AUGUST 1964
L'ULTIMO SALUTO ICOLA SACCO e BARTOLOMEO VANZETTI, voi veniste in America in cerca di libertà. Forti dell'idealismo della gioventù, voi veniste qui come operai in cerca di quella libertà e uguaglianza che si vantano tanto a tutti i mwvi venuti come pregi di questo paese. Voi faceste centro dell'opera vostra il Massachusetts, proprio il luogo di nascita degli ideali americani Ed ora il Massachusetts e l'America vi hanno uccisi, vi hanno assassinati perchè eravate anarchici. " Centocinquant'anni fa i dirigenti di questo Stato impiccavano o bruciavano vive nelle prigioni di Salem le donne, accusate di stregoneria. Però quelle orribili condanne sono un nulla di fronte al delitto consumato, dall'odierna Giustizia dello Stato del Massachusetts. Le torture mflitte alle streghe erano il risultato della superstizione, dell'ignoranza, o del fanatismo religioso Bruciando vive le streghe le autorità di quei tempi credevano di ottenere cos\ la grazia divina. Le menti di quelli che hanno ucciso Sacco e Vanzetti non sono cieche. Tale delitto è stato commesso, con deliberato sangue fredde. " Per più di sette anni essi ebbero ogni occasione per venire a conoscetiza della verità a vostro riguardo. Nemmeno una volta essi hanno fatto menzione delle vostre qualità morali, qualità cosi nobili e cosi risplendenti che milioni di persone le hanno assunte come guida. Esse si sono lasciate accecare dai pregiudizi di classe, dalla posizione e da mteressi egoistici. Esse si sono curate più della ricchezza, dell'agiatezza e delle istituzioni che della verità. Voi Sacco e Vanzetti siete le vittime della plutocrazia più esosa che il mondo abbia mai oonosciuto dai tempi dell'antica Roma. " La vostra esecuzione è uno dei crimini più ner,i nella storia dell'Umanità. Essa t tale e ancora di più. Sarebbe orribile abbastanza se la vostra decisione fosse stata ordinata soltanto da forze politiche e materiali, ma è molto più orribile che essa sia stata sanzionata ed anche benedetta da coloro che tra noi passano come leaders del potere intellettuale e spirituale. "Le emulazioni clamorose colle quali essi hanno contribuitk) alla vostra morte, sono il segno finale che la vostra uccisione è stata la vendetta di una classe; la classe dominata d.aJ, culto del denaro e della posizione, contro di voi perchè simboli di un'altra classe, quella dei lavoratori e di tutti coloro che aspirano alla realizzazione d.el vero significato della vita. "Se non fosse stato per quello che mi è successo, disse Vanzetti poco prima della sua morte, avrei probabilmente speso la mia vita, parlando agli angoli delle strade ad uomini sprezzanti. Sarei forse morto, senza essere notato, soonosciuto - un fallito. Giammai in tutta la nostra esistenza avremmo sperato di riuscire a servire la causa della giustizia, della tolleranza, della comprensicme fra uomo e uomo, come lo facciamo ora per accidente. Le oostre parole - le nostre vite - le nostre sofferenze - nulla. Lo stroncare le nostre vite - vite di un buon calzolaio e di un povero pescivendolo - tutto. L'ultimo momento appartiene a noi- quest'agonia è il nostro trionfo! "I vostri lunghi anni di torture, le vostre ultime ore di suprema agonia sono la bandiera vivente sotto la quale noi ed i nostri discendenti per ge;nerazioni e generazioni marceranno per creare un mondo migliore basato sulla fratellanza degli uomini per la quale voi siete morti. Nel vostro martirio, noi lotteremo e vinceremo. " Ricbrdatelo. La giustizia fu crocifissa il 23 agosto del 1927! ". NOTA-Discorso scritto da Gardner Jackson e pronunziato da Mary Donovan al Crematorio di Forest Hill il 27 Agosto 1927 - il giorno dei funerali. FULLER THAYER LOWELL
RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORREN1T1Epubllshodbl•monthlJ. Mili 1ddms: 157 Mllk St., Boston.Aldl11>Felic1nl, EllltDrlRd PublllNI.'. Office 9' publl•tlOII 157 'Mllk SIIHt, BostOII9, Mm. 5-ld-class nall prlvll- _,,ed Il Boston, Mass. SUbs<rlptlon $3 a , •. Voi. 21-No. 1 (New Series H3) BOSTON, MASS, July-August, 1964 IN QUESTO NUMERO - L'ultimo i,aJuto - Un partlto conservatore, stlle 1964 dt Da.vide .Tona - Vlrgtllo Gozzoll dl Carlo 'Dreeca - Il comuntamo vfato ad occhio nudo dt Hugo Rolland - constata• zlonl di $. Batta - GENTE dJ Matita Rossa. - IL LAVORO corregge - Pagllacct della polltlca. dl Brand - Slam.o noi guardiani delle dlttature comuniste? dt Brand - TRIBUNA LIBERA - CORRIERE ITALIANO di Nom!Ulo - Agli amici di Piero Ce.lamandrel - A PIOMBO de Il Muratore - MUNIZIONI - PICCOLA POSTA - Noi e Pacclardl. UNPARTITCO NSERVATORE, STIL1E964 Il partito repubblicano americano ha fatto la sua scelta: colla nomina di Goldwater e di Miller a candidati per l'elezione del presidente e vice presidente degli Stati Uniti, e più ancora colla dimostrazione di forza delle correnti che a