Il Valenti, che da tempo si aspettava una tal visita, intuendo il tranello, rispose chiedendo chi era che lo cercasse e cosa si voleva da lui. I fascisti, visto fallire Il tranello tesogli, impazientiti, risposero nuovamente invitandolo a scendere, con modi bruschi e autoritari: "Siamo i fascisti, scendi o veniamo a prenderti!" Al che fece seguito la risposta del Valenti: "Non !ho nulla da dividere con voi, lasciatemi in pace!" Allora il gruppetto fascista, ben deciso (in sei contro uno) a dargli la lezione stabilita, armato di pistole, cominciò ad inoltrarsi nell'andito buio e a salire le scale della casa del Valenti. Questi, sentendoli salire, mentre prima aveva avuto modo, dalla finestra, di notare anche i nervi ed i bastoni che agitavano, armatosi di un moschetto, con pallottole esplosive, intimò loro di retrocedere, minacciandoli altrimenti di far fuoco. I fascisti, forse convinti d'impaurirlo e deciderlo ·alla resa, cominciarono a sparare verso di lui, ma non sapevano di aver sbagliato soggetto, perchè il Valenti, ribelle libertario per natura, per nulla intimorito e ben deciso anzi a vender cara la propria pelle, gridando indietro ... cominciò a rispondere ai colpi, tanto che in breve, due dei 6 fascisti, erano caduti a terra, colpiti a morte, mentre tutti gli altri erano già fuggiti, a gambe levate, abbandonando sul posto i compagni caduti. Ed ora ecco, come In "Pagine Squadriste" Raffaello Riccardi, capo della squadra "Asso di Bastoni" di 'Pesaro, cinicamente descrive le criminali rappresaglie, da lui organizzate, ai danni di un'intera popolazione, inerme e priva di ogni colpa: "Preparai la vendetta. Con u,ia macchina velocissima mi gettai su Ancona, Senigallia, Pesaro. Campane a stormo per lo squadrismo dell'Alta Marca! Rientrai a Fossombrone, precedendo i camions car-ichi di fascisti armati fino ai denti. Fra i primi arrivati vidi i componenti del!"' Asso di Bastoni" di Pesaro e della "Ramazza" di Urbino, poi tutti gli altri. In poche ore alcune centitiaia d'uomini avevano letteralmente occupato le piazze e le strade della cittadina. Bisognava mettere un po' d'ordine". Ed ecco quale genere di ordine cominciò ad instaurare!: "Chiamati a rapporto i capi squadra iniziammo l'az·ione punitiva. Non a caso s'intende. n libro nero, gli indirizzi ed i fascisti del posto ci fecero da sicura guida. Le serrature saltavano a colpi di moschetto e il fiwco purificatore s'incaricava di incenerire le abitazioni dei caporioni e dei più accesi sowersivi, regolarmente fuggiti per i campi. Anche l'assassino materiale di Fabi e Fiorelli s'era dato alla fuga portando seco l'arma. A notte alta m'incamminai verso la cittadella. Appena raggiunto uno dei suoi punti più alti, mi voltai verso Fossombrone, ammantata da una l·uce rossastra che più di cento torce accese sprigionavano. Anche la cittadella bruciava, dall'altra parte del colle. Fossombrone ebbe le sua tragica notte di gala. Festoni di fuoco s'intersecavano. La grande fiaccolata durò tutta la notte. Ali'alba, un'alba triste, fredda, piovigginosa, il fu,no dei cento falò stagnava per le vie". E prosegue oltre: "Cominciò la caccia. Squadre di fascisti, travestiti da contadini, presero i campi. Scrissi a macchina un breve manifestino, minacciando le più violente rappresaglie a quei coloni, che, sia pure per paura, aves- . sero dato asilo all'assassino. Uno di questi individuato, s'ebbe i pagliai in fiamme ed il bestiame abbattuto. Non si poteva e non si doveva fare diversamente''. La storia relativa alla cattura e alla fine fatta fare al Valenti, viene dal Riccardl completamente taciuta e in parte deformata, perchè fu orrenda. In base ai primi verbali medici, di cui ebbi sentore, fatta poi distruggere e rifare, colle minacce, falsandoli, e in base alle varie testimonianze raccolte da me, all'epoca del fatto, anche dagli stessi fascisti, oltre quanto era risultato dalle prime inchieste fatte dai carabinieri, sia in Fossombrone, che di Pesaro, 11tutto cosi può riassumersi. I fascisti, dopo lunghi giorni di vane e affannose ricerche per le campagne, colline e monti circostanti, riuscendo a terrorizzare chiunque, col bruciargli pagliai e fienili, vennero finalmente a scoprire il nascondiglio del Valenti, situato In un fienile di un casolare sperduto. Circondatane cautamente la casa, fin dalle prime ore dell'alba, attesero ch'egli, ignaro dell'agguato, uscisse allo scoperto, disarmato, per andare a lavarsi in prossimità del pozzo. Allora, e non prima, sbucando all'improvviso, da varie parti, colle armi puntate, riuscirono a catturarlo, senza correre alcun rischio. CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1965 7
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