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Conquestonumero ... la frequenza di CONTROCORRENTE cambia. Invece di uscire una volta ogni due mesi, uscirà ogni tre mesi. E' nostra intenzione stabilire la pubblicazione su questa base e continuare fino a tanto che sarà possibile. Vogliamo sperare ci si aiuti a continuare. Nel passato abbiamo/ cercato di lasciare i lettori indisturbati, senza sollecitazioni speciali per contribuzioni. Abbiamo sempre lasciato i nostri lettori liberi di contribuire quando hanno sentito il desiderio di farlo. Noi non crediamo che i nostri amici abbiano bisogno di essere esortati eccessivamente. Chi sente che la pubblicazione risponde ad un bisogno, ci aiuta. Chi invece crede il nostro lavoro superfluo, fa a meno di darci una mano. CONTROCORRENTE venne alla luce nel 1938, come una libera iniziativa, dedicata agli uomini liberi ed ai problemi della libertà. Concentrammo i nostri attacchi contro le forze dell'oscurantismo, sempre pronte ad assalire e a pugnalare alla schiena gli spiriti liberi. Le nostre lotte hanno avuto eco in America ed altrove. Queste forze dell'oscurantismo e del pregiudizio sono ancora in giro. Il bersaglio non è cambiato. Intendiamo di continuare e intensificare i nostri attacchi. Contro tutti gli ostacoli. Con questo numero abbiamo aggiunto diverse pagine alle edizioni regolari, portando altre innovazioni. Il nostro sforzo di migliorarci non può sfuggire al lettore. Intendiamo continuare a migliorarci ancora. Lo faremo se non ci verrà meno la cooperazione dei buoni. Il deficit che risulta dal resoconto finanziario è motivo di seria preoccupazione. Noi abbiamo fiducia in coloro che concordano col nostro lavoro per poter continuare a tener viva questa fiaccola che è espressione di rivolta contro tutte le camorre che imputridiscono il sistema sociale che minaccia di soffocarci. Nei tempi che corrono le pubblicazioni di carattere ribelle si sono fatte rare. Il cammino per i nonconformisti si è reso difficile. Sembra che anche il nostro ambiente si renda sempre più indifferente. Non si ha troppo interesse nelle iniziative che tendono ad essere espressione degli elementi non toccati dal pessimismo. Noi siamo ancora fra quelli che sperano di vedere realizzato il sogno emancipatore che inspirò i nostri pionieri a dare il meglio della loro esistenza per le conquiste del proletariato. Noi abbiamo iniziato il nostro lavoro di seminagione molti anni fa. Le condizioni economiche esistenti allora potevano essere definite con un nome solo-schiavismo. Quei tempi sono lontani. Da allora se ne è fatto del cammino. Oggi si respira meglio. Il proletariato è sulla via dell'emancipazione. Molte delle speranze formulate quando cominctammo a insorgere contro lo schiavismo esistente in quei giorni, sono state migliorate. Indietro non si tol'na. La marcia continua. Continuano le conquiste nel campo economico e in quello dei diritti civili. La battaglia non è finita. Aiutateci ad agitare la torcia per l'emancipazione completa dell'uomo dallo sfruttamento e dal pregiudizio ... Aiutateci a martellare ancora. • • • • Il prossimo numero di CONTROCORRENTE porterà come data SPRING 1965. Coprirà i mesi di aprile, maggio, giugno. Questo numero abbiamo dovuto rimandare la pubblicazione di articoli Importanti, composti già da tempo. Se i compagni si renderanno conto del lavoro che può essere fatto, anche uscendo trimestralmente, potremmo aumentare il numero delle pagine. Faremmo cosi di ogni numero una vera collezione di documenti validissimi, degni di essere conservati per più ragioni. Dalla cooperazione del compagni dipende il futuro della rivista. Controcorrente
RIVISTA Dl CRITICA E DI BATTAGLJA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI lndirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENTE is published quarte-rly.Mail address: 157 Milk St., Boston. Aldino Felicani, Editor and Publisher.Office of publication157 Milk StrHt, Boston, Mass. 02109. Se<:ond-clas.ms ail privilegesauthorizedal Boston,Mass. Subscription $3 a ycar. Voi. 21-No. 2-(New Series H4) BOSTON, MASS. Winter 1965 IN QUESTO NUMERO - Dopo le elezioni di Davide Jona - CORRIERE ITALIANO di Nomade - La ftne df Palmiro Togliatti di Libero Ribelle - "I problemi dell"untveI'80" dl E)rnesto Hae.che:l di Giovanni Tummolo - TRIBUNA LIBERA - Il comunt3mo visto ad occb.lo nudo (Il) di Hugo Rolla.nd - TACCUINO ITALIANO di S. Str1ull - La. legge e l'autorita' dl Pietro Kropc,tklne - Dellnquenza glovanne di Bolero - Gl'lntellettuali deficienti d'inte1letto di Brand - RJcord&ndo Ca.rio Treeca d.1 G. Prtot1ello - A PIOMBO de 11Muratore - MUNIZIONI - PICCOLA POSTA. DOPO LE Lra sconfitta elettorale di Goldwater segna molto probabilmente una svo1ta decisiva nella storia politica degli Stati Uniti. Egli ha basato la sua campagna sulla necessità di abbandonare il recente indirizzo del partito repubblicano, che negli ultimi vent'anni non ha fatto altro che offrire agli elettori un programma simile ,a quello che il ,partito democratico si è scelto fino dagli anni della grande depressione, e di affermare risolutamente che ogni intervento nelle attività economiche e sociali dei cittadini da parte del governo federale è calamitoso, addormentatore della libera iniziativa, limitatore de'.le fruttifere attività individuali. Perciò, se pure egli non lo espresse sempre chiaramente, il suo programma implicava smantellamento di agenzie di controllo delle attività economiche, ritorno a forme non compulsive di assicurazione per vecchiaia e simili, ristabilimento di forme di tassazione più favorevoli a speculatori e a individui che godono alti redditi, decurtazione di programmi nazionali per J'e:evazione economica di gruppi e •aree depresse, abbandono da parte del governo federale di legislazioni sindacali e per diritti civi!i 4 e così via. li paese ha scelto, ed in modo indubbio: se dal voto apportato a Goldwater si sottraggono i ELEZIONI diversi milioni, forse una decina, che gli furono convogliati dai razzisti, nella sola speranza che egli, se eo:etto presidente si sarebbe adoperato per emasculare la legge recentemente approvata sui diritti civili e per soffocare le aspirazioni della minoranza di colore, la sua sconfitta appare catastrofica. Non mi pare azzardato ammettere che nessun futuro candidato mancherà di riconoscere che il popolo americano può forse essere atterrito dalla ,parola socialismo ma che in effetto riconosce la in- • terdipendenza dell'individuo e de'.la società, accetta come dato di fatto che la libertà dell'individuo è, nei tempi moderni, garantita e concepibile soltanto in un ambiente di controllo sociale, che la miseria, la incapacità al lavoro, la mancanza di educazione di ogni singolo individuo sono passività sociali che gravano su ogni altro cittadino. L'individuo non potrà più essere considerato come ente e sè stesso, ma come e:emento integrante di un complesso molto più vasto, in ~ui egli è chiamato a ,partecipare per il beneficio proprio e di tutti i suoi simili. In questo aspetto almeno, il risultato delle elezioni presidenziali sono state prova del buon senso, forse più istintivo che razionalizzato, del popolo americano. Eq
