Controcorrente - anno XXI - n. 43 - lug.-ago. 1964

Corriere Italiano LIBERTDAI' STAMPAODILIBELLO Controcorrente ha una rubrica preceduta da una mezza colonna di giustificazioni razionalizzate che non sarebbero affatto necessarie se alcuni scritti a cui dà spazio fossero improntati al Tagionamento invece del turpiloquio. Forse è per questo che "Controcorrente" può esser considerata la pubblicazione la ,più anarchica della specie, mentre gli auto qualificati puritani dello anarchismo gli negano tale attributo. Libertà di stampa e libertà di licenza son due qualità che appartengono a opposti poli. Per quanto è riprovevole negare la prima, altrettanto ingiustificata e ingiustificabile è la seconda. Dare spazio anche a chi nulla ha in comune con il carattere della rivista è atto lodevole, ma permetteI'e che essa sia usata per assuefare la libidine libellistica e menzogniera dei discepoli del marxismo, significa andare oltre ogni norma dell'ospitalità. A costoro si può sempI'e dire con grazia, di vomitare il loro veleno nelle sputacchiere ,bolsceviche. Perchè son pro- ,prio essi, - e non sono i soli, - coloro i quali più domandano le libertà che ne- ,gano ad altri. L'arte di libellare, calunniare, dare falsa testimonianza etc. non è nata con Joe McCarthy. Essa ha una tradizione millenaria. e molto interessante sarebbe scrivere la storia di quel tanto che se n'è fatto uso nei movimenti di sinistra. Comunisti, comunisteggianti e altri annebbiati eccellono nell'arte affatto onorata. Li toccate nel vivo, e pufft, vi dedicano un paio di colonne di turpiloquio. Io non propongo che Controcorrente neghi il suo spazio a chiunque non pensi con la mente del suo direttore; suggerisco soltanto che questi tenga quei signori alla discussione dei soggetti in dibattito e non di trascendere fino al falso. * * * Da Genova mi è ,giunto un foglietto ciclostilato con la testata: IL MARTELLO No. 4 New York, N. Y. Aprile 1945 Sotto questo, •aggiunto in stampatello grassoccio: tPACCIARDI NON MUTA! Segue una filastrocca di maldicenza libellistica, di invenzioni e distorsioni intese a colpire Pacciardi ed altri, incluso il J?rof. Salvemini. A completare il f,also vi si è aggiunto il nome di Tresca, qual questi fosse ancora vivo o lo fosse stato nel 1945. Sembra questo nome sia stato aggiunto ,per dare al vergognoso volantino una certa dignità. In fondo vi si legge 1~ data: <?~- nova, Giugno 1964, firmato: Gh Anarch1c1. Nulla di più sudicio avrebbe potuto essere ideato per far disonore a anarchici, anarchismo e tutto il movimento. Noi rescindiamo la responsabilità degli anarchici da tale pubblicazione. Per denunziare Pacciardi in tutte le sue capriole politiche, basta riportare la verità intorno alle sue azioni. * * * Vogliono esser tutti dittatori. Da To- •gliatti a Pacciardi, da Scelba a Malagodi, da Michelini a Saragat. La crisi del governo sollazza tutti gli uomini che pretendono avere la cura !l)er i malanni della società italiana. Di quella società che tutti insieme han contribuito a rendere tanto malata. Togliatti e i suoi hanno iscenato comizi e dimostrazioni per meglio ingarbugliare la matassa. Pacciardi e i suoi repubblichini hanno fatto ugualmente e le vie di Roma hanno più volte inondate di proclami con i quali il condottiero Randolfo si dichiara il solo capace di sanare e rinvigorire la decrepita società italiana, al declino della quale egli stesso ha largamente contribuito. Inoltre, l'ex garibaldino di Spagna, ora amico di Franco e la ciurma più reazionaria d'Halia al servizio delle gerarchie ecclesiastiche, ha inscenato una clamorosa manifestazione a Bari, in cooperazione con quegli stessi elementi agrari che furono tra i primi sussidiatori del fascismo. Infatti, mentre il "condottiero" ,parlava, di tanto in tanto qualcuno levava il braccio in alto e igridava: Alalà, alalà ... grido reminiscente di passate vergogne e dolori. Chi paga le spese, incluso il costo del voluminoso settimanale che l'ex ministro pubblica? * * * Non è rimasto inoperoso !'on. Saragat, principale artefice del due volte capitombolato centro-sinistra. Non ho detto fallito, come insistono sia tutti coloro che al momento non hanno le dita nella torta governativa. Attualmente, se fallimento è stato, questo si ripeterà tutte le volte che l'esperimento sarà ripetuto. Son troppo forti gli interessij politici e economici che vorrebbero accaparrare l'esclusivo controllo dell'apparato statale. Il capo della social-democrazia italiana, al quale si addebita molta della responsabilità della crisi di governo, non m misteri del suo manovrare a metter Nenni e la sua fazione nel p.s. in ,posizione da forzare l'unificazione dei due partiti. Quello saragattiano e quel tanto che seguirebbe Nenni dopo una seconda scissione in men di un •anno. La qual cosa darebbe a Giuseppe Saragat l'opportunità di controllare tutto il movimento socialista italiano, epurato degli elementi filo-comunisti. * * * C'è chi vorrebbe e chi non vuole lo scioglimento delle camere; UJI/ governo di sola 22 CONTROCORRENTE - Agosto 1964

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