nell'aula alcuni spettatori si alzarono in piedi e tutti avrebbero fatto lo stesso se non fossero stati prontamente intimati dagli uscieri di stare seduti. Quando fummo richiesti se avevamo qualcosa da dire, Nicola parlò brevemente, io a lungo. Quando terminai guardai intorno e vidi che le donne piangevano e gli uomini avevano la bocca storta e contratta e il viso convulso. Potei salutare la signora Evans e molte donne americane che vennero alla gabbia per salutarmi e congratularsi. Nel frattempo un vecchio prete, non potendo avvicinarmi, mi gridò da lontano: "Bravo \ ·anzetti, hai parlato bene", e ieri mattina mi venne a salutare". Ormai le speranze sono legate a un esile filo, e Bartolomeo Vanzetti le trasfonde più per la serenità dei suoi che per se stesso. Ma nonostante la dura lotta di sei anni, nonostante che decine di milioni di persone in tutto il mondo si siano mosse in suo favore, e in favore di Sacco, egli sa ormai che una terribile, disumana giustizia è decisa a mandarlo a morte. La sua ultima lettera è senza data: "Io sono innocente! Io posso tenere alta la fronte! La mia coscienza è pulita! Muoio come ho vissuto, lottando per la Libertà e per la Giustizia. Oh, che io possa dire a tutti gli uomini che non è per quel delitto mostruoso che io sono condannato! Nessun verdetto di morte, nessun giudice Thayer, nessun governatore Fuller, nessuno Stato reazionario come quello del Massachusetts possono trasformare un innocente in assassino. Il mio cuore è traboccante d'•amore per tutti quelli che mi sono cari. In che modo dir loro: addio? Cari i miei amici; cari i miei difensori! A voi, tutto l'affetto del mio cuore, a voi tutta la gratitudine di un soldato caduto per la Libertà. Voi avete lottato con fede e coraggio. Il fallimento non vi è imputabile. Non disperate. Continuate la battaglia intrapresa per la libertà e l'indipendenza dell'uomo". puntini sulle "I" Sono le ultime parole di Bartolomeo Vanzetti, di un innocente. "Sono innocente" Ma il 9 aprile, in tribunale, dinanzi ai suoi persecutori, Vanzetti pronunziò parole che ancora oggi mettono i brividi. E' un uomo che sopporta sulle proprie spalle il peso di una enorme tragedia, ma con appassionata nobiltà: "Sl. Quel che ho da dire è che sono innocente, non soltanto del delitto di Braintree, ma anche di quello di Bridgewater. Che non soltanto sono innocente di questi ultimi due delitti, ma che in tutta la mia vita non ho mai rubato nè ucciso nè versato una goccia di sangue. Questo è ciò che voglio dire. E non è tutto. Non soltanto sono innocente di questi due delitti, non soltanto in tutta la mia vita non ho rubato nè ucciso nè versato una goccia di sangue, ma ho combattuto anzi tutta la vita, da quando ho avuto l'età della ragione, per eliminare il delitto dalla terra... Non augurerei a un cane o un serpente, alla più miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un'altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perchè sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perchè sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto di più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora". Ha compreso la nostra televisione che cosa perde e che cosa ci fa perdere, tenendo nel cassetto il ricordo di un uomo cosi nobile e cosi puro? Giuseppe Pedercini In attesa di dar vita alla seconda repubblica e al più grande partito repubblicano del mondo, l'on.Pacciardi ha dato alla luce un settimanale a rol'ocalco, che si fregia del titolo "Folla". Come tutti i nuovi padri, se ne va in giro orgoglioso con la: sua creatura tra le braccia, mostrandola a tutti per sentirsi elogiare. Ma, per sua sfortuna, si imbatte nell'on. La Malta, suo eterno rivale, il quale ostenta un sorriso e gli va incontro con apparente cordialità: "Ho letto il tuo giornale", dice e poi aggiunge: "E' veramente bello ... Peccato che, forse nella frettolosa preparazione del primo numero, siate usciti con un refuso grande cosi proprio nel titolo ... " * * * * * Sic non vobis Randolfo Pacciardi si dà da fare enormemente per diffondere le sue nuove teorie contro "l'influenza nefasta dei partiti" e a favore dell'aumento dei poteri del presidente deUa repubblica che, sempre secondo Pacciardi, dovrebbe avere 11 peso e l'influen7!a che hanno De Gaulle e il presidente degli Stati Uniti. Insomma, dovrebbe essere capo dello Stato e capo del Governo, vero arbitro della politica de'! paese. "D'accordo - gli risponde l'on. Covelli, dopo averlo ascoltato con attenzione - ma se dopo questa riforma eleggono presidente della repubblica La Mal fa?". CONTROCORRENTE - Boston, Summer 1965 27
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