è importante notare che Goldwater non mancò di far leva sulle paure più incancrenite nel paese: il terrore che l'ordinamento sociale degli Stati Uniti sia messo in pericolo non dalla naturale evoluzione delle istituzioni, ma soltanto da una colossale congiura comunista, contro cui non si può lottare che con la forza, la convinzione che con un 'tale nemico ogni tentativo di intesa sia destinata al fallimento e al tradimento. * * * * Resta per •altro da valutare la portata della vittoria di Johnson, che, considerata dal solo punto di computo di voti, è senza dubbio la più strepitosa in tutta la toria americana, se si tiene presente che la vittoria ottenuta da Roosevelt nel 1936 fu la manifestazione di fiducia di tutta la nazione in uno statista, un abile 1e immaginativo riformatore, che faceva appello alla concordia di tutto il paese per superare una situazione di crisi che non ha assolutamente rafffron to nelle moderne circostanze. Nell'anno decorso dalla tragica fine di Kennedy, Johnson si è dimostrato senza dubbio un abilissimo maneggiatore politico, e la sua qualità ha incontestabilmente contribuito a portare in salvo una gran , parte del programma del suo 4>redecessore. Nel:'ultimo anno però, salvo che per proposte al Congresso per legislazione relativamente di importanza secondaria, egli non ha saputo, o voluto, dare al paese l'impressione che il più vero spirito di Kennedy, il fuoco alimentato da un intelletto lungimirante, malgrado errori e debolezze, caratteristiche dopo tutto umane, ancora ispirasse la sua amministrazione, Ed in effetto, nel mese trascorso dalla sua vittoria, egli ha nuovamente proV'ato di essere essenzialmente un manovratore: ottenuto il successo, grazie al:o slancio degli elementi più liberali del suo partito, egli ha immediatamente •aperto le braccia a chi, soltanto poche settimane fa, lo copriva di contumelie, a coloro che hanno opposto, fino all'ultimo, l'approvazione della legislazione più importante degli ultimi mesi, quella sulla difesa delle libertà civili, a coloro che hanno condotto, più o meno apertamente, cinque stati tradizionalmente democratici nel campo dei repubblicani. Sotto l'egida di Johnson, fondamentalmente un compromettitore, se non conservatore, sla pure astuto, ìnsìcme aì repubblìcanì è stata disfatta la pattuglia di punta dei li· berali, che, messi davanti al pericolo di w1a eventuale vittoria di Goldwater, hanno sottoscritto senza discutere la sua candi· datura. E, bisogna pure riconoscerlo, le armi di questa pattuglia erano già ben spuntate prima che essa scendesse in cam· pagna. In sostanza, resa forse per anni inoperante la opposizione del partito repubblicano, sbranato in fazioni inconciliabili, sarà mo! to probabile che anche i liberali dovranno chiudersi nel silenzio, almeno fino a quando la popolarità del presidente non sarà attenuata dal tempo o da avvenimenti. In un certo senso, io penso che l'opinione espressa da Goldwater, un paio di giorni dopo la sua sconfitta, che fosse venuto il tempo per pensare ad una riorganizzazione dei due partiti americani tradizionali, sulle basi di una definita distinzione fra progressivi e conservatori, non sia affatto irragionevole: ma, senza dubbio, prima che ciò avvenga, bisogna che si risolva il conflitto interno del partito re4>ubblicano, colla eliminazione definitiva dalla scena politica di chi non è conservatore, ma radicalmente ed impraticamente reazionario. E d'·altra parte che sia limitata la possibilità, ora concessa dalle circostanze al nuovo presidente, di diventare arbitro della situazione politica interna, riducendo a clienti tanto gli elementi di destra che quelli di sinistra. Il pericolo della scomparsa di una opposizione nazionale non può essere sottovalutato; •al momento attuale, se non ancora una realtà, è certamente una possibilità, e sol!Ja.nto da un comportamento essenzialmente saggio di Johnson i timori possono essere alleviati. * .. * * Oltre al pericolo della scomparsa di ogni efficace forma di opposizione e di critica, altri dubbi possono essere rinfoco!ati dalla presente situazione politica estera. Dallo estremo oriente all'Europa, il sistema ,politico internazionale imperniato sulla situazione esistente alla fine della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi è in sfacelo. Da Cina, cioè almeno un quarto de!la popolazione mondiale, per anni ignorata come non esistente dagli Stati Uniti, giudicata incapace di liberarsi, colle sue sole forze, dai vincoli di sistemi sociali e produttivi primitivi, sta 4 CONTROCORRENTE - Winter 1965
dimostrando di sapersi e potersi organizzare come potenza mondiale, e di acquistare un ruolo sulla scena internazionale quale nessuno dei regimi, asserviti ognuno di essi più o meno a interessi stranieri e a privilegi di gruppi locali sooricamen te superati, che l'avevano domin•ata da quasi duecento anni aveva potuto garantir:e. Il conflitto in cui l'America è involta sulla periferia della massa dell'Asia del sud si dimostra ogni giorno di più una impresa non risolvibile se non in termini di guerra aperta, in un teatro agli antipodi degli Stati Uniti, in ~empre più evidente dispregio degli interessi e dei sentimenti delle popolazioni locaìi, pericolosamente avviata alla apertura della terza guerra mondiale combattuta da armi nucleari oppure al collasso completo del prestigio degli Stati Uniti su aree immense. All'altro estremo della zona di influenza degli Stati Uniti, in Europa il sistema di a:leanze militari e politiche che fu costruito alla fine della seconda guerra mondiale, concepito come uno stabile collegamento fra le nazioni europee e quella americana, è in dissolvimento. La crisi dell'Alleanza del Nord Atlantico non è soltanto dovuta a!la caparbietà nazionalistica di De Gaulle o alle rivalità fra Grecia e Turchia, o alla difficoltà di fondere insieme, in una unione europea affiancata dal colosso americano, interessi economici contrastanti. L'Alleanza è fondamentalmente In crisi perchè, concepita come passo di garanzia dell'America dato alle nazioni europee dissanguate dalla seconda guerra mondiale per proteggerle dall'espansione militare della Russia, in cambio dell'inserimento politico della America nel complesso europeo, sta ogni giorno più perdendo il suo significato ,u protezione militare, mentre le nazioni della Europa, oramai economicamente ristabilite, risentono l'ingerenza