Controcorrente - anno XXII - n. 47 - autunno 1965

siasmo. Quando la $erano ha mandato l'articolo su Berneri-Zaccaria non ,pote\'o fare Il censore. Ella non era una nuova venuta. Conosceva bene l'ambiente. Conosceva la Berneri e Zaccaria meglio di noi. Non era il mio posto mettere la museruola. Questa è una cosa che non ho fatto mai. Non è stato mai nelle nostre intenzioni calunniare o menomare l'importanza di nessuno. Nè morti, nè vivi. Abbiamo creduto nella libertà di espressione, e l'abbiamo accordata a tutti i compagni, su qualsiasi soggetto. Questo è un fatto risaputo da tutti. Se i compagni invece di insultarci avessero chiesto lo spazio per chiedere alla Serano di chiarire la sua critica, saremmo stati ben lieti di dar corso alle loro richieste. Noi siamo sempre stati disposti di cooperare al fine di correggere errori e malintesi. Col silenzio non si risolve nulla. Quando è possibile dovrebbe essere rimediato alle cose mal fatte. Noi abbiamo l'abitudine di parlar chiaro, perchè riteniamo che il movimento anarchico è un movimento di libertà e non una sacrestia. Per questa ragione risentiamo gli editti che tendono a mettere la cappa di ferro e incatenare la libertà di espressione al compagni italiani insorti a denunciare il malNota italiana costume che prevale nelle gerarchie del movimento. Questa nostra attitudine ci ha reso impopolari negli ambienti in cui predominano i piccoli "duci" che hanno ereditato dal fascismo attitudine e mentalità. Sfortunatamente essi si sono introdotti ed affermati anche nel nostro movimento. Soprattutto determinati a denunciare il malcostume col quale si mira a insudiciare la $erano e si sono infamati altri compagni prima di lei. Non vale la pena di menzionare che le ingiurie e le invettive più Infamanti galoppano contro la $erano, messe In giro dagli elementi che si sono sentiti toccati dalla sua critica. Certe cose non fanno senso, ma questo è l'ambiente e guai a chi è preso di mira dagli energumeni che posano a "puri" e non vogliono essere criticati. Sono lieta di averti spiegato la nostra poSIZlone. Mi auguro di essere stato chiaro. Se vi sono rimasti dei dubbi, scrivi ancora e cercherò di chiarire meglio. La differenza nella valutazione delle cose non,è ragione sufficiente per continuare a guàrdarci In cagnesco. Con ciò chiudo il lungo discorso. Ti strb1go fraternamente la mano. Aldino Felicani TRA GESUITISMO E FASCISMO Legittima l'intoccabilita' della Religione di Stato! La Corte Costituzionale, con sentenza n. 39, depositata in data 31 maggio 1965, ha ritenuto costituzionalmente legittimo l'art. 402 del Codice Penale, che prescrive una speciale tutela penale alla religione dei papi! La questione era stata sollevata dal Tribunale di Cuneo durante il procedimento contro la signora Maria Invernizzi, nota da tempo come la "riformatrice di Cuneo", accusata di vilipendio a mezzo di vignetta, su giornale murale, significante la rapace venalità dei vari cristianesimi, facenti corona al cattolico, in spietata concorrenza tra di loro. (La Sl!ampa del 7 febbraio 1963 parlava di un"'illustrazione raffigurante il soglio di San Pietro, verso il quale muove un gregge di pecore sospinto da un religioso cattolico dalle cui tasche rigonfie cadono banconote di grosso taglio, e da altri sacerdoti di confessione luterana, evangelica ed ortodossa".) Mi sono occupato spesso del sofisma persecutorio del reato di vilipendio. E' uno strumento molto comodo di cui non vuol privarsi Il policefalo potere clericale. All'epoca dello scoppio del caso Invernizzl, vicino ad uno dei tanti "infortuni giudiziari" del coraggioso anarchico Franco Leggio, nell'articolo "Il rogo di Bruno brucia ancora ... " (pubblicato dal Leggio, ma non dalla "Ragione", cui era destinato, chissà forse per non compromettere l'incipiente affettuoso dialogo con la Chiesa) scrivevo: "E' arte specifica del potere clericale il sapersi prolungare nel e con i mezzi altrui". E nel mio intervento al terzo convegno nazionale dell'Associazione ,per la Libertà 32 CONTROCORRENTE - · Boston, Autumn 1965

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==