Controcorrente - anno XXI - n. 43 - lug.-ago. 1964

Si noti qui come d'altro lato io ne traggo notevoli vantaggi. Tizio mi scrive, elogia o critica, si fa vivo? Eh, se lo fa è per il suo egoismo, se molte volte, come dicono i francesi, "noblesse obblige" ed uno si riterrebbe un villano ad agire altrimenti. Troppa la stima di sè stesso per il corrispondente che si fa vivo per vedere in tal atto una donazione, un a tt:o altruistico a consolare il povero autore. · E poi, nella vita, quale liberazione nel considerare ogni apporto altrui un suo atto egoistico!! a cominciare dai genitori ohe mi hanno posto ial mondo perchè cosi loro piacque, ai tenebrosi fini dei grandi generali che mi hanno regalato di 1ben tre medaglie al valore, se, facendolo, servivano il loro obbiettivo, non già si tra'ttava di soccorrere alcuno, lasciando poi agli italiani, non a loro ,per certo, di pagarmi da anni una modesta sl, ma un·a pensione in contanti. Vi sono autori che vanno mendicando un po' di spazio sul periodico X O'ppure Y; ignorati drammi! Forse che dovevo riconoscenza e debito con quello che per dieci anni mi ha pubblicato in ogni numero? Ma no, nulla di tutto ciò. Se ha pubblicato lo ha fatto per il suo egoismo di redattore capo, non già per donare una soddisfazioncella al lontano schlncapenne. Quanti morti in guerra! Fome devo a loro qualcosa? Non lo credo per certo, in quanto sono probabilmente andati in guerra per paura di essere fucilati come renitenti, e si sono trovati in prima linea perchè era ancora il minimo- dei mali. La guerra del 15-18 la ho fatta io pure; ed è stato, fra altro, per il mio egoismo di essere solo sulle ali pericolose di un velivolo, che ho finito di divenire gioco forza un eroe. Una medaglia per essere evaso dal Castello di Lubiana, la guerra in pieno svolgimento? Ma no, chi nell'occasione favorevole non avrebbe fatto altrettanto? Me ne hanno ricompensato perchè sono stato il primo ad entrare in Trieste liberata alla "testa di fanti". Via, scherziruno, non v'era ombra o desio di premio per chi aveva la sua donna ohe l'attendeva oltre le linee. E così, di egoismo in egoismo, tutta la vita mi si è liberata da mille a mille doveri. Sacrificarmi per una società? Ma nemmeno per sogno. Se altri ha l'egoismo di fare società con me e la cosa coincide col mio egoismo, allora eccomi quà: presente. Altrimenti se la sbroglino fra loro. Un modo di vedere, una teoria che altri h·a affermata più volte e con maggiore autorità, ma che a me personalmente giova e dà libertà di azione sempre sulla mia responsabilità; ben inteso quanta libertà l'ambiente ammette! Provate anche voi a mandare a carte quaranta quanti "benefattori" esistono della umanità. Benefattori d'accordo, ma se lo hanno fatto per il loro egoismo, io che mai devo loro? Che devo a quello che ha inventato il fuoco, che ha scoperta la ruota, se lo ha fatto come espressione del suo io, pagato già e dal fuoco e dalla ruota? A me questa teoria va bene, anche se le risposte mancate all'invio del mio libro, (un terzo circa) da che lo inviai per egoismo, non costituiscono se mai che un rimprovero a me, unico responsabile fin dallo inizio. Tutto è egoismo, ora del ventre, ora del cervell'o, or,a di quello che conosciamo e che chiamiamo coscienza. Si tratta di una rivoluzione sostanziale dei valori attuali o, se lo permettete, della ,generale ipocrisia. Amen. Domenico Pastorello Agli runici di PieroCalamandrei Come i lettori sanno, è in preparazione presso "La Nuova Italia" la raccolta di tutti gli scritti politici e letterari di Piero Colamandrei. Fra l'altro, si pensa di raccogliere anche le molte lettere da lui scritte agli amici, ai colleghi di studio e di professione, agli uomini politici, ai compagni di Resistenza. L'intendimento sarebbe di farne una scelta, e di pubblicarla o in volume a sè stante, o in appendice ad uno degli altri volumi in preparazione. Rivolgiamo un appello ai lettori, e a tutti gli amici di Calamandrei, perchè ci vogliano mandare o gli originali (che saranno sollecitamente restituiti dopo essere stati copiati) o le fotocopie delle lettere, delle cartoline, dei biglietti che essi possiedono. Anche una semplice frase, una notizia, una battuta potrà concorrere, insieme con tutte le altre lettere, a darci un compiuto ritratto delllUomo. Per questo preghiamo gli amici di mandarci anche quel poco che sia rimasto nelle loro mani, e che avrà comunque il valore di una preziosa testimonianza. Sappiamo bene quanto Egli preferisse, specialmente negli ultimi anni, la diretta conversazione all'abbandono epistolare; e come sempre più Lo incalzasse, e Gli impedisse di scrivere come avrebbe voluto, il ritmo vertiginoso dei Suoi molti Impegni. Ma siamo certi che, se questo nostro appello raggiungerà le tante persone a cui Calamandrei ebbe occasione di scrivere (poco o molto non importa), potremo restituire nella sua interezza la cara figura di Chi seppe anche praticare, nel modo più schietto e generoso, la rara virtù dell'amicizia. Le lettera - o le loro fotocopie - possono essere spedite alla Casa Editrice "La Nuova Italia" o alla Direzione del "Ponte", a Firenze (Piazza Indipendenza 29), oppure ad Alessandro Galante Garrone, via Severino Grattoni 7, Torino. CONTROCORRENTE - Agosto 1964 25

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