americana nei loro affari. Similmente il prestigio e l'influenza del- !' America sono disputati in Africa e nella America del Sud; troppo sovente negli ultimi vent'anni Washington ha ritenuto buona politica sostituirsi alle potenze coloniali espulse dalle insurrezioni nazionali locali, impiantandosi militarmente, come fu ten·tato in Viet-Nam, o per lo meno, puntellando regimi impopolari, come in varie parti dell'America Latina. Ora, proprio quando Il sistema di alleanza e di controlli che tanno capo agli Stati Uniti è es'teso a circondare il mondo, si sta realizzando che nazioni vecchie e nuove non tollerano più una situazione di dipendenza da chi ha perduto il predominio mi.itare e politic:> goduto fra il 1945 e il 1955. Perciò la situazione internazionale non appare facilmente controllabile dal.' America; anzi la possibilità di un conflitto armato è reale. La reazione sentimentale del popolo americano è diretta verso un Irrigidimento: i giornali sono pieni di profezie di disastri ,po:itici, di fallimento della influenza americana nel Pacifico, se Il Viet-Nam viene abbandonato. Ma nessuno pensa al Pacifico come un oceano su cui tutte le nazioni che si affacciano su di esso hanno diritti, compreso quel:o fondamentale di essere lascia te vivere In pace. .. .. * * La strepitosa vittoria elettoral~ di Johnson non l'ha autorizzato, finora, a dire Rl suo ,paese con quale spirito l'amministrazione da lui diretta consideri la situazione internazionale. L'enunciazione del suo programma è rimasta al punto in cui la campagna elettorale l'ha lasciata: concentrata cioè su problemi Interni, co:l'augurio che la risoluzione di essi introduca la Grande Società, una nuova epoca d'oro per la nazione. Ma, come Il benessere indivlduale non può essere garantito se non in un'atmosfera di benessere sociale, cosi pure il benessere nazionale, e di conseguenza la sicurezza dell'individuo, non può essere assicurato che da un ragionevole equilibrio fra le forze internazionali, dal riconoscimento che, più ancora che dall'affermazione di un incontestato prestigio, la pace del mondo dipende da una integrazione di nazioni vecchie e nuove in un complesso che esclude soggezioni. ;La responsabilità che Johnson dovrà assumersi nell'affrontare questi problemi, nel guidare la nazione verso un clima di distensione e di reale collaborazione internazionale, come premessa Indispensabile per la realizzazione di una equllibratla. società nazionale non sarà certo diminuita dallo indebolimento di ogni opposizione politica nell'Interno del paese. Davide Jona CONTROCORRENTE - Winter 1965 5
Corriere Italiano L'ORADELLAGRANDEIPOCRISIA F1renze, Ottobre 1934 La radio Vaticana, commentando la morte di Palmiro Togliatti ha detto: "Indagare nella profandità della sua coscienza ~ privilegio esclusivo di Dio ... Solo Dio scruta i segreti e i cuori degli uomini." Se anche noi dovessimo accettare quanto sopra e quindi arrestarci, astenerci dal formulare ogni giudizio dinanzi alla morte, per associarci in questa grande ora della ipocrisia umana al cordoglio sentito o simulato e "cristianamente implorare la divina misericordia", finiremo col vergognosamente negare noi stessi, tutto quello che abbiamo pensato e pensiamo, le lotte che abbiamo sostenute per il progresso e la libertà dei popoli e dell'individuo. Qual sia stata la statura intellettuale e la furberia politica di Palmiro Togliatti, quali tutte le altre grandi e nobili qualità dell'uomo che apologisti e adulatori di destra e di sinistra si sono affannati a scoprire dopo la sua morte, non cancellano--, pur fossero vere-, certe azioni determinanti quella che è stata la sua morale, quella morale che a sua volta ha diretto l'uomo nella condotta della sua vita. Per questo noi non lasciamo a Dio il privilegio esclusivo di indagare nella coscienza di Palmiro Togliatti. Se dalla coscie11za, da questa immaginaria dote che si attribuisce all'essere umano scaturiscano le azioni dell'uomo, o di queste azioni essa è guida, non è qui più il caso di guardare troppo profondamente negli abissi della mente e del cuore. Senza sofisticare e cercare vie tortuose per mascherare viltà, e senza inchinarsi alla maestà della morte, - altra inaccettabile convenzionalità, - arroghiamo a noi, lnequivocatamente, le responsabilità che puslllanimamente si addossa a Dio, e su le azioni che sono state l'emanazione della "coscienza" di Togliatti, esprimiamo H nostro giudizio con un'unica parola che tutto di lui dice: ASSASSINO! Questo il solo verdetto che in quest'ora avrebbero emesso le sue vittime. Si vuol verniciare la figura del deceduto mettendo in risalto la sua intellettualità, elevandolo a "genio politico", come se questo tanto bastasse a obliterare un passato che lo lega inesorabilmente alla sconfitta disastrosa della rivoluzione spagnola, e lo associa, - complice cosciente e interessato, - ai crimini di Giuseppe Stalin. Le 25mila bandiere rosse che hanno adornato il corteo funebre di Roma, avranno potuto simboleggiare Il sangue del rivoluzionari trucidati In Spagna e In Russia; in Polonia e in Ungheria; ovunque altro in nome del comunismo bolscevico si è ucciso e soppresso la libertà. Le braccia tese in alto col pugno chiuso, avranno potuto simboleggiare la maledizione delle sue vittime, del suoi compagni stessi di partito e di nazionalità che fece Inghiottire dai lager staliniani senza levar parola in loro difesa. Agli Innumerevoli assassinati con una rivoltellata alla nuca; al caduti dinanzi alle squadre di esecuzioni; al milioni di uomini e donne morti assiderati e di malnutrizione negli infernali campi artici; al popolo di Spagna, ai rivoluzionari assassinati e a tutte le altre innocenti vittime, siano quelle delle squadre della polizia comunista capeggiata da Grimao mentre la lotta infieriva o più tardi, tradita la rivoluzione, dagli sgherri di Franco; è andato il nostro pensiero al momento In cui è stata annunziata la morte di Togliatti. E' stato in omaggio alle innumerate vittime note e anonime se noi non cl siamo inchinati dinanzi alla maestà della morte e del tiranno. Inchinandoci, avremmo sentito vergogna, e vergogna sia a chi per un momento solo ha reso omaggio, dimenticando i compagni trucidati. Anche il più lieve inchino ha significato oblio, perdono, assoluzione degli inperdonabili crimini. * * * * Tra i pochi scrittori non appartenenti alla destra fascista i quali non si sono macchiati di viltà, va annoverato Isaac Deutcher. In uno scritto breve e denso: di contenuto storico, - (Roma, L'Espresso 30 agosto 1964), - il Deutcher tratteggia la carriera opportunistica di Togliatti dal 1931 al giorni della sconfitta della rivoluzione di Spagna. Rievocando un po' della storia delle lotte intestine nel "Comintern", lo scrittore rileva come Togliatti in quel giorni, pur sapendo, - e l'assassinio di Matteotti ne era stato l'esempio il più lampante, - non essere giusto e onesto tacciare di fascismo tutte le forze comuniste, - proletarie e non proletarie in attuale opposizione al fascismo; lui, (Ercoli) che più di tutti gli altri componenti Il "Comintern" conosceva la situazione italiana, contro ogni senso logico, si dichiarasse per la disastrosa politica voluta da Stalin. Commenta Deutcher: "Non ci meraviglia sentir simili cose dalta bocca di un Thaelmann, il rozzo capo del partito comunista tedesco, o da Kuunisen, la marionetta finnica di Stalin, o da Manuilsky, il fantoccio -al quale Stalin aveva affidato la direzione degli affari del Comintern. Ma Ercoli, che aveva conosciuto come amico Intimo di Gramsci e che negli anni precedenti aveva tentato di farci comprendere la grave lezione che si doveva trarre dall'esperienza 6 CONTROCORRENTE - Winter 1965
