Controcorrente - anno XXI - n. 44 - inverno 1965

sellì a pag. 25C>:"Il gran fatto psichico che distingue l'uomo dall'animale è questo: che in lui la coscienza acquista, per cosi dire coscienza di se medesimo». Secondo u~ mio parere, l'autocoscienza nella bestia non è completa, perfetta, invece è perfettissima nell'uomo, perciò l'uomo è già nell'essenza, ossia come spirito, nel mondo dell'Assoluto. Si comprende che la sua ignoranza riguardo a questa distinzione, gli ha fatto dire che la coscienza si è formata col linguaggio, pag. 248. Oso invece domandarmi: "Come potrebbe il bambino imparare a favellare, se non avesse già l'autocoscienza - se non altro - in istato potenziale?" Non nego quello che afferma Paolo Flechsig di Lipsia a pag. 246: •Tra questi quattro focolai sensitivi, esistono quattro grandi "focolai del pensiero» o centri associativi, gli organi più elevati dell'atttività dell'anima, che determinano il pensiero e la coscienza". Ha ragione, ma ci troviamo sempre nel mondo dei fenomeni, in quello monadico è invece ben altro. L'uomo è una rappresentazione di associazioni ultra complesse di monadi organizzate dalla monade regina (l'io individuale, immortale, autocosciente). Gli stessi focolai del pensiero non sono che manifestazioni delle monadi organizzate dall'io. Del resto alla teoria di Haeckel e di altri che considerano l'autocoscienza un prodotto della materia cerebrale, teoria che può causarci un dubbio, ma non è mai una dimostrazione, si può contrapporre I fenomeni paranormali della metapsichica. La Katle King semlmaterializzata e materializzata alla luce (vi son molti fatti simili) per mezzo della media Miss Cook in transe dimostrò per tre anni d'aver coscienza oggettiva, autocoscienza e anzitutto coscienza della mis~lone che compiva. E' facile dichiarare che lo spiritismo, come si espresse perlappun to Benedetto Croce, una superstizione o un trucco. La verità resta che anche non accettando l'ipotesi spiritica, la metapsich1ca ci ha dimostrato con i fatti quanto la fisica e la fisiologia si trovino su Ialsissima strada, in relazione alla metafisica. Potrei dimostrare che alcun problema non è stato risolto compiutamente in questo librone di Haeckel, ma lo spazio è tirannico. Nel suo intimo era un buon uomo evidentemente, ma la tendenza nostalgica di un ritorno allo stato scimmiesco che doveva sussistere nel suo inconscio, lo spinse ad essere uno dei fautori dell'apatia contemporanea. Si professava un materialista sentimentale e perfino religioso, ma non si urta impunemente il principio di conseguenza, senza subirne i risultati. Il materialismo non può essere sentimentale, nè tanto meno religioso. Quando Si nega la immortalità dell'anima individuale, a grado a grado, ossia secondo il principio di continuità, va a cessare il sentimento, perchè l'egoismo individuale non riesce a basarsi su alcuna speranza postuma. E poichè il sentimento è la base di ogni nostro agire (si può credere in un'idea e non sentìrla, allora non si agisce, come non sì può credere in essa e tuttavia sentirla e allora l'azione è più possibile) il materialismo che riduce l'uomo, almeno per molti, a u~ complesso di protoni, neutroni, elettroni, esclude dalia sua stessa ideologia ogni possibilità di sentimento; e poichè ogni idea anche materialistica deve essere anzitutto profondamente sentita per avere una probabilità di attuarsi, si è andato a finire che il materialismo ha ucciso il materialismo. Ora attraversiamo un'epoca dell'indifferenza, dell'apatia, dello spirito antirivoluzionario, un'epoca senile. Infatti il materialismo in Russia del periodo di Lenin era ancora romantico e potette svolgere quell'immane rivoluzione che effettuò. Ora il materialismo non è più sentito e I russi si trovano in uno stato d'inerzia capace per ora a conservare la situazione raggiunta. Nel tardo ottocento e nel principio del novecento, il materialismo sentimentale causò in Francia la poesia decadente: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine. In Italia Lorenzo Stecchetti, Arturo Graf ed altri, ai quali succedette la poesia crepuscolare: Guido Gozzano e compagni. Gabriele d'Annunzio fu anche considerato dalla critica ufficiale un decadente. ma in seguito - quando si riuscirà ad abbattere la mentalità cattedratica che resta costantemente miope e senza emotività (il critico dovrebbe essere anzitutto artista) - si farà giustizia su questo grande poeta. li decadentismo considera il progresso umano, specialmente quello sociale, compiuto, esaurito. Ogni tentativo di miglioramento è impossibile. Si può facilmente comprendere quali risultati nefasti per il popolo possa causare questa mentalità arbitraria. Dunque il principio di continuità e quello di conseguenza dovevano farci discendere dal materialismo sentimentale (situazione falsa di transizione) al materialismo negatore del sentimento e quindi al suicidio dell'idea stessa e di qualsiasi vera rivoluzione. A questo ci pensò l'egiziano Filippo TommasoMarinetti col suo famoso manifesto "Uccidiamo il chiaro di luna". Fu il trionfo del cinismo, della mentalità borghese antiestetica, dalla quale venne il fascismo grottesco. Il futurismo - come tutti sanno - creò una falsa arte contorta, mostruosa, ridicola che sopravvive nella poesia di Ungaretti e in moltissimi sgorbi contemporanei. Non bisogna tuttavia scoraggiarsi. Sono sempre gli autoritari, i quali per la politica, per la letteratura, pittura, musica, filosofia e per tutti i campi, anche quello del lavoro, si pongono pettoruti e tronfi intorno a un tavolo e fanno di noi strazio. Ma il popolo subisce solo in superficie, nel fondo resta quello che è. Il popolo nel suo intimo disprezza quest"arte, questa politica e il pensiero negativo. La commedia non può durare a lungo. L'insurrezione mondiale non tarderà. A noi anarchici non resta che attendere e prepararci. Giovanni Tummolo CONTROCORRENTE - wtnter 1965

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