pìacìmento della loro proprìetà, può essere sostenuto da uno spirito restrittivo, che interpreta letteralmente la parola della costituzione: ma certamente offende chi pensa che, nella complessa società moderna, non si può ammettere che il diritto di proprietà individuale sia invocato per de- ,primere, fisicamente, moralmente, economicamente e socialmente altri individui, o a impedire_ che essi siano privati del godimento di istituzioni pubbliche o stabilimenti che, se pure privatamente ,posseduti, sono destinati a provvedere servizi per l'uso di tutta la comunità. Per certo, al tempo della proclamazione d'Indipendenza, il problema della eguaglianza civile ~ politica delle minoranze, se pure intraveduto dagli spiriti più lungimiranti, non era sentito come problema nazionale di immediata urgenza, nè la complessa interrelazione dei vari gruppi della popolazione, conseguenza della evoluzione della società industriale moderna, poteva essere prevista in un ambiente di frazionata, primitiva società basata su attività agricole. Ma il voler cristallizzare lo sviluppo sociale in uno stadio qualsiasi è un'operazione pericolosa; esso diventa esplosivo quando una parte della popolazione reaiiz:z,a che l'eguaglianza di opportunità, vantata come base del patto sociale nazionale, è una burla. Specificamente, a proposito della evoluzione dello spirito delle masse di colore, bisogna tener ben ,presente che il passaggio della nuova legge sui diritti civili non è la conclusione di un periodo di servaggio e l'inizio di un altro di pacifica e fruttifera convivenza. Tutt'altro: io son convinto che proprio prima conseguenza della nuova legge sarà un inasprirsi della situazione e delle relazioni fra minoranza di colore e maggioranza bianca. Ciò non soltanto per la reazione sentimentale dei bianchi o per la pressione delle paure di coloro che temono l'immissione di nuovi elementi in categorie professionali e di lavoro. Ma proprio perchè essa, facilitando educazione e forzando accettazione sociale della minoranza di colore, crea in questi una coscienza della propria inferiorità. Una inferiorità sentita e oramai incorreggibile in coloro che •hanno raggiunto una età in cui una nuova educazione è impossibile, ma anche in coloro che, crescendo nel nuovo ambiente, ricevendo un livello di educazione quale è ora promesso dalla nuova legge, pari a quella ricevuta dai bianchi, in grado quindi di apprezzare quali sono le opportunità offerte dalla società moderna, non possono far a meno di rilevare che l'accettazione della loro integrazione nella società nazionale è e sarà per ancora divemi anni, nella migliore delle ipotesi, sbarrata da pregiudizi, da inerzia ed essenzialmente da atteggiamenti morali tradizionali che nessuna legge ,può superare. E' evidente che la tensione negli elementi negri della nazione è andata aumentando pericolosamente negli ultimi mesi. La delusione! dei giovani, ora mal preparati al lavoro nella società industriale d'oggi, costretti in ghetti sovra affollati è soltanto un esempio di quanto avverrà nel prossimo futuro. La crisi più difficile non è ancora venuta, anzi è destinata ad inasprirsi per lo spazio di una generazione, fino a che l'elevazione della capacità produttiva dei negri apportata dalla migliore educazione, da più umana abitazione, dalla stessa coscienza delle condizioni della propria inferiorità da ,parte degli elementi di colore non saranno segui te dalla completa e egualitaria accettazione nella società nazionale. In effetto, il periodo di più pericolosa tensione rivoluzionaria è sempre quello in cui coloro che soffrono una ingiustizia acquistano nozione di essa, e scorgono l'urgenza della rettificazione di essa, ma in cui lo stabilimento sociale non si adatta alla necessaria evoluzione per l'adattamento. Goldwater e i suoi accoliti rappresentano proprio il gruppo che non si adatta alla necessaria evoluzione, e che si aggrappa alle formule di preservazione di un ordine stabilito in altri tempi per resistere al cambiamento. Non basta recitare i propri meriti nello sforzo di formale integrazione, quando poi non si vuole fare il passo più importante, cioè quello di proclamare che il principio della eguaglinaza di tutti i cittadini deve prendere la precedenza su discutibili diritti privati di alcuni di essi. * * * In fondo la stessa critica può estendersi all'atteggiamentCI del nuovo partito repubblicano nei confronti della politica estera. L'evoluzione mondiale verso un più giusto equilibrio fra i vari gruppi umani è incontenibile. Il periodo di asservimento coloniale non può tornare, anche se alcune delle nuove nazioni danno prova di incapacità a reggersi pacificamente, e sopratutto se alcune delle nuove nazioni, per non dire tutte, non possono trovare nella formula di sviluppo economico e sociale americano una sodisfacente soluzione ai proprii problemi. Con uno spirito nuovo l'America deve affrontare i rapporti internazionali. Il tentativo di mettere le nuove nazioni, o quelle che più o meno dipesero da controlli stranieri, nell'alternativa di accettare Batista o volere Castro non può far altro che ingigantire a mille doppi il tragico errore fatto al tempo in cui Castro venne negli Stati Uniti per esporre il proprio programma, discutibile quanto si vuole, e fare appello a comprensione, per essere accolto da una porta ostinatamente chiusa. Più ancora l'ostinata posizione di intransigenza nei confronti di ogni nuovo ordine, quando questo nuovo ordine, sia sotto la marca russa sia sotto quella ·cinese è effettivamente accettato da una grandissima parte dell'umanità, forse la maggioranza numerica di essa, in un periodo in cui l'alleanza atlantica sta sfasciandosi, da una parte, e il blocco comunista rivela interne tensioni, dall'altra, indica -solamente una testarda cecità, l'illusione che la potenza militare americana basti colla sua sola minaccia a trattenere permanentemente la marcia di popoli in evoluzione o in 4 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
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