TRIBUNLAIBERA Quando iniziammo questa rubrica era. neue no• 11tre Intenzioni da.re &1 compagni che dJHentono dalle opinioni eapresae dal noatrl colla.bOratort un angolo per esprimere Je ragtont del loro dlaaen!O. L'anarchismo come lo aenttamo noi, riconosce U diritto 41 d1Bsenllre. Per questa ragione abbia• mo ritenuto fosse necessario r11ervare un angolo In cui ala possibile "arieggiare,. tl dtasenao senza. Umttazionl. Noi slamo oonvlnU che aolo dalla dtacusstone condotta serena.mente e Intelligente• mente, dovrebbe usclre la conclWJlone basata eul buon senso. Questo e• lo acoPo preciso di questa rubrica. NegU uIUmi tempi U concorso del compagni nel manifestare oplnionl dJuenztenU at o' fatto plu' tnsJstcnte. Clo' fa piacere. In alcuni cui Bi e' fatto uso di risentimento penonate. AbblamJ decl.80 di non pubblicare. Quando Il risentimento piglia n posto del buon senao, la dJscusslone e' resa auperf,lua. Non serve a nulla e a ncsauoo. Not slamo determlnatt a non tncoraggla.re U per. eonaliamo. Fino ad ora abbiamo pubblicato tutto quello che poteva Indurre ad incoraggiare dJacua• atoni d'idee e Interpretazioni dt evenU. Abbiamo anche pubblicato cose che, secondo not, fanno a cozzi con la logica. e Il buon aeneo. Abbiamo pubblicato com.menu di penone che, come e' rtae.• puto, difendono regimi che tanno stra.me della. Uberta' e farebbero 10 rleeeo oon la nostra vita, -ae ne avessero la PosslbUlta'. Abbia.mo voluto dimostra.re che U nostro con• cetto deHa llberta' non e' elastico e opportunistico. Questo spiega. perche' qualche vo1t& pubblichiamo Jettere che non at possono glusttftcare In nessun modo. Continueremo a pubbJlcare le lettere pro• teata.tarte che cl giungono. Natura.Jmente prete• rtamo che esse alano drmate con nomo e cognome. E' gtuato che chi scrive usuma. l& responsablllta' di quello che scrive. Se sl preferisce, puo' essere usato un pseudon1mo, purcbe' Il nome sta da. noi conosciuto. A coloro che scrivono ra.ccomandlo.• mo brevtta• e oblettlvita.'. La sola "scelta" ragionevole Non milito e non scrivo da molti anni perchè ad un certo punto mi sono rifiutato di ostinarmi a seguire 11 nostro povero movimento sulla strada tradizionale che mi sembrava ormai insulsa in quanto non suscettibile di pesare almeno in qualche modo sugli avvenimenti e, pertanto, sul complesso della evoluzione e trasformazione sociale. Non ml sono però mai stancato di osservare con passione tutto quel che succedeva in campo anarchico e più di una volta il bisogno di portare la mia sia pur modesta pietra ha minacciato di prendere li sopravvento. Come si fa a star sempre zitti quando si crede di poter dire qualcosa di utile? L'articolo di Brand, apparso sul numero 41 di "Controcorrente" tocca un argomento eh!! mi è stato sempre molto a cuore per il fatto della sua grande importanza e mi costringe, oserei dire, a chiedervi spazio. Mi sembra perfino che ci possa quasi essere della vigliaccheria nel non pronunziarsi impegnativamente in merito per il fatto che della nostra scelta nei confronti dei due enormi blocchi contrastanti deve necessariamente dipendere ogni attività personale e collettiva. E' infatti di per sè evidente che se si va a "sinistra" bisogna comportarsi in modo di non andarci proprio per niente e, peggio, di non andarci soltanto per fare il magnifico gi·oco di chi non sa nemmeno bene dove vuole arrivare. E se poi si va a "destra" bisogna naturalmente comportarsi in modo ben diverso e, sopratutto, bisogna operare fortemente sulle potenziali possibilità evolutive della destra stessa. Stare in mezzo non si può senza almeno darsi da fare con criterio per tentare di mettere assieme un vasto movimento di "terza forza" capace di strappare sane energie agli ,uni ed agli altri per convogliarle verso scopi superiori anche se, e per forza di cose, non palesemente anarchici. Ma la idea di una terza forza, la sola che avrebbe potuto impedire all'anarchismo militante di sacrificarsi inutilmente e peggio, non è stata afferrata dagli anarchici al momento opportuno e sembra difficile possa essere ripresa in entusiasmante considerazione. Del resto l'anarchismo non è schierato su nessuna posizione costruttiva e c'è addirittura da meravigliarsi vedendolo Il a far niente in un mondo dove tutto bene o male si muove almeno nel tentativo di non farsi tagliar fuori dal corso degli avvenimenti. Nel suo complesso questo movimento molto roboante sembra piuttosto deciso a continuare nella sua critichetta, che investe indistintamente un po' tutti, perchè tutto invasato della sacra preoccupazione di non "sporcarsi" a contatto con forze che, per non essere illuminate dal sole dell'Anarchia, non possono far niente di buono ... Ma Brand ha ragione: come si fa a "star fuori"? I fuorusciti di Parigi si trovavano generalmente "fuori" dalla "Lega dei Diritti dell'Uomo" ma ricorrevano costantemente alla Lega stessa ogni qualvolta si trovavano nei guai. Non volevano rafforzare con la loro presenza attiva un organismo "borghese" - che con loro sarebbe poi stato perlomeno un po' meno borghese - ma la realtà li costringeva a chiederne i favori; e con simile atteggiamento non dimostravano certo enorme correttezza e spiccato senso politico. Durante l'ultima guerra quasi tutti gli anarchici si dichiararono logicamente contrari alla immane carneficina ed affermarono che, non potendosi mettere contro, bisognava star fuori; ma nel pieno del loro cuore si auguravano tutti che non vincesse il fascismo, e con ciò non brillavano certo per quella coerenza intima che vuol poi dire coraggio morale. Nella lotta fra capitalismo borghese e comunismo dittatoriale sentono tutti molto bene che il peggiore dei mali sarebbe pur 16 CONTROCORRENTE - Winter 1965
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