è l'aspetto psicologico e morale dell'obbiezione di coscienza, la quale, come dicevo all'inizio, si va estendendo anche in Italia. Dal lato del diritto positivo, l'obbiezione di coscienza è reato per la stessa ragione per cui è reato tutto ciò che è proibito e punito dalla legge, perchè esso è l'espressione convenzionale basata non su verità esterne e immutabili, ma su presupposti di conservazione e di difesa degli interessi della classe dominante, i quali, per ovvia definizione, non coincidono con quelli della comunità "dominata". E' come dire che il diritto positivo è misura e giustificazione di se stesso. La struttura giuridica, tendenzialmente dittatoriale, specie al livello militare (per cui si dice che uno Stato dittatoriale è organizzato militarescamente!), non si evolverebbe e ancor meno migliorerebbe se non "urtasse" con l'ambiente in cui opera. E' la dinamica storica. Le rivoluzioni non si sarebbero mai fatte se i rivoluzionari avessero aspettato !'"autorizzazione della legge"! Ora, la rivoluzione può anche essere personale e, in ogni caso, vuole le sue vittime generose. Le finalità dell'obbiezione di coscienza si possono riassumere in una sola: "NO·>t prepm·arsi alla guerra pe,· non fare la [Tuerra". L',antica sentenza di Vegezio: "Si vis pacem para bellum", ~emmai è stata valida, . comunque diventata la formula della preparazione sistematica della guerra stessa. Se è vero che il militarismo è la causa costante della guerra, ha avuto ragione lo scomparso Ezio Bartalini, l'indimenticabile animatore del bollettino pacifista "La Pace", a correggere quella sentenza cosi: "SI \'IS PACEM PARA PACEM". A parte tutto, oggi una guerra combattuta con gli ultimi mezzi della scienza, significherebbe solo la distruzione universale se non, chissà, la disintegrazione nucleare dello stesso pianeta su cui viviamo. Ecco la risposta al quesito: Se l'obbiezione di coscienza si generalizzasse, l'umanità 1zon corrnrebbe tale rischio! * * • Attualmente in Italia i detenuti per obbiezione di coscienza sarebbero circa trenta, ma i recenti avvenimenti ci auto-- rizzano a dedurre che il numero debba aumentare. Accanto ai casi clamorosi del cattolico Giorgio Viola e dell'anarchico Ivo Della Savia s'inquadra quello del credente Fabrizio Fabrini, l'ex-aviere che ha rifiutato d'indossare la divisa pochi giorni prima della cessazione della ferma. Secondo l'accusa, costui, un assistente universitario di diritto umano, si sarebbe macchiato di gravi reati di circostanza, per cui rischierebbe anche 16 (dicensi sedici!) anni di reclusione. Alla prima udienza del processo ((in atto mentre scrivo), Fabrini ha detto, tra l'altro: "L'obbiezione di ooscienza serve prima della guerra, ,ion quando spa1·ano i cannoni". Alla seconda udienza, il titolare della facoltà, deponendo come testimone, ha detto che il diritto romano non contempla il ... diritto di disubbedire alle leggi ingiuste. A parte il fatto che la legge della coscienza è superiore ad ogni altra, il professore ha dimenticato che ai tempi. .. romani non esistevano ancora le bombe atomiche! Caso più recente è quello dell'universitario (credente anche questo) Michelangelo Caponetto, pervenuto alla fatidica decisione dopo un anno di servizio. 12 CONTROCORRENTE - Boston, Sprin,g 1966
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