Italiana, come poteva Ercoli appoggiare una politica che avrebbe inevitabilmente portato il comunismo tedesco, anzi europeo alla catastrofe? Gli amici a Mosca ci informarono che Ercoli si comportava così, pur ad occhi aperti e conscio del disastro al quale il Comintern andava incontro, ma che egli era completamente succube di Stalin e che non avrebbe nè detto nè fatto nulla che avesse anche minimamente indebolito la propria posizione nella gerarchia del Comintern. (Sott. nostra). Agli occhi nostri, quindi, Ercoli fu uno dei principali responsabili dell'effettiva capitolazione e della totale sconfitta del comunismo e dell'intero movimento operaio tedesco nel 1933". (Sott. nostra). Portandosi ai tragici eventi di Spagna, il Deutcher, dopo aver detto come "tutte le mosse tattiche di Ercoli e naturalmente di Stalin, erano dirette a tener sospesa indefinitivamente la sinistra spagnola tra la vittoria e la sconfitta, poichè dal punto di vista di Stalin una vittoria era, per dir poco, almeno altrettanto indesiderabile quanto una sconfitta"; lo scrittore rileva come questo apportò ai conflitti sanguinosi con la semi trotskista (POUM), gli anarco-sindacalisti e le Brigate Internazionali. Deutcher cosi continua la ferrea requisitoria: "Pur aiutando, entro certi limiti, la Spagna repubblicana contro Franco, Stalin le mosse una s·ua ppropria guerra politica e psicologica; ed Ercoli non disdegnò di agire come esecutore della vol:ontà di Stalin sul posto. Questo fu anche il periodo delle grandi epurazioni nell'URSS e dei processi di Mosca, e la GPU estese la sua inquisizione fino alla Spagna e alla Catalogna. Ercoli non fu personalmente uno degli inquisitori, ma fu l'ispiratore di quella politica. D'altra parte, mentre la maggior parte degli uoniini inviati in Spagna per procedere alla epurazione furono a loro volta epurati appena tornati a Mosca, Togliatti-Ercoli fu uno dei pochissimi epuratori sopravvissuti". (Sott. nostra) Su la sua tomba si addicerebbe l'epitaffio: ASSASSINO' LA RIVOLUZIONE SPAGNOLA E GRONDA DEL SANGUE GENEROSO DI QUEL POPOLO FU DI STALIN COMPLICE IN ASSASSINI E' MORTO IN LE'ITO * * * Panorama europeo - A Mosca .. Mosca ci cova La inattesa repentina defenestrazione di Nikita Krusciov ci ha colti tutti a piedi nudi. Ora che il pallone krusceviano •sarà sgonfiato, come Krusciov sgonfiò il mito staliniano, ne sentiremo delle belle. Certo che per i fedeli delle varie deità della chiesa bolscevica sarà una pillola troppo grossa ad Ingoiare. Son già rientrate In scena le vecchie accuse sul "culto della personalità", abuso di poteri, nepotismo, e via. Ma da quando dittatori e dittatorelli, altri uomini infinitesimalmente piccini che sanno essere prepotenti fino a divenire quasi padroni di partiti e gruppetti di sinistra, non hanno cercato di creare intorno a se stessi un'aureola di santità che loro accodasse uno sciame di ciechi e servili adulatori? Se ne potrebbero nominare a dozzine. Questi "colpi di Stato" alla russa hanno una caratteristica tutta propria. Non sono originati nè seguiti da proteste o sommosse popolari. Il popolo è stato "educato" a tacere con argomenti molto persuasivi che possono variare dall'incarcerazione alla deportazione al Circolo Artico, a una pallottola nella nuca. In tempi non troppo lontani nel passato si tenevan d'occhio gli Staterelli balcanici che con le loro esplosioni politiche facevano trabollire la pentola europea. L'America latina non ha ancora cessato di distinguersi con i suoi "colpi di mano". Questi "colpi", tenuti o no a balia da interessi statunitensi o da altri di natura indigena, han man tenuto e tengono quei paesi in stato di miseria e soggiogazione politica-economica. Certi paesi asiatici "liberati" dall'imperialismo capitalista, non trovan pace a causa delle domande avanzate dal nuovo imperialismo di Mao Tse-Tung e di Sukarno. I popoli africani "liberati" si guardano in cagnesco. e se non per i buoni uffici delle Nazioni Unite, chi sa cosa ne sarebbe del continente nero. Vi son troppi Nasser ansiosi di sostituire il loro all'imperialismo messo alla porta. Ritornando ai Balcani, non è un segreto che quest'area è da tempo nuovamente in fermento. Non nel senso d'altri tempi. L'area è considerevolmente più vasta di quanto lo era ai giorni della prima guerra mondiale. Essa comprende oggi tutti I paesi detti "comunisti" che si estendono dal mar Baltico al mar della Marmora, all'Adriatico. Sono questi i paesi che si agitano, Insofferenti della dominazione russa, ma impotenti alla rivolta in omaggio alla schiacciante preponderanza del militarismo dello Stato sovietico. Intanto tra l'alternarsi di fantastici voli nello spazio e le ristrettezze economiche che avvincono le popolazioni russe e del paesi soggetti, i "COLPI DI MANO" o "OOLPI DI STATO" si ripetono, non nella vecchia frequenza balcanica o stile della America latina, ma pur tuttavia senza un apparente logico o coordinato passaggio di potere da un gruppo all'altro, da uno a un altro uomo "forte". Il possente dittatore di oggi è ridotto con un cenno alla più insignificante nullità di domani. E' la legge della giungla, vigente nel regime che più ,parla di "democrazia e libertà". Krusciov Inceneri la carcassa di Stalin, di Berla fece scomparire le tracce, mentre Malankov, Molotov e Zukov relegò nelCONTROCORRENTE --, Winter 1965 7
