Controcorrente - anno XXII - n. 48 - inverno 1966

Parlano ancora dopo morti: MARIOMARIAN ( un combattente per la liberta' e per il socialismo) a cura di Domenico Falco PARTE Il Scienza e distruzione Se il tempo che abbiamo perso e seguitiamo a perdere per inventare formidabili macchine omicide l'avessimo impiegato a studiare il modo di combattere contro le nostre infermità a quest'ora sfioreremmo l'immortalità. Da tempo esistono microscopi con 25.000 ingrandimenti. Invece di impiegarli a studiare come si nutre e si riproduce la cellula li abbiamo impiegati a studiare come si fraziona l'atomo per arrivare alla bomba atomica e a quella allo idrogeno. In tutti i campi, implacabilmente, abbiamo percorso lo stesso cammino; quello del nostro male (Milano 15-3-950). Di chi la colpa? L'uomo ha un vizio; non vuol mai far nulla direttamente, da per se; ha bisogno di rivolgersi sempre a intermediari. V,uol pregare Iddio, crea il sacerdozio, vuol difendere la patria crea l'esercito, vuol comprare o vendere qualcosa crea la mediazione, il commercio. E mantiene tutta questa gente. Poi piange perchè a lui resta poco e perchè i mantenuti ai quali concede una eccessiva autorità, oltre a sfruttarlo, l'opprimono. Ma reciti il mea culpa! In Sicilia direbbero: "Cu ti fici fari?" (Milano 18-4 1950.) L'ombrello di Macaulay La nostra povera repubblichetta fa pensare all'ombrello di Macaulay. Ricordate? Un condannato alla forca, mentre si avvia ,alla esecuzione e deve attraversare il cortile del carcere, s'accorge che piove; al'ora domanda un ombrello per non prendersi un raffreddore. Camminando verso l'abisso abbiamo domandato l'ombrello della repubblica. Però seguitiamo a marciare tranquilli per le vecchie strade. (Milano aprile 1950). Le tre liberta' nocive Dovremo studiare un nostro socialismo. Nuovo e vergine. Combattere per una dottrina che non sia già corrotta e che non ci trascini verso forme di tirannia e di schiavitù. Una dottrina che salvi ia libertà conciliandola coi socialismo e che proibisca tre sole libertà: 1-La libertà d'eccessivo sfruttamento. 2--La libertà di vagabondaggio professionale. 3-La libertà d'uccidere la libertà. Disgraziatamente l'assassinio della libertà è sempre opera dei professionisti della politica che si identificano sempre coi vagabondi professionali. O la gente che lavora scuote il giogo di questa genia di mestatori o il mondo va verso la bomba atomica - e come abbiam già detto - se la merita. (Milano, maggio 1951). • • • • E per concludere pubblichiamo qui, di seguito, l'opuscolo "Matteotti" pubblicato a Parigi nel giugno del 1927 presso l'Editore Cecconi. Un po' di Quarterellismo ancora, on. Mussolini. Certo ella lo troverà di pessimo gusto. Ella ha creduto di sopprimere il Quartarellismo, di liberarsene imbavagliando la stampa d'opposizione; comprandola con i danari dell'erario, dimettendo l'Aventino, amnistiando e scarcerando i suoi sgherri quando bisognava placarli e servirsene onde trasformare il loro processo nel processo dell'assassinato, ricacciandoli in galera quando le loro pretese e le loro voci potevan diventar seccanti e pericolose. Ma, veda Eccellenza, un uomo si uccide. la sua memoria no. S'egli fu un buono e mori vittima della sua fedeltà a un grande ideale d'umana giustizia, dopo la morte sembra che cammini verso il sole e la sua ombra si allunga dietro lui, copre quelli che guardano scomparire, si proietta sul muro dei secoli e lo intaglia. La storia, Eccellenza, non ha bisogno delle voci di Dumini e di Volpi per giudicare. Quelle voci posson servire a lei, posson servire a Farinacci, alla ignobile foarsa di Chieti. La storia ha un intuito infallibile; è il vero Dio presente che giudica e manda CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1966 31

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