Controcorrente - anno XXI - n. 44 - inverno 1965

LA LEGGE E I. - "Quando l'ignoranza è nel seno delle Società ed il disordine negli spiriti, - le leggi divengono numerose. Gli uomini aspettano tutto dalla legislazione, e siccome ogni legge produce un nuovo disinganno, essi sono indotti a domandare continuamente alla legislazione ciò che può risultare soltanto dall'opera loro, dalla loro educazione, dallo stato dei loro costumi". - Non è certo un rivoluzionario colui che ha scritto ciò e nemmeno un riformatore. E' un giureconsulto, il Dalloz, l'autore della raccolta delle leggi francesi, conosciuta sotto il nome di "Repertorio della legislazione" eppure queste parole, quantunque scritte da un uomo che era egli stesso un fabbricante ed un ammiratore delle leggi, rappresentano perfettamente lo stato normale delle nostre società. Negli Stati attuali una legge nuova è considerata come un rimedio per tutti i mali. Invece di riformare da sè stesso il male, si comincia col domandare una legge che vi metta riparo. La strada tra due villaggi è impraticabile? e il contadino dice che ci vorrebbe una legge sulle strade vicinali. La guardia campestre ha insultato qualcuno profittando della viltà di coloro che portan rispetto? e l'insultato dirà che ci vorrebbe una legge che ordini alle guardie campestri di essere più garbate. Il commercio e l'agricoltura languiscono? "Bisogna. fare una legge protettrice": cosi :regionano il coltivatore, l'allevatore di bestiame, il mercante di grano; e fino il rivendugliolo di stracci vecchi domanda una legge che protegga il suo piccolo commercio. Il padrone abbassa i salarii o allunga la giornata di lavoro? "Ci vuole una legge che rimedii a ciò" - esclama il deputato in erba; invece di dire all'operaio che c'è un altro mezzo ben più efficace di "rimediare a ciò" ed è di riprendere al padrone quello che egli ha rubato a intere generazioni di operai. Insomma sopra ogni cosa una legge! una legge sulle strade, una legge sulle mode, una legge sulla virtù, una legge per opporsi a tutti i vizii ed a tutti i mali che derivano solo dall'indolenza e dalla vii tà degli uomini! Noi siamo tutti talmente pervertiti da un'educazione che sin dall'infanzia cerca L'AUTORITA' di sedare in noi lo spirito di indipendenza e di promuovere quello di soggezione; noi siamo talmente pervertiti da questa vita trascinata sotto la sferza della legge che regola tutto: la nostra nascita, la nostra educazione, il nostro sviluppo, il nostro amore, le nostre amicizie, che alla fin fine, se continua cosi, perderemo ogni iniziativa, ogni abitudine di ragionare con la nostra testa! Sembra ormai che le nostre società abbiano smarrito la coscienza che si possa vivere altrimenti che sotto il regime della • legge, elaborata da un governo rappresen- 'tativo ed applicata da un pugno di governanti; e quando per caso esse arrivano ad emanciparsi da questo giogo, il lor~ primo ,pensiero è quello di riprenderne subito un altro. "L'anno I della Libertà" non è mai durato ,più di un giorno, perchè, dopo averlo proclamato, l'indomani stesso gli uomini si ricacciano sotto il giogo della Legge e dell'Autorità! • • • Sono migliaia d'anni che i nostri governanti ripetono di continuo in tutti i toni: Rispetto alla legge, obbedienza, all'autorità! E in questo sentimento il padre e la madre allevano i loro figliuoli; e la scuola lo fortifica, cercando di mostrarne la necessità ai fanciulli, a poco a poco, mediante dei ritagli di scienza bugiarda abilmente ammannita; facendo un culto dell'obbedienza alla legge; unendo il Dio e la legge dei padroni in una sola e identica divinità. L'eroe della storia ch'essa fabbrica è colui che obbedisce alla legge, colui che la difende contro i ribelli. Più tardi, quando il fanciullo entra nella vita pubblica, la società e la letteratura con l'opera d'ogni giorno e d'ogni istante, come la goccia d'acqua che scava la pietra, continuano a inculcargli lo stesso pregiudizio. I libri di storia, di scienza politica, d'economia sociale rigurgitano di questo rispetto alla legge. Han perfino messo a contribuzione le scienze fisiche, e, introducendo in queste scienze di osservazione un linguaggio falso, preso a prestito dalla teologia e dall'autoritarismo, son pervenuti abilmente a confonderci la mente, e sempre allo scopo di mantenere il rispetto della legge. La stampa serve allo stesso scopo; infatti non c'è articolo nei giornali che non propaghi l'obbedienza alla legge, mentre CONTROCORRENTE - wtnter 1965

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