l'oblio. Quale la disposizione finale che faranno di lui i suoi successori se la protesta già serpeggiante nei certi paesi satelliti e la rivulsione nel mondo civile non sarà forte abbastanza a salvarlo da una fine Ignobile? * * * Il malanno del Presidente Segni Prima che queste note saranno pubblicate, ,probabilmente saranno trascorsi i quattro mesi di tempo voluto dai medici curanti il Presidente della Repubblica Italiana, per emettere un giudizio sullo stato di salute dell'infermo. Dopo 68 giornt da quello in cui Antonio Segni è stato colpito dal male che lo ha a metà paralizzato, tolto l'uso della favella, e non si sa quant'altro si tlen celato, i medici ancora non sanno pronunziarsi sul se l'impedimento del Presidente è di natura permanente, di quale approssimata durata se temporaneo e se esistono probabilità di completa guarigione entro un ragionevole periodo di tempo. Tale è stata lai risposta data al presidente del consiglio dei ministri, Il quale l'ha riferita al parlamento e al pubblico. I signori parlamentari, ognuno di coloro che hanno Interloquito a nome dei partiti che avevano presentato interrogazioni circa l'Inesplicabile silenzio fatto intorno al malanno presidenziale, all'evidente scopo di aggirare certi requisiti costituzionali non 'Più chiari delle torbide acque del Tevere, - dopo aver ·ascoltato le dichiarazioni del ministro Moro-. e dopo aver fatto ognuno omaggio alla personalità dell'infermo, si son dichiarati, (meno Il comunista Ingrao) soddisfatti della replica ministeriale. Rimessisi a sedere, attenderanno Il passaggio degli altri 52 giorni per completare I quattro mesi voluti dal medici. Dopodlchè, forse un po" prima o un po' dop,o, I signori dottori, (e chi oserà contraddirli?>, scopriranno altra sequela di sintomi di un miglioramento, seppur lento, dell'infermo. Cosi flnchè la fibra di Antonio Segni resisterà alle "cure" prodigategli, si giungerà al 1969, fine del termine d'ufficio e I parlamentari ed Il pubblico saranno rimasti 25 ANNI DOPO contenti e gabellati. Allora la corsa ad occupare la comoda carica rimasta vuota 'POtrà procedere senza disturbare alcun ,precetto "anticostituzionale", e !'on. Pacciardi potrà fare un altro dei suoi discorsi castigando tutti coloro che avevano avuto fretta a occupare la .poltrona, (appannaggi e privilegi) presidenziale. ps. E' di prammatica nel costume italiano di riferirsi a capi di Stato, politicanti altolocati, medici e altre persone che raggiungono preminenza con titoli onoriflcenti e qualificativi roboanti come "illustre", "insigne" etc. etc. Abbiamo omesso tutti gli inutili qualificativi, non in segno di disrispetto alle persone alle quali ci siamo riferiti, ma per portar tutti a uno stesso umano livello, quale quello di un "uomo qualunque" colpito da un malanno per il quale gli "illustri Dottori-Professori se la sarebbero sbrigata con un semplice "incurabile". * * * Elezioni ... Dopo quelle inglesi, il pubblico europeo segue, nella stampa che legge, la giostra politica americana. E lo fa quasi con lo stesso interesse di quanto potrebbe averne per una contesa politica in casa propria. Probabilmente è un interesse con ragione d'essere. I popoli più evoluti da tempo sentono che le loro sorti, il loro futuro, la loro vera esistenza oggi dipende più da quanto è deciso a Washington e a Mosca più che da qualsiasi altra capitale del mondo. Perciò ogni cosa di Importanza che ha origine dagli Stati Uniti o dalla Russia acuisce la curiosità e Induce il ,pensiero a partecipare all'evento. La scomparsa di Krusciov dalla scena ,politica russa, l'esplosione atomica della Cina e le pretese di Nasser in Africa dovrebbero bastare a fornire !'abbastanza cibo al pensiero. A tutto questo, abbisognerebbe proprio l'aggiunta della frenesia megalomaniacale di un Goldwater? Nomade Fine di Ottobre 1964 Esattamente 25 anni fa, alla fine del marzo 1939, cadeva Madrid, l'ultimo caposaldo della repubblica spagnola. 25 anni sono tanti, hanno fatto scomparire le più anziane tra le generazioni del combattenti repubblicani, hanno fatto invecchiare le altre. Eppure questo lungo periodo di tempo, durante il quale ogni libertà è rimasta soffocata In Spagna, non è bastato per rendere popolare Il franchismo. Gli stessi giovani, che pure sono cresciuti nella dittatura e non hanno conosciuto la repubblica, sono rimasti ostili al regime. E lo hanno dimostrato in questi giorni con le manifestazioni studentesche di Madrid. ' 8 Il "franchismo•, alla fine degli anni '30, soggiogò la Spagna e portò In tutto Il paese quella che era stata la sua parola d'ordine durante la guerra: abbasso l'Intelligenza, evviva la morte. Per affermare il dominio d~lla morte sull'lntelJlgenza dopo la fine del conflitto. civile furono uccise diecimila persone. Centinaia di migliaia di altre furono gettate in prigione. Eppure la morte non ha vinto. Ha trionfato, Invece - e lo si è visto a Madrid lnquestl giorni - una delle maggiori nemiche del franchismo, l'Intelligenza. CONTROCORRENTE - Wtnter 1965
Lettera romana LAFINEDI PALMIROTOGLIATTI Palmiro Togliatti nacque nell'appartamentino di servizio del padre, nel Convitto di Genova al No. 9 di via Albergo dei Poveri, il 26 Marzo 1893. Togliatti a Torino nel 1924 sposò Rita Montagnana dalla quale ebbe il figlio Aldo. La Montagnana ebbe incarichi rilevanti nel partito e fu deputata e senatrice. Il leader (duce) tra il '948 ed il '953, preferl una giovine "compagna", Nilde Jotti, inscritta al partito dopo un'esperienza nell'Azione Cattolica. La "rottura" fra i due anziani coniugi fu penosa e suscitò polemiche nel partito a diversi livelli. La Jotti visse da più anni coniugalmente con Togliatti e con la loro "figlia adottiva" Marisa Malagoli, sorella d'un operaio ui Modena assassinato dalla polizia. Togliatti si laureò in giurisprudenza all'Università di Torino con il massimo dei voti. Si distinse con la proposta di presentare candidato in un collegio di Torino, Gaetano Salvemini, che aveva perduto a Cerignola il seggio parlamentare per le violenze consumate dai "mazzieri" di Giolitti contro gli elettori. Nella prima guerra mondiale fu prima nei servizi territoriali, poi al 54.o Reggimentd Fanteria, trasferito, a sua richiesta, al 2.o Reggimento Alpini, da dove venne inviato a Caserta al corso allievi ufficiali, dove ottenne la nomina, ma poi congedato dopo lunghe degenze in ospedale per malattie polmonari. Riprese perciò la sua attività d'insegnante di scienze economiche nelle scuole secondarie di Torino ed i corsi di filosofia di quell'Università. Da questo periodo si sviluppa la maturazione del suo pensiero marxista nel gruppo de "L'Ordine Nuovo" con Gramsci. Nel '921 non partecipò alla fondazione del partito comunista, perchè impegnato appunto nella preparazione del giornale. Nella successiva polemica contro Bordiga e Tasca, quell'assenza pesò. Non è ancora possibile stabilire - in sede storica, - a qual fine il gruppo di Torino intendesse dirigere il nascente partito comunista. Togliatti fu insultato e ferito al volto durante una spedizione fascista nella sede de "Il Comunista" che dirigeva. Riparò a Torino all'indomani della fascista "marcia su Roma". Poi furono anni di lotte aspre condotte da Togliatti su due fronti: contro il fascismo e contro lo "schematismo infantile di sinistra". Al