T IBUN.ALIBERA Quando ln!zlammo queata. rubrica. era nelle no• •tre tntenzlont da.re &1 compa'1U che d.is,.entono d&lle opinioni espresse dal nostri collaboratori un angolo per esprimere le ragioni del loro dissenso. L'ana.rchtsmo come lo senUamo noi, rtconoace il diritto d.i dtssenure. Per queata ragione a.bbl&- mo ritenuto fosse neceeaarto r11ervare un angolo tn cui sta posalblle "a.rteggta.re" U dlasenso ae.nza. llmltaztont. Not sia.mo convtnU che solo d&lla. d.Jscu.ulone condotta serenamente e lnteilllgent.&- mente, dovrebbe wclre la conclWJlone baeat.a aul buon se.nso. Que.sto e' la ICOPo preclao dt questa rubrtca. NegU ulUmi tempi 11 conoono dei compagni nel manifestare optntonl dJsunzlenU si e• tatto ptu' tnstatente. Clo' fa piace.re. In alcuni caa1 si. e' fatto WIO 41 risentimento personale. Abblam:t declao dl non pubblicare. Quando 11 rtaenUmento ptgUa. U posto del buon senso, la dJ.scuaslone e' reea supertlua. Non serve a nulla e a nee.,uno. Not slamo determinati a non tncoraggl.&re Il per10naltamo. Fino ad ora a.bbtamo pubblicato tutto quello che poteva indurre ad Lncora.gglare dl1cu.s1ton1 d'idee e interpretazioni di evenu. Abbiamo ,anche pubblicato coae che, secondo noi, tanno a cozzi con la Jogtca. e n buon aenso. Abbiamo pubblicato commenti d.J persone che, come e• r11&• puto, difendono regimi che tanno etra.me della ltbert&' e farebbero 10 11tecso con l& nostra vi~ .e ne a,veasero la poaslbtllta'. Abbiamo voluto dimostrare che U nostro con• cetto della llberta.' non e' etutlco e opportuntatlco. Queato aptega. perche' qualche volta pubbllcbtamo Jettere che non al possono gtusUftcare In nesaun modo. Continueremo a pubblica.re le lettere pro• test&tar1e che et giungono. Na.tura.tmente prete• riamo che esse alano ftrmate con nome e cognome. E' giusto che chi scrive usum.a la reapansabWta' di quello che ,crive. Se al preferisce, puo' euere usato un pseudonimo, purche' n nome eia da nol conoaetuto. A coloro che scrivono raccomandla• mo brevtta' o oblettlvit&'. Lettera inutile (copia) Palermo, 7 Ottobre 1965 Via I, La Lum.ia, 64 Caro Borghi, ho letto !"'accorato" appello pubblicato sulla prima pagina del n. 34 di Umanità Nova. Da tempo avevo intenzione di "riscriverti": forse non l'avrei mai fatto se tale "lettera aperta ai compagni di ieri e di oggi" non mi avesse indotto a rompere ogni indugio, non solo perchè mi ha commosso (ritenendo l'autore - mio vecchio corrispondente - sincero•), ma soprattutto perchb tu, che di qtiella lettera ti fai scudo per parti fuori discussione, mi hai profondamente indignato. La storia umana è proprio tutta farsesca, da qualunque aspetto la si consideri, e forse sarà sempre cosL L'individuo segue le proprie ispirazioni estetiche sempre e in ogni =o, e non può essere diversamente. Egli può trovare bella o brutta qualunque cosa, ovvero conveniente o sconveniente al proprio modo dì essere al mondo. Non la ragione lo induce all'azione ma il sentimento del bello e del brutto, meno quando non ha scelta. Perfino certo marxismo ha riconosciuta la fallacia dell'ideologia. Io dico di più: ogni individuo conduce una battaglia personale e lo fa con tutti i mezzi e i modi che trova "belli". Per cui, i sacerdoti, i caporali e i gregari si trovano in tutte le latitudini. E' questione di preferenze e di circostanze. L'uomo, quello su cui si punta per una società "razionale", quale appunto l'anarchia, è colui che trova "bello" identificare il bene proprio con l'altrui e viceversa. L'autonomia, quindi, è un miraggio mistico come la libertà, poichè non 'fTUÒ ritrovarsi allo stato ,:,uro e totale. Si tratta, semmai, di un'eteronomia assoluta accettata spontaneamente tale da essere sentita, per consegi,enza, come autonomia: è come dire che la necessità sociale diviene libertà dal momento che viene sentita come necessità individuale. Qualunque attività di gruppo presuppone per lo meno delle tendenze estetiche complimentari, cioè armonizzabili, ma se capita che due o tre vogliono contemporaneamente fare i capoccia, sono dissidi e disordini. Ora, quanti sono gli anarchici assimilabili a quel modello di "individuo sociale"? Quanto tu, per bocca di Primo Bassi. lamenti è ovvio, e il fatto che tu lo lamenti ha due possibili spiegazioni: 1) O non conosci sufficientemente 'bene l'uomo nelle sue concrete e storiche manifestazioni e in particolare !'"anarchico corrente"; 2) o fingi. In verità, io penso che le due spiegazioni si debbano sommare. Il movimento anarchico "tradizionale" dà quel risultati che non potrebbe non dare. Esso ha una concezione ottimistica (cioè falsa) dell'uomo propria del mess!anesimo utopistico delle religioni teistiche o sociali. Ma, quel che è peggio, non sa esattamente che cosa vuole 11è ancor meno come raggiungerla. Anzi, si rifiuta categoricamente di servirsi dei mezzi forniti dall'attualità storica. Tale amorflsmo genera confusione e la confusione--anarchica, nel caso specifico-è il terreno preferito da coloro che trovano "bello" fare i gregari con l'illusione di non farlo e da quegli altri che trovano "bello" fare i caporali a spese di siffatti "illusi". Tu sei un abile caporale. La tua carriera è stata brillante. Molti compagni si commuoveranno semplicemente nel leggere l'editoriale dell'ultimo numero del TUO PERSONALE giornale; degli "estranei" confermeranno la propria opinione nella tua integrità. Io no. Io ti esprimo la mia indignazione. Tu sei uno che ti ritieni indispensabile all'anarchismo: questo dice tutto. E non solo indispensabile, ma anche libero di esercitare la tua "autorità" con poche cerimonie. Se le cose non fossero cosl, da tempo saresti stato sostituito, pur restando un collaboratore. Invece no! Umanità Nova' è un tuo feudo: Dio me 14 CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1966
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