(perchè eletta "miss" durante una festa) era una raga.zza di notevole bellezza. Fu uccisa e fatta a pezzi da Carosi. La sua testa fu bruciata. A Guardastallo fu bruciato Il resto del corpo. Un pastore vide il Carosl: aveva acceso un fuoco e vi stava bruciando qualcosa. Appena il fascista si fu allontanato il pastore incuriosito si recò sul luogo. Trovò delle ossa bruciacchiate e un anello che doveva portare alla scoperta del delitto. Carosi per questo fu condannato a circa dieci anni di carcere che trascorse a Noto in provincia di Siracusa. Ma, come hanno detto a Guardastallo, "viveva come in villeggiatura" perchè Il fascio non lo abbandonava e aveva bisogno di uomini di questa fatta. Al Carosi comunque non vengono Imputati solo questi delitti: a Filettole raccontano - ma qui non si riesce più a distinguere Il vero dalla leggenda ispirata dalle feste del criminale - che un giorno in un bar volle mostrare la sua bravura di tiratore: prese di mira Il cappello di uno che si trovava per strada, sparò e l'uccise. La cosa fu subito Imbrogliata: I camerati dell'assassino provvidero a far sparire Il cadavere e nessuno ebbe Il coraggio di denunciare l'episodio. Il Carosi uscl dal carcere e tornò a Guardastallo per commettere altri delitti. Nel '43 sposò Cesarina Cesari da cui aveva avuto una figlia nei lontano 1922. Poi si pose al servizio di un maggiore della Gestapo che dirigeva il servizio di spionaggio. A lui, Alessandro Carosi, viene imputata la delazione che portò alla fucilazione di Sisto Longa, sindaco clandestino di Guardastallo. Sisto Longo era stato catturato dai tedeschi, in un rastrellamento. E anche la morte di 63 antifascisti trucidati dal tedeschi, pochi giorni dopo che Carosi aveva di nuovo abbandonato Guardastallo, ha lasciato nella popolazione Il dubbio che sia stato lui l'autore di quella delazione. Nel '45 Carosi si rifugiò di nuovo clandestinamente a Guardastallo. Un amico fascista lo ospitò. Quando la popolazione fu avvertita si organizzò immediatamente la ricerca, ma Carosi riusci a fuggire. Da questo momento, escluso il periodo del processo che porterà alla sua condanna, a Pisa di lui non si sa più nlente. Ora è morto sotto li nome di Filippo Filippi, ed è anche questo un episodio che si inserisce perfettamente nella vita di questo criminale. Filippo Filippi, infatti, non è presumibilmente un nome scelto a caso. Questo nome risponde a quello del figlio del segretario del fascio di Certaldo, giustiziato dal partigiani. · Sandro Carli La morie di Angelica Balohonoff Roma, 25 Novembre E' morta Angelica Balabanoff. La sua è stata una agonia lunga e dolorosa. •se c'è un povero sofferente portategli il mio saluto": è stata una delle sue ultime frasi detta ai medici, Il dott. Grio e Il dott. Schettinl, durante una trasfusione. Era nata a Cernlcoff, in Russia, presso Kiev, verso il 1870. Sulla sua data di nascita ci sono parecchie incertezze, dovute anche all'epoca cosl remota in un paese, sottoposto al regime zarista, dove i servizi anagrafici, specialmente in provincia erano primitivi o, forse, al fatto che gli ebrei non regstravano le loro nascite. SI sa però che, celebrando Il 30 giugno 1900 a Savona la vittoria del PSI, la stessa Balabanoff disse al sindaco socialista: "Oggi sono doppiamente felice, perchè festeggiamo insieme due date importanti: la vostra vittoria al Comune ed Il mio trentesimo anno". E' scomparso un personaggio di primo plano del socialismo internazionale, una donnn che da settantacinque anni aveva legato il suo nome alle battaglie del movimento operaio. Angelica Balabanoff era divenuta ribelle fin da bambina, vivendo In una famiglia di benestanti. I privilegi di cui godeva, messi spontaneamente a confronto con la nera miseria dei contadini e dei proletari russi, divennero per la piccola Angelica una vera spina, un Incubo dai quali si liberò abbandonando la propria casa, la propria madre, i propri fratelli. Emigrata in Belgio, allieva del prof. Huysmans, sindaco socialista di Bruxelles, si laureò in lettere e filosofia e potè avvicinarsi subito al movimento internazionalista. Fu appunto nel 1898 che conobbe nella capitlile belga l'avvocato romano Umberto Zanni, il primo socialista italiano che si presentò nel lungo èorso della sua vita. "Egli ml aiutò - scriveva più tardl - a 10 CONTROCORRENTE - Boston, Winter 196G
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