V. Congresso dell'Internazionale Comunista, Togliatti rappresenta il "centro", contro la "sinistra" di Bordiga e la "destra" di Tasca. Era il suo primo viaggio in Russia ed i dirigenti sovietici lo elessero nel Politbureau del Comintern. Ciò rafforzò molto la sua posizione nel P. C. I. Espatriò nel 1926 dopo un breve arresto, <interrotto dall'amnistia per i 25 anni di regno del rachitico Vittorio Emanuele III nel '925), risiedendo per un anno a Mosca. Agl'inizi del '927 si trasferl in Francia dove lavorò alla riorganizzazione del P.C.I., poi fu a Basilea. A Mosca restò dal '934 alla metà del '937, poi fu in Spagna e poscia in Francia. Ritornò in Russia negli anni della seconda guerra mondiale; 11, dopo aver accolte le tesi di Bukharin, improvvisamen te si pose a fianco di Stalin, proprio quando il dittatore georgiano dimostrò di essere sul punto di abbattere l'eresia di destra. E' questo un periodo oscuro; alcuni dirigenti comunisti, come Leonetti, Tresso, Ravazzol;, furono "liquidati". Sono I primi d'una lunga schiera (alcune centinaia,) di comunisti •italiani, condannati dal fascismo e rifugia tisi in Russia, che divennero vittime delle "lotte di potere". Molti perirono tra orribili tormenti nei lager staliniani, altri vi languirono per molti anni prima di essere libeTati e "riabilitati". Quasi tutti coloro eh~ sono riusciti a ritornare accu- ..,.- sano Togliatti di non aver mai mosso un dito, nè pronunziata una sola parola, di non essersi mai valso della sua qualifica nel Comintern, oltre che di .segretario del P.C.I. almeno per attenuare gli orrori del terrore staliniano. E cosi è delle ancora tremende responsabilità, (o complicità con il carnefice Stalin?) di Togliatti nella "liquidazione" del P. C. polacco, nella fine tragica del leader comunista magiaro Jlela Kun, nella tormentata e tragica vicenda dei comunisti jugoslavi. 'l'ogliatti Invece, non ebbe responsabilità, nell'affossamentd di molti dirigenti del Comintern tra la primavera del '937 e l'estate del '939. In quegli anni fu in Spagna dove era In atto la Rivoluzione; le vicende politiche all'interno dello schieramento repubblicano sono assai note perchè se ne debbano rievocare I particolari. Basterà sottolineare 11 ruolo di Togliatti quale delegato del Comintern nella "pulizia" (leggasi massacro a tradimento!) degli anarchici del Maggio '937 in Barcellona, nella Catalogna ed altrove. In particolare Togliatti fu direttamente implicato nella feroce e codarda soppressione di Andrea Nln, una delle più intelligenti ed eroiche personalità del P.O.U.M. Togliatti non risenti delle conseguenze delle grandi purghe che avevano decimati i quadri politici del Soviet e sconvolto tutti i comandi militari. Riprese li suo lavoro nel Commtern dedicandosi con particolare interesse alla riorganizzazione del nuclei clandestini del P.C.I. Non mancò di dirigere la propaganda radiofonica sovietica verso l'Italia e si distinse in tentativi di "conversione• del prigionieri di guerra Italiani In Russia. Ritornò in Italia nel pomeriggio del 27 CONTROCORRENTE - Winter 1965 9
Marzo '944, dopo un viaggio protrattosi per un mese, attraverso Baku, Teheran, il Cslro, Algeri. Mentre I partili antifascisti democratici insistevano nelle richieste agli alleati di "liquidare" la monarchia e di "accantonare'' Badoglio, egli propose una collaborazione con i Savoia ed il Badoglio. "Primo compito è la cacciata dei nazisti tedeschi dal suolo d'Italia" disse. La sua presa di posizione mutò radicalmente l'atteggiamento del partiti. La monarchia agonizzante, grazie alla manovra comunista, sopravviveva ancora! Si continuò a parlare di •~rasformlsmo comunista" e di "trasformismo togliattlanO'' ! e non si pose in mente che la preminenza della lotta armata contro i nazi-fascisti, era un contributo alla ragione di stato sovietica, come era sempre stato e come sarebbe gempre stato nell'azione dei partiti comunisti. Ma, il com1mista sorridente, non era ancora divenuto il Migliore; forgiava il proprio personaggio in modi imprevedibili. Benedetto Croce fu sorpreso dall'osservazione in uno dei primi 1ncontri, dalle dispute filosofiche e delle dotte citazioni di Togliatti che non disdegnava proclamarsi "conservatore" come Marx, Engels e Stalin. "Tifava" per Coppi e per la squadra di calcio "Juventu". S'inchinava compostamente al re ed al luogotenente sabaudo. Pranzava con l'attore e regista cinematografico Orson Welles. Nelle riunioni di governo ostentava un rigoroso impegno nell'assolvere li proprio compito quale ministro della giustizia. Si rifiutò ostinatamente di graziare l'anarchico Sante Pollastro, mentre graziò Giuseppe Mariani, anche lui anarchico, condannato per l'affare del "Diana" di Milano. Riabilitò In un celebrato discorso il "ministro della malavita", Giovanni Giolitti, elogiandone il riformismo. E ciò era la premessa alla dichiarazione in Parlamento che il P.C.I. avrebbe raccolta "la bandiera che la borghesia ha lasciata cadere". L'inserimento nella politica Italiana fu tentato in molti modi, dal "colloquio" con il fondatore del movimento neo-fascista dell'"Uomo qualunque" di Guglielmo Giannini, al voto per l'inserimento nella Costituzione repubblicana del Patti Lateranensi e del Concordato, il più tremendo dei delitti consumati sul popolo italiano dalla monarchia e dal fascismo. Croce e Nenni votarono contro. Nel '947 Alcide De Gasperl, <che nel parlamento austriaco, applaudi dal suo banco di deputato Francesco Giuseppe, l'imperatore degli impiccati! mentre Cesare Battisti, anche Egli deputato socialista al parlamento austriaco, mori impiccato nel Castello del Buon Consiglio a Trento,) lo eliminava brutalmente, insieme a Nenni, dal suo governo, per tutta gratitudine del servizio resogli! Solo allora Togliatti prese posizione contro la Democrazia Cristiana, che è il partito del Vaticano. Il 14 Luglio 1948 li fascista Antonio Pallante, per ringraziarlo della sua concessa larga amnistia ai fascisti, lo feriva gravemente con 3 colpi di pistola. Togliatti diceva subito al suoi soccorritori: "vi raccomando di tenere i nervi in ordine". Aggiungeva ancora: "siate cauti". Il 26 Marzo del '953, pochi giorni dopo la morte di Stalin, Togliatti ancora asseriva, rispondendo agli auguri per il suo 60.mo compleanno, che una delle 3 fortune della sua vita ere stata quella di "vivere alla scuola della Rivoluzione d'Ottobre, sotto la guida diretta di Stalin". La violenta e sanguinosa repressione dei moti popolari ungheresi, trovò Togliatti solidale con i massacratori. Il resto, tutto recente è noto. Anche nell'attuale disputa cino-sovietica in Togliatti prevalse ancora la ragion di stato sovietica, solo con qualche elemento di novità. Questo, in laconica e disordinata sintesi, quanto ricordo del "tattico" di capacità eccezionali del