Controcorrente - anno XXI - n. 46 - estate 1965

GARDNER"PAT" JACKSON Era il più docile degli agitatori, il più sensitivo attaccabrighe, l'amico dei desolati nullatenenti. Era anche il confidente e la coscienza di tanti potenti, n·onchè il brioso conversazionista in tanti ricevimenti. Rare volte il suo nome prese posto nelle prime pagine a grandi titoli, e quando mori sabato scorso all'età di 68 anni, nessun giornale fermò le macchine in segno di lutto. Eppure per 40 anni vigorosi - dei quali tre decenni spesi in Washington, D.C. Gardner "Pat" Jackson fu una leggenda e nello stesso tempo una significante figura nella lotta contro l'ingiustizia. Egli era il discendente d'un ricco magnate di ferrovie di Colorado Springs e l'eredità a cui venne incontro gli rese possibile seguire quel suo modo di vivere. Fu l'occasione di una inquisitiva e scettica osservazione di sua moglie, Dorothy, sulla condotta della magistratura nel Massachusetts che lo persuase, allora giovane reporter del Boston Globe, a dedicare il suo tempo al caso Sacco e Vanzetti. E non fu soltanto danaro che egli, ricco, successivamente spese in migliaia di imprese nella difesa della povera gente. Più ancora egli contribuì un appassionato spirito che mai perdè - quel suo preoccupante interesse per l'individuo nel corso di servire l'umanità. Fu una mente irrequieta e romantica che s'afferrava alle cose più significanti e durature fra gli "slogan" di ogni giorno. Fino all'ultima fase della sua vita, quando i battiti del cuore cominciarono a rallentarsi, egli rimase una figura rigogliosa che irradiava tutto intorno a lui cd il suo gusto di impegolarsi nella lotta per la giustizia non cessò mai. . . . . Egli avrebbe potuto divenire un capriccioso donnaiuolo, un magnate oppure qualche altra variazione di ciò. Era un giovane di bella presenza ed aveva anche molto spirito gregario. In un'era come questa di dottrine ,psichiatriche, tante teorie si potrebbero avanzare per spiegare perché J ackson, ancora giovane studente all'Università di Amherst, egli rimaneva suscettibile alle idee libertarie di Alessandro Mciklejohn, che aprirono la via a quella sua mai interrotta associazione con Aldino Felicani, il tipografo anarchico di Boston con cui associò durante tutti quei mesi di veglia e di agonia, precedenti la morte di Sacco e Vanzetti. Per molti della generazione di Jackson quell'esecuzione segnò il totale eclisse dalla vita americana. Qualcuno passò al comunismo, altri si dimisero dal consorzio umano, ma Jackson prosegui con la sua inchiesta per la giustizia. Nel principio del 1930, Jackson con la sua vigorosa e stoica consorte si trasferì a Washington, D. C. Ufficialmente egli rappresentava come corrispondente un giornale canadese. Presto egli divenne un funzionario governativo presso la Agricultural Adjustment Administration (N.d.T.-Henry Wallace era allora ministro per l'Agricoltura.) Non rimase a lungo a questo posto. Ci fu un'acuta divergenza in seno all'Amministrazione della A.A .A. Jackson con altri venne "purgato" da Wallace dietro pressione di rappresentanti dei grandi agricoltori che facevano del cosiddetto "Farm Lobby". Eppure 10 anni dopo si trovò fra quelli che sollecitavano la rielezione di Wallace nella agitata convenzione del 1944. In ogni modo questa sequenza di cose erano simboliche della profondità e della elasticità delle sue relazioni con persone altolocate le quali alternativamente ,apprezzavano i suoi savi e scrupolosi consigli e la sua incorrottibilità che spesso descrivevano come inapplicabile. Egli, a sua volta, aveva un quasi ossessionato spavento per il potere. I suoi denigratori diranno che egli aborriva la responsabilità, e forse fu vero, ma la grande verità è che le sue vanità furono meschine e non ebbe mai ambizione di ingrandire. Ogni volta che venivo •a contatto con lui sembrava domandasse se eri rimasto fedele a te stesso. Certe volte a modo di sfida rivolgeva quella domanda a persone che credevano che la loro posizione econon1ica era tale da renderli immuni all'interrogazione. Lavorò strettamente con John Lewis e la ruppe anche con questi quando Lewis infruttuosamente cercò di condurre la e.I.O. nel campo isolazionista antirooseveltiano nel 1940. Anche se nel '30 aveva dimostrato simpatie per i comunisti Jackson CONTROCORRENTE - Boston, S11mmer 1965 13

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