Controcorrente - anno XXI - n. 46 - estate 1965

qualsiasi show con il quale riempire venti minuti di vuoto sul video. Nè, d'altra parte, il pretesto delle scorte è valido: negli ultimi mesi la RAI-TV ha •acquistato in blocco 300 film e, negli ultimi tre anni, si è assicurata 500 telefilm. Noi riteniamo che quella dei due italiani ingiustamente condannali a morte sia una storia esemplare che tutti dovrebbero, e il più presto, conoscere. "Sacco e Vanzettl" fa parte, a nostro parere, di quella televisione edu• cativa che gli alti funzionari della TV dicono di perseguire e che contraddicono proprio dal momento in cui una vicenda che ha commosso il mondo di quarant'anni fa viene trattata come un "Bonanza" qualsiasi invece di essere inserita In quel ciclo del "Teatro nel mondo" di cui, a ragione, si mena gran vanto. Ciò che chiediamo, dunque, anche a nome di numerosi lettori che ci hanno scritto dopo il nostro primo articolo, è che il dramma venga sollecitamente trasmesso, con il dovuto rilievo e il necessario rispetto. Nel dramma che si iniziò nel 1920 e si concluse nel 1927 con due esecuzioni alla pena capitale, spicca la figura di Bartolomeo Vanzetti, l'operaio italiano che, nato a Villafalletto in provincia di Cuneo, emigrò giovanissimo negli Stati Uniti. Vanzetli combattè fino all'ultimo per ottenere giustizia per sè e per il suo compagno di pena Nicola Sacco. Attraverso le lettere che egli scriveva assiduamente alla famiglia vive tutta la sua agonia di uomo giusto sul quale Incombe la sentenza di morte. Si è fatto un paragone con Chessman, il bandito dalla luce rossa, che studiando e scrivendo da se stesso i ricorsi, guadagnò dieci anni di vita prima di salire sulla sedia elettrica. Mai, però, paragone fu più infelice e improprio. Chessman era veramente un poco di buono che si redense durante la S'Ua lunga detenzione, sicchè si può dire che, entrato in prigione delinquente, entrò purificato, diverso, nella camera a gas. Bartolomeo Vanzetti fu innocente prima di essere accusato e innocente mori. Mentre milioni di persone, in tutto il mondo civile, protestavano contro il giudice Thayer, deciso a farla finita con "i due sporchi italiani", Bartolomeo Vanzetti scriveva ai suoi la cronaca delle sue tremende giornate. E il senso di queste giornate, con le gioie, le disperazioni, le speranze, le buie attese. eccolo, nei brani più significativi della lettera dell'ultimo anno, sino aJla soglia deJla sedia elettrica, li 23 agosto 1927. Il 19 settembre 1926 Vanzetti cosi scriveva alla sorella Luigina: "Il processo ha preso l'aspetto di uno scandalo nazionale, coinvolgente persino le autorità federali. Non entro in dettagli perchè sono certo che sarete Informali dalla stessa stampa italiana. Qui, I più dotti credono che Thayer dovrà darci un nuovo processo. Però, non c'è da farsi soverchie illusioni. Il nemico non vuole mollare, è potente, e Thayer è capace di ogni vile ferocia. Ciò non toglie che noi possiamo, p1u o meno presto, vincere la causa. E poi, io voglio vincere, ad ogni costo". Ma la realtà, la terribile realtà, si fa strada perchè "la verità è che Thayer non vuole darci un nuovo processo perchè sa che noi vinceremo. Egli sa che a darci un nuovo processo, e poi non può processarsi, come talora si fa in America, sarebbe come la conferma delle autorità alle critiche mosse loro. A darci e farci un altro processo, sarebbe ancora peggio: tutte le infamie, gli abusi, i torti, i falsi commessi contro di noi nel primo processo, verrebbero scoperti ad uno ad uno, nel corso del secondo processo; sarebbe il più vergognoso e criminoso scandalo, esposto cll'esecrazione di tutti i buoni. Thayer non ha che un mezzo per vincerci: negarci un nuovo processo". In Italia, neJle sfere ufficiali, il governo si dimostrava molto tiepido al riguardo della revisione del processo. E si spiega: Sacco e Vanzetli avevano sempre dimostrato una avversione al regime che aJlora si ,andava consolidando, e li regime si "vendicaV'll". Ma Vanzetti spera che qualcosa si possa rare, di concreto, e li l.o ottobre scrive ancora: "Ed ogni cosa 11mmessa e considerata. ora, se il i;:overno italiano non solo finge di volerci liberare, ma veramente lo n1ole, ora, ripeto, gli sarebbe facilissimo liberarci con mezzi amichevoli". Lotta per la vita Sono le ultime battute di una lotta per la vita. Siamo al 24 ottobre e il giudice ha detto no a un altro processo: "lo sono stato sempre sicuro che il giudice avrebbe rifiutato. E' il peggiore assassino della terra. Ma non perdetevi d'animo. Come vi ho precedentemente informati, la battaglia non è ancora perduta, tutt'altro. Io mi sento veramente bene e la notizia non ml ha fatto nè caldo nè freddo". E' passato Natale e un nuovo anno si è Iniziato, Il fatale 1927. E' una dolce lettera, quella del 16 gennaio alle sorelle e al fratello: "Il vostro dono natalizio mi è giunto Ieri. Sono due maglie, sei fazzoletti, una penna stilografica e una bottiglia d'inchiostro. Io sono commosso e grato per questa vostra prova di affetto e vi ringrazio dal più profondo del cuore. La penna e i fazzoletti mi sono utilissimi e, i secondi. assai cari come ricordo della nostra mamma. In quanto alle belle maglie, tenterò di serbarle per tempi migllori. La dogana e il trasporto da New York a qui, costarono 4.25 dollari. che pagai ben volentieri. Questo anno ho ricevuto mo! tlssiml auguri e regali per le feste natalizie e il Capodanno: libri, una cravatta e una sciarpa di seta, un diario e quasi cento dollari In contanti. Ora, il vostro regalo. Beh! c•~ ancora chi mi ricorda e mi vuol bene; e come. Per ciò io vi esorto di affrontare questo nuovo anno con forte cuore, con mente serena, fermi e imperturbabili". I giorni camminano Inesorabili verso la catastrofe e il 9 aprile "fummo portati In Corte e sentenziati. Quando entrammo 26 CONTROCORRENTE - Bosto11, Summer 1965

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