fu Togliatti, di questo "professionale" della politica, al quale bisogna riconoscere una cultura vasta e solida, umanistica e filosofica, per la quale non si trovava mal impreparato di fronte a qualsiasi problema. , Da oltre una settimana tutta la stampa, la radio, la televisione ci sommergono con una miriade di fotografie di rincalzo, della vita, della malattia, della morte, del funeri di Togliatti. Concludo: La presente criminale società autoritaria, con tutta la geldra dei suoi governanti e dignitari italiani ed esteri, può e deve ben tributare a Togliatti, supremo gerarca della chiesa marxista del Cremlino, le onoranze supreme. Il proletariato, è ancora e sempre il povero branco schiavo, idolatra, servile ed ignorante che serve al decoro figurativo e suggestivo all'apoteosi, per ribadire, quasi fosse una necessità, ineluttabile di vita, li letale, barbarico principio, costume, prassi d'autorità fra gli uomini, che invece, contro tutte le gerarchie, sono nati liberi ed eguali. Per i credenti delle rellgionl, li vertice supremo della divinità è Dio; il vertice dei. .. laici è il leader, il duce, il capo. Gli anarchici ricordano sempre l'ammonimento di Bakounin: "se dio esistesse bisognerebbe distruggerlo!". Abolizione di tutte le autorità! ivi è la salute del genere umano. Redimiamoci dall'abiezione ultra millenaria del comando e dell'obbedienza! Questo, il voto, lo scopo degli anarchici! L'uomo libero ed eguale in una umanità libera ed eguale. Non partecipiamo al "lutto" per Togllatti; voleva governare: fu ed era il nostro nemico! E fu un nemico spietato e codardo degli anarchici e dell'Anarchia! Fu un "conservatore" astuto ed intelligente dell'attuale società basata sulla dominazione e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, illudendo le collettività in nome d'un socialismo che altro non è che un tetro ed uniforme capitalismo di Stato. Può e deve perciò bene il Papa Paolo VI essere riconoscente a Togliatti che ha ridato tutto li potere politico alla chiesa di Roma, rinnegando cosi tutto il patrimonio ideologico e storico del Risorgimento Italiano e rendendo il Vaticano padrone d'Italia ed 10 CONTROCORRENTE - Winter 1965
anche del mondo; e con il Papa tuttia la canea dei governantl italiani ed esteri, nonchè I fascisti, ai quali Togliatti, ministro della giustizia elargl la più ampia e totale amnistia, per cui mai come oggi essi sono padroni In tuttl i gangli vitali dello Stato, cioè, esercito, marina, aviazione, magistratura, polizia, burocrazia, mondo finanziario ed industriale, per non tiacere le pingui pensioni alle cam.icie nere. E non dimentichiamo il disarmo dei partigiani e la resistenza vilipesa, beffata, oltraggiata dalla tracotante provocazione fascista, mentre gli anarchici che non si sono voluti far sgozzare dalle orde fasciste sono ancora negli ergastoli! Questo, per la situazione Italiana. Per la situazione Internazionale, Togliatti fu il complice di tutte le spaventevoli stragi consumate in Russia, in Polonia, in Spagna, in Ungheria dal feroce carnefice Stalin e specialmente complice ed esecutore attivo e diligente nel massacro degli anarchici durante la Rivoluzione Spagnola. E' stato, ripetiamo, un politico astuto, furbo e sornione della •conservazione" In nome d'un'abile socialismo, della presente società borghese, ma effettivo massacratore dl tutti i veri rivoluzionari, degno seguace di Marx, Lenin e Trosky. Gli anarchici, mentre per Togliatti si sfruttano I 'più umani sentlmentl delle folle, non possono e non debbono dimenticare, quanti compagni, caduti assassinati per ordine diretto di Togliatti sono ancora da vendicare. Togliatti è morto! L'Anarchismo e gli anarchici vivono e combattono ancora e sempre! Roma, 22 Agosto 1964 Libero Ribelle "IProblemidell'Universo" diErnesioHaeckel Non ignoro che qualche compagno non ama leggere articoli filosofici, anzi v'è chi lealmente confessa di non sapere, come se l'ignoranza fosse una malattia inguaribile. La verità è che è pigro di apprendere. Basterebbe dedicarsi un'ora, due ore al giorno alla fisiologia, biologia, storia, letteratura, filosofia, politica, che in capo a tre o quattr'anni già potrebbe considerarsi non ignorante. Senza dubbio l'esser colto è qualcosa molto di più, tuttavia quasi sempre sotto la vanagloria della cui tura e specialmente dell'erudizione, sl nasconde Il vuoto, Il dubbio, lo smarrimento, la vera e propria dotta Ignoranza, perciò non è assolutamente necessaria. Dunque contrariamente al desiderio di qualche compagno, Intendo di esporre soltanto - per esser breve - alcune considerazioni critiche sul volume "I problemi dell'Universo" di Ernesto Haeckel (Unione Tip. Editrice Torino 1904) Il quale è già sommerso dall'oblio del tempo, ma le sue Idee e quelle dei suol contemporanei sono restate nella mentalità di molti compagni e desidero perciò dar vita momentianeamente a un pensatore fra i tanti che hanno causato l'epoca attuale. Se involontariamente mi sfugge qualche termine difficile, non è un gran fastidio ricercarne il significato in un dizionario. Chi conosce il Mistica teismo troverà più facile la comprensione del presente articolo. Ernesto Haeckel era un monista materialistia e anch'io quand'ero adolescente credevo che il materialismo se non soddisfa dal punto di vista delle aspirazioni umane, tuttavia mi sembrava che fosse l'unica filosofia, la più agguerrita contro la critica, ma ben presto dovettl ricredermi: il cammino è quanto mal Irto dl dlfftcoltà. Si legga qualche giudizio ln verità eccessivamente severo. Lo stesso Autore riporta nel volume "I problemi dell'Universo" a pag, 535: "Erlch Adickes ritiene che lo non solo, come filosofo, sono uno zero, .." e a pag. 530: "Ci vuole un coraggio sbalorditolo per sostenere, come Paulsen di continuo, che io ripudio affatto la Filosofia, mentre ad essa io do maggior peso che non facciano la più parte degli altri natural'stl: quella che io combatto è la f\alsa Metafisica dominante! Per caratterizzare Il libercolo di Paulsen m.i basta riferire qui, alla lettera, le parole con cui esso si chiude: "lo ho letto questo libro colle fiamme della vergogna in volto: vergogna per lo stato della coltura generale e della coltura filosofica del nostro paese (la Germania!). Che un libro di tal fatta sia stato possibile, che esso abbia potuto essere scritto, stampato, comperato, letto, ammirato e creduto presso un popolo che vanta un Kant, un Goethe, uno Schopenhauer, è doloroso. "E a pag. 537: Federico Loofs. Il suo "Antihaeckel apparso nel 1900, è, più che altro, una crestomazia delle contumelie e delle Ingiurie più svariate. I bei sostantivi "scioccheria", "Ignoranza", ",buaggine'', '<assurdità" etc". A me sembra in vero che l'illustre natu• ralista abbia Il diritto dl essere giudicato con un po' più di rispetto. Comunque in tanta esagerazione vi è qualcosa di giusto. Kaeckel resta un illustre e colto naturalista, e se sl fosse degnato di restare nel proprio campo senza oltrepassarlo per poi balzare in quello filosofico, forse sarebbe ancora ricordato. Ma non fu cosi: si atteggiò a filosofo, ad espOS'itore di un nuovo < ?) sistema religioso da sostituire a quello catto'lco. Io dimostrerò brevemente che non aveva arfatto alcun'attitudine per atteggiarsi a tanto. SI sa bene che quasi sempre lo scetticismo e Il materialismo costituiscono sintomi di disordine mentale e di Inettitudine al ragionamento. Anzitutto nel suo sistema manca l'esatta distinzione del mondo fenomenico (quello nel quale viviamo) dal mondo delle monadi, CONTROCORRENTE - Winter 1965 11
