LA LEGGE E L'AUTORITA' (Continuazione del numero precedente> Tutte queste leggi sulla proprietà che ingrossano i codici e fan la gioia degli avvocati, non avendo altro scopo che quello di proteggere l'appropriazione ingiusta della ricchezza sociale a vantaggio di pochi, non hanno alcuna ragion di essere ed i socialisti rivoluzionari sono ben decisi di farle sparire il giorno della Rivoluzione. Noi possiamo infatti, in piena giustizia fare un gran falò di tutte le leggi che riguardano i cosldetti "diritti di proprietà", di tutti i titoli di proprietà, tutti gli archivii - insomma di tutto ciò che si riferisce a questa istituzione che presto sarà considerata una vergogna nella storia dell'umanità, come lo sono la schiavitù ed il servaggio dei secoli passati. Ciò che abbiam detto delle leggi sulla proprietà, si applica completamente alle leggi che servono a mantenere il governo, cioè le leg.gi costituzionali. E' un altro arsenale di leggi, di decreti, di ordinanze, di pareri, ecc. che servono a proteggere le diverse forme di governo. Noi sappiamo perfettamente - gli anarchici lo hanno dimostrato -; che la missione di tutti i governi, monarchici, costituzionali e repubblicani, è di proteggere e di mantenere con la forza i privilegi delle classi possidenti; aristocrazia, clero e borghesia. Un buon terzo delle nostre leggi - leggi "fondamentali" leggi sulle imposte sulle dogane, sull'organizzazione dei ministeri e delle loro cancellerie, sull'esercito, la rpolizia, la chiesa, ecc. - e ce n'è ben delle decine di migliaia in ogni paese - non serve che a conservare, rabberciare e sviluppare la macchina governativa, che a sua volta serve interamente a proteggere i privilegi delle classi possidenti. Analizzate tutte le leggi, osservatele nella loro azione giornaliera, e vi accorgerete che non ve n'è una sola da conservare, cominciando da quelle che abbandonano i comuni del parroco, del grosso borghese paesano e del sottoprefetto e finendo a quella famosa costituzione Oa 19. o la 20. dal 1789) che ci regala una camera di cretini e di borsisti, che preparano la dittatura di un avventuriero, se non il governo di un re travicello. Insomma, rispetto a tali leggi non può esservi dubbio. Non solo gli anarchici, ma anche i borghesi più o meno rivoluzionarli sono d'accordo in questo , che il meglio che si possa fare di tutte le leggi sull'organamento del governo è di accenderne un fuoco di gioia. • • •• Resta la terza categoria, che è la più importante, perchè è intorno ad essa che esistono maggiori ,pregiudizi: le leggi per proteggere le persone, per punire e prevenire "i crimini". Infatti, se la legge gode ancora di una certa stima, si è perchè si crede questo genere di leggi assolutamente indispensabile alla sicurezza dell'individuo. nella società. Sono queste leggi che si sono sviluppate dal nucleo dei costumi utili alle società umane di cui si avvalsero l dominatori per sanzionare il loro dominio. L'autorità del capo-tribù, delle famiglie ricche, dei comuni, del re si fondano sulla funzione di giudici che esercitavano; e anche oggi, trattandosi della necessità del governo, si parla specialmente del suo ufficio di giudice supremo. - "Senza governo gli uomini si scannerebbero tra di loro", dice il laico di campagna, - "Lo scopo finale di ogni governo è quello di dare dodici giurati galantuomini a tutti gli accusati", diceva Burke. Ebbene, contro tale massa di pregiudizi, è tempo che dlclamo altamente che questa categoria di leggi è tanto inutile e nociva quanto le altre. Anzi tutto è noto che i due terzi e spesso anche I tre quarti di tutti i reati contro le persone ricevono l'impulso del desiderio di usurpare le ricchezze altrui. Dunque il giorno in cui la proprietà privata cesserà di esistere, questa immensa categoria sarà costretta a sparire. "Ma, ci dicono, senza leggi punltive, ci saranno sempre dei selvaggi che attenteranno alla vita del cittadini, che meneranno un colpo di coltello ad ogni litigio, che vendicheranno la minima offesa con un omicidio". Ecco il ritornello che cl cantano quando mettiamo in dubbio Il diritto di punlre che esercita la società. Eppure possiamo opporre delle cose inconfutabili come questa: La severità delle pene non diminuisce Il numero dei delitti. Impiccate, squartate, se vi pare, gli assassini, e il loro numero non diminuirà di uno solo. CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1965 37
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