E gli stastlcl e i giureconsulti sanno che giammai diminuzione di severità nel codice penale produsse un aumento d'attentati contro la vita dei cittadini. D'altra parte che il raccolto sia abbondante, che il pane costi poco, che la stagione sia bella, e il numero degli assassinii diminuirà tosto. E' cosa certa, la statistica lo dimostra, che la somma dei reati aumenta e diminuisce in proporzione del prezzo delle derrate e del tempo buono o cattivo . Non diciamo che tutti gli assassinii siano ispirati dalla fame, null'affatto, ma quando il raccolto è abbondante e il prezzo delle derrate accessibili, ·•gli uomini, più tranquilli, meno miserabili del consueto, non si lasciano trasportare dalle selvagge passioni, e non piantano un coltello nel petto del loro simili per un motivo da niente. Inoltre, è noto che li timore della pena non impedl mal ad alcun delinquente di compiere i suoi misfatti. Chi vuole uccidere il suo vicino per vendetta o per miseria n'On si perde a discutere troppo sulle conseguenze; e non esiste assassino che non si lusinghi di sfuggire alla punizione. D'altronde, che ciascuno pensi a questa cosa, al delitti e alle pene, al loro motivi e alle loro conseguenze, pensi con la testa libera da pregiudizi, e arriverà necessariamente a questa conclusione: "Senza parlare di una Società in cui l'uomo riceva una migliore educazione, in cui lo sviluppo di tutte le sue facoltà e i mezzi di valersene gli procurino tanti piaceri che non cercherà di perderli con un assassinio, - senza parlare della. società futura. ma della presente, anche tra questi miserabili prodotti della miseria che ci circonda, - il giorno in cui nessuna pena fosse inflitta ai delinquenti, il numero degli assassinii non si accrescerebbe di uno solo; anzi è molto probabile che diminuirebbe, specie quello del recldivistl, abbrutiti dalle prigionin. • • • • Ci parlano sempre del benefici della legge e degli effetti salutari delle pene. Ma hanno mal cercato di paragonare questi benefizi con la degenerazione che le leggi e le pene stesse diffondono tra gli uomini? Che si faccia la somma di tutte le malvagie passioni suscitate nell'animo degli spettat'Ori dalla vista delle pene atroci che si infliggevano nelle nostre strade! Chi dunque ha svegliato o ingigantito gli Istinti della crudeltà nell'uomo (istinti sconosciuti agli animali, po!chè !'•uomo è dlvenllto l'animale più feroce della terra) se non il re, il giudice e li prete armati dalla legge, che facevano tagliare a pezzi le carni vive, che versavano la pece bollente sulle ferite, disarticolavano le membra, schiacciavano le ossa, spaccavano l'uomo in due, per conservare la loro autorità! Ma si calcoli dunque tutto il torrente di corl'Uzione versato nella società dallo spionaggio, favorito dai giudici e pagato sontuosamente dal governo sotto pretesto di scoprire I delitti. SI penetri nelle galere e si studi la sorte dell'uomo, privo di libertà, mescolato ad altri corrotti che peggiorano a vicenda; si ricordi che le nostre prigioni, con tanti sforzi di progresso, più si rifonnano e più diventano detestabili. Si pensi infine quale corruzione, quale depravazione dello spirito è mantenuta nell'umanità da queste idee di obbedienza, di pene, di autorità che ha il diritto di giudicare e di punire; da queste funzioni di carnefice, di carceriere, di denunziatore - insomma da tutto quest'immenso apparato della legge e dell'autorità. Si rifletta a tutto questo, e si riconoscerà la giustizia e l'umanità delle nostre pretese. D'altronde i popol! meno civili, e però meno imbevuti di pregiudizi autoritari, hanno perfettamente compreso che il "crimlnalen è un disgraziato, e che non bisogna frustarlo, incatenarlo, e farlo cre• pare nel fondo di una prigione, ma sollevarlo con le cure più fraterne, con un trattamento imparziale, con la frequentazione di gente onesta ed educatrice. E noi speriamo che si diffonda tra gli uomini liberi questo grido: - Bruciamo la ghigliottina, abbattiamo le prigioni, licenziamo Il giudice, Il poliziotto, la spia - questo flore del fango sociale - trattiamo da fratello colui che per impulso di passione avrà danneggiato il suo simile; e sopra tutto togliamo al grandi delinquenti, a questo frutto mostruoso dell'odio borghese, il modo di far pompa dei loro vizi sotto forme seducenti; e siamo sicuri che non avremo più da lamentare che pochi delitti nella nostra Società. Ciò che produce la delinquenza, oltre l'ozio, sono la legge e l'autorità; le leggi sul capitale, sul governo, sulle pene e sul reati; l'autorità che le emanaln La Libertà dunque, l'Eguaglianza e la pratica della Solidarietà sono li solo riparo efficace che possiamo opporre agl'lstlntl antisociali di alcuni tra noi. - Fine - Pietro Kropotktne 38 CONTROCORRENTE - Boston, A1'tunm 1965
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