della libertà nostra di quello che è l'imperialismo americano? Non saresti il primo anarchico a cercare di dimostrare che la democrazia americana (o francese o inglese) è in realtà totalitarismo. Provaci anche tu. Ho voglia di ridere! E dove hai trovato nel mio articolo che io ti chiamai "disonesto" o dedussi tal cosa su di te? Non stiamo mica giuocando a bussolotti colle parole, nevvero? Ti chiamai solamente un bell'ese.mpio d'ingenuità, per ricamare tante riflessioni e interpretazioni su affermazioni senza base di Dellinger. E la tua lettera mi dimostra che sei ancora allo stato d'innocenza. E tutto perchè non volevi offendere l'amico e dirgli chiaro e tondo che stava dicendo delle fesserie, se non erano delle falsità. Anch'io cercai d'interpretare cosi il tuo pensiero. Mi sbagliai? Sii ... onesto! La verità a Dellinger qualcuno gliela doveva cantare. E siccome tu non hai avuto il coraggio di cantargliela chiara e forte gliela cantai io. Con documentazione incontrovertibile. Perchè servisse anche per te e per altri che ancora gli rimane dei residui di sbornia castroflla. (In confidenza ti dirò che in generale tu stesso nel tuoi articoli hai fatto un eccellente lavoro di demolizione del tuo caro amico Dellinger. Manteniamo il segreto!) E giacchè siamo amici, caro "individuo" Wieck, da uomo colto non avrai mancato di notare che nella mia discussione con te usai un linguaggio interamente differente di quello che usai con DelJinger. "Penna servile" classificai lui perchè per sua stessa confessione in Cuba fu "ospite" del mostro Castro (è da asswnere con spese pagate) e da lui si fece pagare il viaggio di ritorno, credendosi cosi in dovere di pagargli il debito facendo l'apologia sua e del suo regime barbaro con lo sviare la verità. Basandomi sulle sue stesse affermazioni avrei potuto pure qualificarlo di "Penna venduta". Ma volli essere gentile con lui e concedergli l'attenuante del dubbio. Se la meritava? I suoi due articoli dimostrano che: O è uno sciocco che non sapeva quello che si faceva e si è lasciato imbanbolare dalla farsa che la macchina propagandistica del dittatore gli ha giuocata o ha venduta a Castro la sua penna per un piatto di lenticchie. E siccome dai suoi scritti si è forzati di dedurre che uno sciocco non è - che rimane? E passiamo di nuovo alla terza persona tanto cara a Wieck. Non potendo confutare le inoppugnabili prove e statistiche da me presentate nei miei due articoli - io sapevo che nè lui nè Dellinger potevano farlo - che dimostrano il carattere assolutista e barbarico della dittatura marxistaleninista di Castro in Cuba, "cotesto individuo" svia il dibattito su punti - che lui sa - di secondario valore nelle affermazioni mie dedicate a curare la castroite ancora persistente nella testa di alcuni compagni, che si afferrano agli argomenti I più strani per non essere forzati a confessare, a se stessi, almeno, che la loro buona fede è stata presa al laccio. Wieck, ad esempio, trovandosi colle spalle al muro, s'ingegna a trasferire il dibattito sull'intervento economico e politico americano In Cuba toccato da me solo incidentalmente, per poter mostrare la sua malevolenza verso di me e poter dire che "parteggio per lo stato americano·•, mentre l'argomento è: Castro, totalitario comunista e traditore della rivoluzione cubana. Se avessi la medesima malevolenza verso di lui io ora dovrei ribattere che David Wieck patteggia col totalitarismo castrista comunista fascista. Ma siccome io non sono malevolente per natura mi guarderei bene dall'affermare un'indecenza morale simile dal momento che io non credo che lui patteggia col totalitarismo comunista. Si farà fregare dal totalitarismo di Castro (poco, anche, in questo, se mi baso sui suoi due articoli) ma patteggiare, coscientemente, con quello? ... Non ci credo! In quanto al suo desiderio di sviare il dibattito sull'intervento finanziario, industriale e commerciale degli Stati Uniti nelle Americhe latine, questo forma un altro argomento. Se ci tiene a dibatterlo con me, che dimostri - con prove, non dicerie - che questo intervento economico è stato ed è nocivo alle economie ed alle condizioni di vita deJle masse lavoratrici in quei paesi ed lo sarò più che felice di discutere con lui. Ma per carità lasciamo la propaganda ed entriamo nel fatti. Per quanto io sappia tutti quei paesi latini si lagnano perchè gli Stati Uniti gli prestano troppo pochi milioni, non troppi. Che significa? Wieck in economia la sa più lunga di quelli? Ho cercato in questi cinque anni di scompiglio nel nostro movimento suJJa questione di Cuba di comprendere le cause che hanno fatto sviare dal terreno anarchico tanti inCONTROCORRENTE - Boston, Winter 1966 7
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