tanto il nostro uomo non può vedere che altri affondino le mani nella cassa dello Stato. E, sempre in reminiscenza dei primi giorni dell'era mussoliniana, Randolfo fa appello: "Ai gtovani di ogni provenienza offriamo un obiettivo non facile ma possibile e costruttivo non avendo il diritto di imporre alla gioventù italiana le divisioni e le lotte che hanno tormentato la nostra generazione. No1i distruggere ma perfezionare e evolvere. Dobbiamo arrivare al cuore della folla per rifare lo Stato e disfare le sette". Non so quali illusioni ancora può farsi chi legge questa prosa dell'ex ministro. Li rivedremo marciare al canto di "giovinezza"? 'f., • • Se la caduta del primo ministero Moro è stata causata dalla turlupinatura che si è voluto fare ai partiti laici passando di contrabando la legge che approvava iI finanziamento della scuola provata, - leggi "cattolica" - non sarà la stessa a causarne la seconda caduta? Molti degli stessi socialisti alla Lombardi e Codignola i quali a dispetto di tutto non hanno abbandonato iI partito, non sanno spiegarsi iI perchè Nennti e il suo seguito han persistito nello errore originale; quello di assumere parte della responsabilità di un governo irriparabilmen te in sfacelo. Nomade uuglio 1964 TEORIEAPRATICA Emettere delle teorie è un lusso da gran signori, molto avvincente, che solletica e soddisfa i gusti più raffinati. La pratica è altra cosa e quando in pratica la teoria capitombola nel ridicolo allora è un·a catastrofe. Cosl che in sostanza ho sempre ritenuto che le migliori teorie siano quelle che si desumono dalla pratica, dai dati di fatto, e non viceversa. E poichè io ho appunto nella mia esperienza e una pratica ed una teoria che li comprende e li fotografa, mi permetto darvela per quel che vale. Usando di un cibo, di una casa, di un vestito, ridotti ai minimi termini o quasi, ml sono trovato con un residuo attivo a mia libera disposizione. Potevo scegliere di pasteggiare con della ch·ampagne, oppure di abbonarmi a ricche riviste, o di viaggiare, che so altro, il mio egoismo tutto ben ponderato, mi ha spinto a pubblicare saltuariamen te una decina di opuscoli e alla fine un libro, i quali altro non erano che me stesso, in una od altra direzione, libri che stampati ho inviato grado a grado a quanti me li chiedevano, gratuitamente ed a mie spese ben inteso. Volevo consumare per un mio ghiribizzo del denaro, sarebbe stato un colmo farne sortire altro denaro, <per che farne? Cosl ho raccolto un novecento indirizzi di persone che in una od al tra occasione avevano desiderato ricevermi, e da che ne avevano chiesta una delle mie pub blicazioni, ho inviato ad essi anche le altre (una decina) a furia, ed a misura che uscivano. Attendevo un ,premio, come dire? morale? Ma neppure per sogno! Obbedivo al mio egoismo di fare qualche cosa, per creare attorno alla mia imaginazione una società di corrispondenti, saltuari, (molto saltuari a volte) che digeriv,ano le mie elucubrazioni filosofiche, quando non erano tentati a prendere in considerazione i dati di fatto ohe, volta a volta, ponevo a base del mio ragionare. Spedito il libro ultimo (160 pagine costo per ogni copia spedita un po' più di trecento lire) ho preso nota di quelli che ringrazlavano, e una volta tanto mi sono rivolto per lettera agli altri chiedendo semplicemente se per lo meno lo avevano ricevuto, e, da che qualcuno mi aveva inviato in regalo dei francobolli Italiani, a questo od a quello ho aggiunto perfino il francobollo per la risposta. Passa un giorno, passa l'altro, qualcuno ha fatto eco alla mia onesta domanda, parecchi devono avere alzate le spalle, rimandando le buone loro intenzioni al proverbiale inferno dove si dice tutte si ritrovano. Che dovevo fare? Disperarmi per essere stato "generoso" di somme in denari consistenti con sordi a tal punto da non udire nemmeno il richiamo di una elementare cortesia? Conoscendo l'autore, uno stampato che non si gradisca si respinge, senza nemmeno aprirlo, mormorando, ecco iI solito seccatore. Stop. Accettare un opuscolo senza riscontrarlo, via, può anche andare, ma un libro? Ed è qul appunto che la mia teoria ha trovato l'appoggio della pratica, da che se "invio lo avevo fatto per sodistare- il mio egoismo, in tal caso non avrei avuto ad accusare che me stesso d'un calcolo errato nella scelta dell'indirizzo; se invece io avessi fatto l'invio 1per spirito ... altruistico, propagandistico, per migliorare il mondo ... novecento copie del mio vangelo per tre miliardi quattrocento milioni di bipedi, in tal caso avrei dovuto versare tutte le mie lagrime per tanta disavventura e poi fregarmi gli occhi con la cipolla per piangere ancora. Non è che la filosofia mi abbia salvato in estremis, è che la mia teoria, che tutto ciò che facctamo è fatto per egoismo, da tempo era là pronta a sanare ogni cosa; l'egoismo di chi riceveva, senza un grazie, era tanlo intorrato quanto il mio: nell'alzare le spalle al suo silenzio ... anche dopo la lettera sollecitatoria e a volta, con francobollo di risposta. Questi i fatti. Fatti che mi confermano il criterio base che tutto ciò che facciamo è per nostra sodisflazione, che, se speravamo in un compenso, dovevano agire differentemente; che non avuto alcun frutto, sia pure come ripeto di cortesia, non v'era che formulare un giudizio sul grado di evoluzione dei riceventi e passare all'ordine del giorno. 24 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
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