TRIBUNALIBERA Quando lnlna.mmo queata nabrica era nelle no• ■tN Intenzioni d&l'o al compagni elle dlaoentono cl&Jle opl.nionJ. espnae d&1 noatrt oollabor&U>rt \ID a.n&olo per eeprt.men le ragioni del loro dJaemo. L'a.na.rchlamo come lo aenU&mo not, r1ooooece Il cllrttto di dluentlro. Por queet& ~ &bbl&· mo ritenuto foue neceuarto rtNrvaN un ansolo tn cul sta POH1bt1• ''a.rteggta,re'' U' dtNe,uo ama& llmltulonl. Noi ■Jamo coovtnu elle ■o1o dall& d.lacuHlone eondotta NNDUnente • lnUW,..mWmente, dovrebbe UIC1re la. ooncluaton. b&N.t& ~ buon ..,,.o. Q,_to e' Id ocopo pndeo d1 que■t& rubrtoa.. Nesu uJUml teax,pl Il - del c,o_..,.i nel mantfeet&N optnlonl dlaenz.1ea.U llt •• fatto plu' tn.l.ltente. Clo' ta. pla.oeN. In alcuni cui ■I •• tatto UIO d1 rt1eou.meoto ~ A.bbC&mo decWO di non pubblicare. Qua.ndo U r1Na.Umt:nto plstla U poeto del 'buon atm80, 1& d11c:Ulllioae •• reu. aui,6rtJU&. Non ffl'V• a nulla. • a neuuno. Not ala.mo determJ.na.U & non lncor&11t&N U pereom.Jtamo. Fino ad ora a.bblamo pubblicato tutto quello che poteva indurre ad 1ncoracs1&re dl.lcua• 1lonl d'idee e lnterpreta.ztoni d1 eno.U. Abbl&mo anche pubblicato COM che, NOOOdo noi, fanno a coul coo. l& log1.e& e 11 bUon NUO, Abbt.&mo pubbUe&to commenU d.1penone che, come e' r!A· puto, difendono regtm1 ohe tanno ,trame dilla llberta.' • farebbero IO - coo I& DOella vii.a, •• ne aveuero la P()MlbWta'. Abbiamo voluto d!.molltraN che U noa.tzo con• cetto della Ubert&' non e' eluUco e opl)Ol'tUDlatlcO, Que.to •pfep. percbe' qua1cbe volt& pubbllcb.tamo 141ttere che non ai PoN()no rtu.eUAC&Ntn aeaUA modo. Continueremo a. pubblleare le lettere protutat&ne cbe cl rtun.gouo. Na.turalmente pnt.,.. rtamo che UH atano armate con noDM• cosnomt. E• stuato che chi acrtve u•mna la NapOGa.blllta• 41 quello che scrlve. Se .i pretvtace, p\lO' ..-re uato un puudontmo, purobe' U nome U& da oot oono1cluto. A coloro che acrtvooo raccomandla• mo bNvtta' • oblettlYlta'. Dove va l'anarchismo ... ? L'anarchismo sta soffrendo la sua più grave crisi. Non è la solita crisi di crescenza, come si potrebbe dire ottimisticamente, ma una crisi vera senza sbocchi e prospettive. Esso urta sempre più contro le proprie contraddizioni e risulta viepplù scosso, frantumato, nullificato. Nessun movimento nasce perfetto, ma si perfeziona (o degenera) strada facendo. L'anarchismo è nato sl come rivolta, ma come "rivolta costruttiva", ovvero come "forza" che avrebbe dovuto sostituire agli ordinamenti basati sullo sfruttamento altri ordinamenti basati sulla giustizia economica e sulla solidarietà. L'anarchismo "vero" (escludo quello puramente "protestatario") è nato come "espressione rivoluzionarla e come tale non poteva avere altra norma che !'"azione diretta• con tutte le possibili sfu- · mature. Ma il progresso non è fatto solo di urti violenti, bensl anche di lenta maturazione di uomini e situazioni. Tutto Il divenire è ritmico: è una legge di natura evidente in tutte le cose. Tutto ciò che è .monotono, stanca. L'anarchismo è rimasto legato alla propria infanzia, ma si può anche dire che, procedendo nel tempo, "si è vuotato di se stesso". In altre parole, esso ha conservato solo l'espressione rivoluzionarla. Quanto all'azione diretta, esso è tuttora su questa posizione, ma solo "virtualmente". Si può aggiungere che "virtualmente" l'anarchismo non ha perduto nulla, ma "di fatto", tutto! Infatti, esso non era prepa. rato all'altro momento del "ritmo storico": a quello semplicemente evolutivo o del "gioco politico•. Anche se gli anarchici non contano più gli attentati e le azioni di piazza di una volta, essi "sognano• tali fatti come le uniche vie di demolizione e ricostruzione sociale. Ma le circostanze polltlche, economiche e psicologiche sono cosi mutate che è assurdo dare a tali e simili possibili fatti un valore diverso dall'episodio. Ed ecco la genesi e lo sviluppo dell'errore fondamentale dell'anarchismo "tradizionale": 1) L'avere identificato nell'azione diretta l'astensionismo politico, anche se nella forma attiva; 2) l'avere assunto tale astensionismo come principio; 3) l'essersi "cristallizzato• in tale falso principio; 4) l'avere ridotto tale presunto astensionismo alla sua forma passiva: astensionismo governativo, amministrativo, elettorale, ecc. Analizziamo: a) L'azione diretta o comunque rivoluzionaria e illegale non è azione apolitica, ma un modo speciale di Influire sugli esistenti ordinamenti politici allo scopo di "modificarli". L'abolizione di un sogno di assoluta giustizia e libertà. b) Non può essere assunto come principio ciò che può essere solo un atteggiamento tattico. Ammesso, per assurdo, che sia possibile una "vera totale astensione politica dentro un ordlnamen to politico" In un certo momento, non si può sostenere che la stessa sia possibile In ogni altro momento. cl Oggi l'anarchismo s'identifica con la forma passiva del presunto astensionismo CON'I'ROCORRENTE - BoatOff., Au4ffll,n 1965 15
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