Controcorrente - anno XXII - n. 48 - inverno 1966

Alcuniricordipersonalisu RosePesollo Conobbi Rose nell'Inverno del 1925 quando cominciai a frequentare I locali e a partecipare nelle attività del Gruppo Internazionale, a quel tempo situato a 23 Strect vicino Lexington Ave. In New York. Facevano parte di quel gruppo compagni americani e di parecchie altre nazionalità ed era attivissimo, pubblicava il mensile "Road to Freedom" redattore Il vecchio mllltante Hlppolyte Havel e quando questi si ritirò fu continuato da Walter Starret. Eravamo, a quel tempo, in piena lotta per il caso Sacco e Vanzetti. Il gruppo Internazionale era impegnato a fondo in quella agitazione per la loro liberazione. Rose Pesotta era parte di quel gruppo da parecchi anni quando io v'entrai. Lei risaltava per la sua vivacità, abnegazione alle Idee e la capacità di lavoro. Sempre presente nelle riunioni, nei comizi e nelle dimostrazioni. Brava oratrice In due lingue, inglese e Idish, era efficacissima nella lotta in favore del due nostri partir!. Una sua sorella abitante in Boston le facilitava la possibilità di recarsi in quella città frequentemente a svolgere cosi delle attività Il, più un lavoro di spoletta riportando al Gruppo Internazionale le ultime notizie sul caso, attinte direttamente dal comitato di difesa e le sue visite personali ai detenuti. Attivissima nella sua unione delle sartine era portata ad una lotta accanita contro i bolsceviki a quel tempo lottanti per il controllo di quella unione, causando una scissione nelle file del lavoro. Mi ricordo essere sua opinione che quella scissione rendeva l'organizzazione delle sartine debole nei confronti con i datori di lavoro e in relazione alla lotta per il caso Sacco e Vanzetti. I bolscevikl dicevano d'essere In favore dei martiri, raccogliendo fondi dai loro aderenti che poi usavano per la loro propaganda di partito. La Pesotta non dimenticò mal questo ed era pronta nella denuncia ogni volta che l'occasione si presentava. Mi ricordo la Rose Pesotta durante il caso Vincenzo Ferrero e Domenico Sallitto, arrestati a San Francisco per la loro attività antifascista, e minacciati d'essere deportati In Italia perchè stranieri. Le autorità del Department of Labor, a quel tempo aveva giurisdizione sulle leggi d'emigrazione, li aveva arrestati e rinchiusi ad Rose Pesotta about 1935 Angeles Island nella baia di San Francisco e poi rilasciati, sotto cauzione, per un breve periodo di tempo. Venuto a conoscenza del caso, mi recai da Isaak Shorr, l'unico avvocato che In New York si interessava di casi di deportazione. Mi disse che bisognava portare il caso qui e ingaggiare qui la lotta per prevenire la deportazione ed essere consegnati nelle mani del giannizzeri del boia Italiano. Il modo di trasferire il caso In New York non era difficile, bastava che il giorno fissato della loro presentazione alle autorità d'emigrazione, Invece di presentarsi a San Francisco, si sarebbero presentati ad Ellis Island. Cosi fu fatto, l'avvocato I. Shorr si appellò e gli fu concesso che i due detenuti venissero rilasciati sotto mille dollari di cauzione ciascuno. E questi dollari chi li aveva con quell:i depressione economica che Imperversava a quel tempo? Chiamata una riunione al Stuyvesant Hall In New York eravamo presenti una ventina di compagni e abbiamo discusso il caso e al come mettere assieme il denaro per la cauzione e le spese legali. Fatta una colletta fra I presenti si racoolsero 17 dollari, ben misera cosa data l'urgenza del bisogno. Uscll da quella riunione disfatt.:>, pensavo al due compagni rinchiusi ad Ellis Island ed lo con diciassette dollari in tasc:i e nella impossibilità di venire In loro aiuto. CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1966

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