Sol Lipnick del Workmen Circle ricordò il grande coraggio ch'ella possedeva. Non vacillò mai dinanzi alla forza brutale della polizia e dei gangsters nelle linee di picchetto. E parlò con veemenza oratoria anche contro l'oppressione degli ebrei nell'Unione Sovietica. Harry Rappaport, presidente della Leugue for Mutuai Aid disse: "Rose Pesotta fu ricca di pensieri e d'ispirazione, una forza indomabile. Sempre in prima fila nelle linee di battaglia, volente rosa nel servire in capacità più umili ma necessarie, cucinando e servendo a tavola gli scioperanti quando il bisogno lo richiedeva... All'età di 17 anni, tanti e tanti anni prima che il termine "anti-poverty" fu messo in voga dai politicanti, ella si uni con le forze miranti alla abolizione della povertà. Ella fu un'ardente libertaria e tutti i suoi sforzi si condensarono ad un amore per l'umanità". La Pesotta faceva parte del comitato esecutivo della "League for Mutuai Aid", del "Workers' Defense League", "Jewish Labor Committee", "Freie Arbiter Stimme" <Voce Libera del Lavoro) della "League for Industriai Democracy", fu promotrice della "Confederated Spanish Societies" e dei "Libertarian Book Club". Fu anche l'autoressa di due libri. Nel primo• ella rifà la cronologia della sua carriera e documenta uomini e cose nel Corrispondenza italiana movimento unionista. Nel secondo•• descrive i primi anni in Russia. Norman Thomas, il portabandiera del Partito Socialista d'America, nella prefazione dl questo ultimo, scrisse: "La ragazza che vive in queste pagine ha trionfato in America i: da americana. Dinamica, istruitissima, donna affascinante che ha dato la sua vita e le sue energie al movimento americano del lavoro. ... Noi siamo i suoi debitori per questa storia della sua infanzia e giovinezza". John Nicholas Beffel :,r. :,r. :,r. John Nicholas Beffe! che per molti anni fu giornalista e scrittore pubblicitario e che servi in tale capacità p!'r la difesa di Sacco e Vanzetti ,prima e durante il processo nel 1921 collaborò in ambedue i libri di Rose Pesotta. (N.d.D.) •Bread Upon the Waters (Dood-Mead 1944.) •• Days of Our Lives (Excelsior Press, Boston 1958). Facendo uno st,·appo alle regole (ed anche alla modestia dell'editore del libro) voglio aggiungere che la "Excelsior Press" è la tipografia del nostro amato ed instancabile compagno Aldino Felicani. (N.d.T.) L'OBBIEZIONDEI COSCIENZOA,GGI di C. R. VIOLA Dopo la Francia, l'obbiezione di coscienza imperversa ,anche in Italia. E' un'ennesima prova della contaggiosità dei fenomeni psicologici. Forse, anzi niente è più contaggioso delle reazioni dello spirito. Ondate di gregarismo o di eroismo, di panico o di entusiasmo possono determinare o caratterizzare un avvenimento o un'epoca storica. Ma sarebbe meglio dire automatismo psichico, la cui molla di scatto o miccia di accensione è la suggestione. Guerra e rivoluzioni trovano nella carica suggestiva un terreno naturale di attuazione, e non solo queste. La moda, il mercato, la ,pubblicità, il favore pubblico, ubbidiscono alla stessa legge. Paura e coraggio sono parimenti "accendibili". Ma non devo divagare. Voglio arrivare a formulare una precisa ipotesi: "Se l'obbiezione di coscienza acquistasse la caratteristica di una vera epidemia sociale, quali potrebbero esserne le conseguenze?" Se si interrogasse uno per uno i militari d'ogni rango e se questi potessero dare risposte senza timori e quindi senza riserve, si arriverebbe certamente ad una conclusione sconcertante: che la stragrande maggioranza di costoro fanno quello che fanno, perchè ogni altra scelta presenta maggiori rischi personali ed immediati ... La condizione determinante di ultima istanza è, quindi, la paura del rischio, ovvero non l'amore di patria, ma l'istinto di conservazione. Eppure, allo scoppiare d'ogni conflitto bellico, costoro uccidono o vengono uccisi, pur non avendo motivi di rancore verso gli "avversari convenzionali" ed esCONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966 11
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