Controcorrente - anno XXI - n. 43 - lug.-ago. 1964

Il "Post-Gazette" è divenuto un giornale inutile. Sulle sue quattro pagine non si trova una notizia che susciti interesse. La cosidetta sezione italiana fa cadere le braccia. Non si trova più neanche la lista dei nomi di persone che vanno ai banchetti, ai battesimi, alle funzioni di indole pubblica. Se il vecchio Donnaruma tornasse in vita nel vedere il suo giornale cosi malridotto gli verrebbe da piangere. Risentirebbe il plauso servile e continuo per l'elemento politicante irlandese, insediatosi nei posti più strategici della cosa pubblioa. "Il PostGazzette" è una sventura nel mondo del giornalismo. Bisogna considerarlo parte dei rottami nella distruzione avvenuta negli ultimi anni nei quartieri della vecchia Boston. Sorprende che vi siano ancora dei commercianti che si servono delle sue colonne per far la reclame ai loro IJ)rodotti. .. SASSATE LA PRINCIPESSA! Dal giornale di Prince Street apprendiamo ch'è stata a Boston una principessa autentica, non di quelle con titolo nobiliare fasullo: la Pallavicini di Roma. Non la conosciamo, non l'abbiamo vista, non ci interessiamo della sua "missione", ma siccome abbiamo letto che ella rappresenta un'agenzia stampa di Roma che sta ancora a versar lagrime sulla morte dei "regimi forti", concludiamo che la principessa amerebbe una camicia nera. Il giornale su citato non ne dice una parola e sembra più interessato nella cronaca rociale. Sarebbe sta~o interessante avere un breve incontro con la principessa per conoscere le sue impressioni, che saranno state disastrose, nel visitare le redazioni dei tre giornali di Boston: il bugigattolo di Prince Street ove si stampa un po' di tutto, dal foglio settimanale agli inviti di nozze, il manifestino di Battery Street ove la visitatrice avrà trovato il publisher-direttore- "ILLAV-ORCOO"RREGGE amministratore a tartassare i giornali d'Italia e il giornale di Causeway Street, organo ufficiale della cronaca casalinga degli italo-americani. Che ispirazione! IN SLLENZIO IL PIFFERO Da uno dei su citati giornali abbiamo appreso che il corrispondente del Regresso di New York è in viaggio per l'Italia. Vuol dire che al ritorno egli non parlerà più del Giappone, suo tema preferito. Durante questa assenza chi riporterà le attività sociali delle nostre pacchiane, dei prominenti ciarloni, dei pseudo professori, "accademici", dei pretonzoli scorreggiantl dopo pasti luculliani, dei funzionari consolari, dei presidenti di sodalizi i quali marciano con tanto di sciarpa? Che grande gloia sarebbe per la colonia se a questo silenzio temporaneo di Vomito facesse ~guito anche l'assordante coro degli annunziatori radiofonici in lingua più o meno italiana. UMBERTUNCOLO! Da una corrispondenza di Philadelphia al Regresso rileviamo che uno dei presentatori di IJ)rogvammi italiani di quella città, certo Umberto Trombetta, ha ricevuto dal Portogallo, ove Umberto di Savoia è in esilio, il brevetto e la croce di Cavaliere della Corona d'Italia, corona che esiste soltanto sulla carta intestata di Lasagnone. Questa notizia metterà la febbre addosso a tanti prominenti che non' sono riusciti ad aver la più modesta crocetta di qualsiasi Ordine cavalleresco o puledresco. La parte interessante della comica notizia è che, stando al giornale, il neo-cavaliere dell'Ordine che non esiste più, è anche insignito della Stella della Solidarietà della Repubblica e di un ordine fasullo di spodestato tiranno di antichi tempi o di recente formazione per sfruttare qualche baiocco. Una curiosa collezione di chincaglieria. Matita Rossa Il 1 aprile 1964 IL LAVORO, vecchio giornale socialista di Genova, riferendosi al recente libro di Francis Russell "Tragedy in Dedham", in cui è discusso il caso Sacco e Vanzetti, trovava modo di fare una insinuazione che non ha nessuna base di verità. In quel commento si faceva questa affermazione: "Il Comitato di Difesa su 300,000 dollari versati da umile gente sparsa in ogni parte della terra giunsero a destinazione soltanto 6,000 (seimila) dollari. Ecco l'azione più turpe e noi vediamo il povero cafone meridionale immigrato negli Stati Uniti versare, togliendolo dal fazzoletto colorato, il suo obolo per Sacco e Vanzetti. . . E' come una catena della vergogna che offende e sporca la nobiltà della causa. Oltre la sedia elettrica ove si spensero Sacco e Vanzetti c'è sempre un altro rimorso! che è simile ad un delitto di quei dollari, l'assassinio cioè della dignità umana ... " Appena avuto sentore di questo attacco un amico americano della difesa di Sacco e V•anzetti, che conosce bene le =• mandò al giornale di Genova una lettera per correggere l'arbitraria affermazione. Siamo lieti di constatare che "IL LAVORO" del 14 agosto ha pubblicato la parte essenziale della letteva facendola precedere da questo breve commento: " ...allo inquietante interrogativo ha risposto Clinton H. M. Sarkell, uno dei maggiori conoscitori del tragico caso. A Sarkell fa eco Aldino Felicani che a Boston dirige la rivista bimestrale "Controcorrente" ... Poichè "IL LAVORO" non ha pubblicato la lettera del nostro amico per intero, la pubblichiamo noi. Certi documenti hanno una importanza duratura e devono essere conservati. Intanto ringraziamo il giornale genovese per aver dato corso alla parte essenziale della lettera, correggendo cosi l'insinuazione. CONTROCORRENTE - Agosto 1964 13

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