Controcorrente - anno XXI - n. 43 - lug.-ago. 1964

Note di viaggio ILCOMUNISVMISOTOADOCCHNIOUDO UNPO'DIRUSSIAVISTADAVICINO Il persistente desiderio di rivedere dopo 46 anni una vecchia amica e compagna, senonchè congiunta, mi ha spinto fino a Odessa. Dell'oggetto della mia visita dirò più tardi con altro scritto. In questo mi limiterò alle osservazioni e esperienze fatte. In articoli che saranno letti più tardi in queste stesse colonne, mi occuperò della Yugoslavia e della Bulgaria e della Rumania. Vorrei poter qui scrivere della Russia, di quella piccola parte veduta e osservata, con un poco di quell'entusiasmo col quale ordinariamente ritornano gli iniziati ai misteri dei regimi dittatoriali. Mentirei se dicessi di essermi recato in Russia con la mente libera di ogni preconcetto al regime del paese. Ugualmente preconcettato ero verso i regimi degli altri paesi "comunisti" visitati. Eppure, senza dare a tutto il benestare, non esito a dire che in Yugoslavia e Bulgaria si respira una certa aria di libertà ... e di progresso economico. Il turista non è tenuto ad alcuna speciale restrizione di movimenti. Egli si sente ad agio dal momento che passa le frontiere. Nessuna sensazione sgradevole lo opprime, In particolare quella di sentirsi spiato. Infine, non è della politica dei paesi visitati che qui mi occupo, bensl di quello che ho potuto vedere e sentire, e da quanto ho potuto osservare ad occhio nudo. La più insistente delle raccomandazioni fattemi prima di iniziare il viaggio, è stata quella di non scrivere note di viaggio in territorio comunista. In verità, la raccomandazione ripetutami a Belgrado e Sofia da cittadini di quei paesi, può esser valida soltanto per la Russia. Abbiamo traversato quattro volte le frontiere di Yugoslavia, Bulgaria e Rumania, (il plurale significa mia moglie), il nostro bagaglio non è stato mai aperto, sia all'entrata che all'uscita. Modalità di frontiera assai semplici, come ormai in tutti i paesi europei. I nostri biglietti di prima classe, (wagonlit) da Sofia a Odessa, acquistati e pagati in dollari a Sofia, son costati, (per 2) esattamente 33 dollari. Il biglietto di ritorno con lo stessd treno, su lo stesso percorso, il costo, - sempre In dollari, - è stato di 87 dollari. L'ottenere una logica spiegazione del perchè di tanta differenza di costo da ufficiali sovietici, non è stato possibile. I funzionari comunisti domandano soltanto denaro ma non danno spiegazioni su soggetti scabrosi. Fatto dei calcoli assai semplici, ci siamo resi conto che il trucco sta tutto nel cambio della valuta. Il rublo, in rispetto al dollaro, è arbitrariamente valutato $1.10, mentre in rispetto al Lea bulgaro vale soltanto l'equivalente di 40 soldi americani. Il perchè il governo degli Stati Uniti permetta che tale truffa sia consumata ai danni dei suoi cittadini, è cosa inispiegabile anche per chi non è del tutto ingenuo in fatto di cabala della politica internazionale. Il nostro treno era diretto a Mosca. A Kishinew, ove siamo ,giunti in mattinata, noi dovevamo attendere la coincidenza per Odessa. Kishinev è la capitale della Repubblica di Moldavia, - altrimenti Bassarabia, - quel territorio trafugato dai russi alla Rumania in omaggio all'anti colonialismo bolscevico. Un agente dell'Inturist montato sul treno alla stazione di frontiera insieme a controllori politici e doganali, ci ha salutati in perfetto francese e avvertiti che a Kishinev avremmo dovuto attendere 18 ore. Subito dopo l'entrata in territorio russo, sono incominciate le nostre prime esperienze nella "patria dei lavoratori". Verificatori di documenti e agenti doganali hanno fatto ressa nel nostro piccolo compartimento. Il nostro bagaglio è controllato scrupolosamente. Due libri, quattro riviste e due giornali vengon portati via insieme ai nostri passaporti e un mio taccuino di appunti. Tutto viene restituito un paio di ore più tardi. Abbiamo dovuto fare una dichiarazione scritta, in duplicato, di ogni centesimo in nostro possesso all'entrata nel sacro territorio. Ci è stato chiesto se eravamo in possesso di lettere da consegnare a altre persone... L'agente della Inturist, con una scusa o l'altra, è ritornato un paio di volte. "Avete delle conoscenze a Kishlnev ?" -No. "A Odessa?" - SI. "E chi?" - Una vecchia amica, in altri tempi mia cognata, zia di mio figlio. "Qual'è la vostra occupazione?• - Nessuna al momento. "E iprima?" - Pittore e agricoltoi:e. Alla stazione di Kishinev un vero ricevimento. Tre tovarish. Uno parlava l'Inglese, il secondo il francese e il terzo un discreto italiano. Questo ultimo, giovane studente, ci venne assegnato come guida. Era per il giovane la prima commissione. Voleva portarci dappertutto, tutto farci vedere In una città che invero offre poco, CONTROCORRENTE -Agosto 1964 7

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