Religiosa in Italia (A.L.R.I.), facendo riferimento all'obbiezione sulla legittimità del detto art. 402 e ben convinto della strumentalizzazione della Corte Costituzionale, scrivevo: "l.;a passata esperienza non autorizza alcuna fiduccia nella obbiettività della Corte Costituzionale, la quale si è rivelata uno strumento di più dell'occulto (ma non troppo) potere del clero". Le tristi previsioni si sono puntualmente avverate. Sarebbe stato davvero strano se fosse avvenuto Il contrario. La situazione italiana va considerata nella sua totalità se si vuole interpretarla. La formula del centro-sinistra, nonostante le pietose scaramucce a pproposito del finanziamento alla scuola privata, ha incoraggiato lo spirito clericale. Se Il P .C.I. "dialoga", il P.S.I. fa qualcosa di più: manda Pietro da Paolo a farlo ... benedire! Più fraterni di cosi! La· sentenza in oggetto è "fatta legge·• 'In nome del Popolo Italiano'. La morte degli Ideali (di tutti gli Ideali) è certamente il formalismo! Che è, infatti, della repubblica democratica (un Ideale rispetto alla monarchia o alla dittatura> ridotta ad una formula astratta, a nome della quale uno sparuto numero di individui, esprime e impone al popolo delle opinioni, delle preferenze e dei propositi assolutamente personali? E non si tratta, beninteso, nel caso specifico, di cariche assolutamente personali? E non si tratta, beninteso, nel caso specifico, di cariche eleggibili a plebiscito universale, per cui il patrocinio virtuale del popolo potrebbe avere semmai una giustificazione teorica! Ma c'è di peggio: consoliamoci! I Patti del Laterano vennero stipulati in nome della Santissima Trinità! E sono tuttora validi anche se la Santissima Trinità non ha alcuna personalità giuridica! Sta di fatto ehe le formule di governo si equivalgono finchè gli interessati (governati, amministrati) non sono criticamente vigili. A proposito della difesa penale della religione "di Stato" dal vilipendio c'è tutta una letteratura di gesuitismo legislativo e giudiziario. Non si tratta, infatti, della perseguibilità delle comuni offese (calunnia, ingiuria, diffamazione, e simili) per cui esistono ben detel'IIlinati dispositivi giuridici, ma di una speciale protezione riservata alla sola religione cattolica, da un qualsivoglia "giudizio" che, a causa della maniera con cui è espresso, può essere ritenuto vilipendio, cioè non più proposizione critica, ma azione puramente offensiva, la quale, tuttavia, non rientra nella configurazione delle offese sopraelencate. Per sostenere tale tesi, il legislatore, dovendo produrre leggi su misura, fa un pietoso scempio della logica. ·Nella sentenza che si considera si legge, tra l'altro: "L'uguale protezione della libertà delle religloni, come tutela delle manifestazioni individuali o a.ssociate di fede religiosa, no~ esclude che l'ordinamento giur-idico possa considerare differentemente le varie confessioni" e più avanti: "La maggiore ampiezza e i11tensità della tutel<:i penale che l'ordinamento italiano a.ssicur,~ alla religione cattolica corr-isponde ( ... ) alla maggiore ampiezza e intensità delle reazioni sociali che suscitano le offese di essa". Mi limito a poche essenziali considerazioni: a) Se la mia comprensione della lingua italiana non è illusoria, la proposizione di sopra significa "uguale protezione distribuita differentemente", cioè, ancora: protezione uguale e differente! Il che, amico lettore, significa prendersi gioco non dico della sovranità, ma dell'intelligenza del popolo italiano. b) La religione, fatto naturalmente sentimentale, emotivo, interiore, quindi individuale e privato, ridotta ad affare di Stato (instrumentum regni) si vilipende da sè: non ha bisogno di essere vilipesa! c) Che la Teligione cattolica sia professata dalla maggior parte degli italiani è una menzogna basata sul sofisma dell'equivalenza dei battezzati con i praticanti. d) Non è vero che un eventuale vilipendio della religione "maggioritaria" comporti maggiore ampiezza e intensità di reazione. Anzi, la maggioranza, appunto perchè tale, può anche non avvertire le invettive di qualche... scriteriato. AI contrario, maggiore sofferenza avverte colui che fa -parte di una minoranza (non importa se religiosa o etnica o politica o linguistica) oggetto di scherno o di sottovalutazione. e) Non è vero che un gesto irrazionale e impulsivo, quale dovrebbe essere quello del vilipendio, possa preoccupare una maggioranza di cittadini saldamente convinti della religione che professano. Tutt'al più questi possano esprimere commiserazione, quando non sono capaci di persuasione e CONTROCORRENTE - Boston, .Autumn 1965 33
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