Pur credendo in un dio immanente nella unità della natura, sostiene l'esistenza degli atomi. Ora questa concezione è per me assolutamente contradittoria. Un dio così polverizzato da confondersi con la somma degli atomi - se si vuole ragionare senza opportunismo e sen,a calcolo - bisogna convenire che è più assurdo dell'assurdo dio trascendente. Il panteismo non è un ateismo - come disse qualcuno - diplomatico, ma ipocrita, perchè il termine "dio" sarebbe un pleonasmo che non corrisponderebbe a nessuna cosa. Parola equivoca che vorrebbe forse essere sinonimo di sostanza, ma il primo non può affatto confondersi con la seconda, in quanto l'uomo della strada o nega dio o lo concepisce non in se stesso, perchè in se stesso scorge solo la volontà di vivere bene e qualche volta anche la volontà di fare del bene, ma sempre per rafforzare la sua stessa volontà di vivere, dunque non scorge In sè dio, ma lo pensa fuori di lui e fuori della creazione; in altri termini crede nel dio antropomorfo; l'unico dio che bisogna accettare cosi o virilmente negarlo. Si legga quello che dice a riguardo l'illustre Federico Enrico J acobi nel suo libro "Sulla dottrina dello Spinoza" (LaterzaBari-1914) "perciò la mia filosofia domanda: chi è Dio, non: che cosa esso è? Ogni cosa appartiene alla natura. Col concetto di Dio non s'intende già semplicemente una natura ciecamente attiva come la rndice delle cose, ma un Essere supremo che deve essere autore delle cose mediante l'intelletto e la libertà, e questo concetto di un Dio vivente c'interessa anche soltanto": - cosi dice Kant. Io non potevo concepire diversamente la qu,stione. Non vi è ragione, che nella persona; dunque, siccome la ragione è, cosi vi è un Dio e non semplicemente un divino. Io professo il cristianesimo, poichè asserisco che coloro, i quali divin,zzano la natura, negano Dio". Giustissimo, ma qui vi è confusione fra sentire atavico e ragionare. Chi vuol sentir dio per atavismo, lo sente, ma ragionando è costretto a negarlo. Comunque nel mezzo di questa posizione mentale onesta, chiara del filosofo Jacobi s'infiltrano, serpeggiano gli ingarbug!iatori teosofi ed altri, i quali molti di loro pensano che l'ateismo sia un credere nel nulla e accusano gli atei d'ignoranza e perfino di opportunismo (il termine etimologicamente dice non altro che negazione del dio personale) invece sono essi che peccano d'ignoranza e di opportunismo col loro sincretismo alla carlona, caotico, confusionario, col loro deismo illogico, contorto, ambiguo che invece di conciliare, condurre alla vera sintesi, ingannano borghesemente viscidi. Un esempio recente: si legga "Ateismo e panteismo" nel giornaletto "Dio e popolo". Un altro problema che è sfiorato, ma non risolto nel volume "l problemi dell'Universo" è la genesi della mO'Nlle. L'incertezza è spaventosa. A pag. 482 Haeckel è con Cristo nella "regola d'oro": "Ama il tuo prossimo come te stesso" per quanto riconosca che non è un'etica originale. Poi se lo dimentica e dice a pag. 484: "Anzi si può dire che anche l'altruismo, l'apparente sua antiteui, non è in fondo che un egoismo affinato". La verità è stata -intravista, ma non dimostrata. Gli psicanalisti seguendo il principio di conseguenza e di continuità, hanno dimostmto più razionalmente la genesi della morale. Dirò in poche parole: il matriarcato fu il primo sistema soc:ale, ma poichè i figli compirono violenze carnali sulle loro madri e conseguentemente uccisero i loro padri, si ebbe il patriarcato, ma tutto ciò non riusci nemmeno sodisfacente, perchè le violenze continuarono specialmente nell'età senile dei genitori, allora costoro si trovarono obbligati a darsi un atteggiamento di superiorità, di educare i propri figli fin da piccoli col timore verso di loro, verso la loro inviolabilità, e da qui sorse l'alba del sacro, dell'educazione, della civiltà, fu il primo passo dello Spirito per trovare se stesso. Molto probabilmente per rafforzare l'autorità paterna, si pensò per mezzo del principio di causa convalidarla, proteggerla, dall'idea di un altro padre, quello celeste, e da qui nacque l'idea di dio, nacquero le religioni in genere. Dunque l'altruismo non esiste. Lo Spirito non è, secondo il concetto cristiano, abnegazione, remissione. Questo falso concetto dello Spil'ito di quasi tutte le religioni, spiega finora il perché lo spiritualismo finora è considerato giustamente antirivoluzionario, borghese e contro i veri interessi del popolo, il quale ha preferito piuttosto il matel'ialismo. Tuttavia il Misticateismo che è la prima religione veramente rivoluzionaria, ha dimostrato più volte che lo Spirito è energia, violenza, aspirazione intensa di raggiungere la libertà assoluta, e quindi in sè è ribellione. Tuttavia bisogna distinguere: vi è un egoismo selvaggio, inconscio e un egoismo cosciente, sublime che sa profondamente che si tutela il proprio interesse solo tutelando, proteggendo gli interessi degli altri. Do un esempio: uno pseudo - dottore che ebbe la direzione di un'azienda nella quale sventuratamente per anni e anni dovetti lavorare € subire ingiustizie e soprusi, questo falso dottore che continua a violare gli interessi dei lavoratori, che fine farà? Molto probabilmente pessima. Intelligente questo uomo? No: è una belva vestita da uomo, sarà sbranato da altre belve. Quasà sempre si paga in questo mondo, ma la faccenda non finisce qui. Ritornando a Haeckel, un altro problema risolto in maniera assai erirata, costituisce nella mancata distinzione fra coscienza oggettiva (ossia il rendersi atto del mondo esterno) la coscienza morale e l'autocoscienza, ossia coscienza di se stesso. Quest'ultima è stata appena intravista a pag. 236: "Molto più ristretta è la coscienza di se stesso, la riflessione speculare interna". Erratissimo: l'autocoscienza è il primo sapere dal quale e sul quale si basa tutto il sapere umano; è il primo atto di sapienza che rende possibile l'evoluzione della sapienza in genere. Il che è stato riconosciuto perfino dallo psichiatra Enrico MorCONTROCORRENTE - Winter 1965 13
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