ossia mondo delle cause prime; distinzione del resto che anche i materialisti, senza volerlo, tengono presente. Per esempio, per alcuni i protoni, neutroni, elettroni dovrebbero costituire quello che io chiamo mondo delle monadi; per altri, l'energia, etc. Questa mancata, indispensabile distinzione svela quel non so di superficiale, di puerile che trapela da tutto il suo sistema. Per esempio: io sono d'accordo con lui nell'ammettere l'esistenza dell'evoluzione, ma se noi crediamo nell'evoluzione dei fenomeni, siamo costretti ad ammettere la evoluzione delle monadi, ossia delle cause prime, dello Spirito; perchè se le cause sono sempre quelle, come crede lui (conservazione della materia e della forza, pagg. 291-292 E SEGUENTI) come gli effetti possono così migliorare, evolversi, trascorrere dal meno al più, ossia dall'inconscio al conscio? Qualsiasi combinazione di elementi non potrà mai causare qualcosa superiore agli elementi stessi. Se a noi talvolta non sembra, dipende che noi giudichiamo la nuova combinazione secondo i nostri interessi vitali. Allora potendo le cause prime, le monadi, migliorare o peggiorare di moto proprio, dimostrano che in parte sono libere e in parte responsabili e quindi è falso il suo misconoscere assolutamente il libero arbitrio (pag. 122>. Inoltre se noi neghiamo la libertà spirituale, come possiamo - conforme a quello che lui vorrebbe - fondare su questa negazione il suo credo religioso per quanto naturalistico? In verità l'Haeckel non è nemmeno evoluzion'ista, perchè non lo è nel significato universale. Se un astro si accende e un altro si spegne, un pianeta rivive e un altro muore, senza alcuno scopo metafisico, non credo che si possa sostenere il concetto di una vera e propria evoluzione, in quanto urta, rinnega il principio di ragion sufficiente. Gli sarebbe stato più facile invece - stando nel suo sistema - argomentare sull'esistenza di una perpetua follia astrale. L'evoluzione, oltre ad essere fenomenica, come ho già detto, è anzitutto monadica ed ha per scopo il raggiungimento della sua meta ultima: l'Assoluto. Solo così si può coerentemente sostenere un'autentica, razionale evoluzione. In altre parole: è il cammino dello Spirito per ritrovare se stesso. A pag. 303 DICE riguardo all'esistenza della materia: "Ma se anche noi possiamo acquistare con la loro funzione solo una cognizione 4ncompleta e limitata del mondo corporeo, noi non possiamo dedurre da ciò il diritto di negarne l'esistenza". Vorrebbe dire che se anche la materia - indipendentemente dalle nostre sensazioni - è diversa in parte da quella che ci appare, non abbiamo alcun diritto di misconoscerla. E' qui anzitutto la sua incapacità a !llosofare. Sappiamo che i materialisti monisti credono nell'esistenza della sostanza estesa e negano quella di dio, ebbene entrambi si somigliano solo in questo: posseggono caratteristiche, attributi inalienabili. Provate a rimuovere un solo ,attributo divino, per esempio: l'onnipresenza, e già si rende non pensabile un dio che abbia un limite sia anche ideale; l'onniveggenza e subito si fa inconcepibile un dio che ignori il modo per esempio di comportarsi degli uomini. Ugualmente accade per le caratteristiche materiali. Come si può immaginare per esempio una materia che non abb'a colore? Come si può <immaginare una materia, come la luce, che posandosi sopra i corpi non li faccia col tempo aumentare di volume? Il che ha indotto molti fisici a negare la materialità alla luce. Questi problemi non sono minimamente sfiorati nel suo libro più popolare "l problemi dell'Universo". Un altro errore sussiste nella sua incapacità a comprendere che meccanicismo non può andare concordemente col trasformismo. Se un elemento si trasforma in un altro, secondo un mio parere, non si può parlar più di meccanicismo. "Queste scoperte - dice il Melzi - che in sostanza riducono tutta la materia ad una combinazione di protoni, neutroni ed elettroni, permettono di realizzare, entro certi limiti, la trasformazione della ma te ria". E allora gli elementi sono apparenti non reali e la sostanza estesa non è identificabile. Si pone inoltre a combattere contro il sistema filosofico dualistico (materia-spirito) e non tiene presente il tallone d'Achille di quel sistema. Essendo lo spirito cosa non occupante spazio, non può avere contatto sulla sostanza estesa, non può esservi contatto quantitativo. Lo spirito costituirebbe un nulla al cospetto deila materia e non potrebbe agire su di essa. Ha ben compreso che non è praticamente possibile abbattere una religione (il cristianesimo) senza poterla sostituire a un'altra e immagina che sia adatto il monismo, quale vincolo fra religione e scienza e Intanto propone l'innalzamento di nuovi idoli. A pag. 460 "Appunto per promuovere questi alti fini appare cosa importantissima, che la scienza naturale moderna non abbatta solo l'edifizio del delirio della superstizione e ne allontani le ingombranti rovine, ma che costruisca anche sul posto rimasto libero un nuovo edifizio abitabile per l'animo umano; un palazzo della ragione, in cui noi, con la nostra moderna concezione monistica dell'Universo, possiamo adorare devotamente la vera trinità del secolo XIX, la trinità del vero, del buono, del bello". "Noi non vogliamo, dunque, una rivoluzione violenta, ma una riforma razionale della nostra vita spirituale religiosa. In modo simile a quello in cui 2000 anni or sono la poesia classica degli antichi Elleni incarnava i suoi ideali di virtù in figure di Dei, anche noi possi·amo dare ai nostri tre ideali della ragione la figura di eccelse divinità". Dunque senza comprendere che la parte obbrobriosa della religiosità consiste proprio nell'idolatria, che è sempre antiscientifica, vorrebbe sostituire un delirio ad un altro delirio; insomma un nuovo paganesimo, un ritorno a qualcosa di peggiore del cristianesimo: praticamente la distruzione della mentalità scientifica. 12 CONTROCORRENTE - Wtnter 1965
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