S. Francisco hanno imposto 1-a loro scelta, ha segnato una svolta definitiva nella storia ,politica degli Stati Uniti. Ha difiltti rotto Il compromesso 'Che sanzionava la convivenza nella stessa organizzazione di concezioni politiche contrastanti: ha in fatto chiuso il periodo iniziato quasi mezzo secolo fa da Teodoro Roosevelt, e protrattosi con varie vicende, ma sempre senza una rottura aperta, fino ai nostri ,giorni, in cui le correnti più progressive del partito hanno diviso con quelle i>iù strettamente conservatrici la direzione del partito. Non basta certamente a tener viva la ipossibilità di alternativa la capitolazione, per molti aspetti vergognosa, se pure giustificata in termini di tattica bassamente politica, dell'ala modernistica del partito di fronte alla canea dei fanati'Ci che hanno visto in Goldwater il proprio interprete. Quanto questi fanatici vogliono è precludere per sempre la possibilità di un altro Teodoro Roosevelt: soltanto a questo costo potrà oramai essere risuscitata l'unità del partito. Come ho notato già prima d'ora, ciò può forse essere un fattore benefico sulla scena politica americana, se pure gli sforzi dei dirigenti del partito democratico tper perpetuare il compromesso fra reazionari e progressivi nel seno del loro partito siano evidenti, e diretti ad impedire che da una chiarificazione dei ipropositi e del ,programmi di entrambi i partiti americani si svolga una ragionevole orientazione delle ideologie di essi. I sostenitori di Goldwater fanaticamente proclamano la urgenza di svincolare l'individuo dalla influenza civile, sociale e politica dall'organizzazione centralizzata di governo. Allo stesso tempo di opporre con ogni mezzo, anche a costo di un conflitto, ogni ideologia che, in ogni parte del mondo, con'Cepisca la struttura politica della società su basi collettivistiche e comunistiche. A parte la inerente contraddizione, che per necessità, in oaso di guerra, o anche soltanto di aspro conflitto, imporrebbe sulla nazione americana stretti controlli sulle attività individuali, e demolirebbe la principale ragione di esistere del partito repubblicano quale ora concepito, è Importante esaminare come la ideologia proclamata fondamentale per il partito repubblicano si adatta alle condizioni attuali. I seguaci di Goldwater insistono che essi intendono difendere i principi fondamentali della costituzione americana. Però il grande vantaggio della costituzione degli Stati Uniti fu sempre il facile meccanismo per cui emendamenti furono introdotti, da una parte, e il continuo adattamento delle disposizioni costituzionali attraverso l'azione delle assemblee legislative e del supremo potere giudiziario; azione che talora sfociò in concordia fra queste due branche di governo, talora in conflitto, ma che, anche in questo caso, giovò a rendere la costituzione americana uno strumento vivo, in continua evoluzione, sotto Il controllo e la spinta di nuove situazioni e nuovi bisogni. L'opinione espressa da Goldwater, per esempio, che alcune disposizioni della recente legge per l'estensione dei diritti civili contrastino con lo spirito della costituzione nazionale, che assume come diritto fondamentale dei cittadini di disporre a
pìacìmento della loro proprìetà, può essere sostenuto da uno spirito restrittivo, che interpreta letteralmente la parola della costituzione: ma certamente offende chi pensa che, nella complessa società moderna, non si può ammettere che il diritto di proprietà individuale sia invocato per de- ,primere, fisicamente, moralmente, economicamente e socialmente altri individui, o a impedire_ che essi siano privati del godimento di istituzioni pubbliche o stabilimenti che, se pure privatamente ,posseduti, sono destinati a provvedere servizi per l'uso di tutta la comunità. Per certo, al tempo della proclamazione d'Indipendenza, il problema della eguaglianza civile ~ politica delle minoranze, se pure intraveduto dagli spiriti più lungimiranti, non era sentito come problema nazionale di immediata urgenza, nè la complessa interrelazione dei vari gruppi della popolazione, conseguenza della evoluzione della società industriale moderna, poteva essere prevista in un ambiente di frazionata, primitiva società basata su attività agricole. Ma il voler cristallizzare lo sviluppo sociale in uno stadio qualsiasi è un'operazione pericolosa; esso diventa esplosivo quando una parte della popolazione reaiiz:z,a che l'eguaglianza di opportunità, vantata come base del patto sociale nazionale, è una burla. Specificamente, a proposito della evoluzione dello spirito delle masse di colore, bisogna tener ben ,presente che il passaggio della nuova legge sui diritti civili non è la conclusione di un periodo di servaggio e l'inizio di un altro di pacifica e fruttifera convivenza. Tutt'altro: io son convinto che proprio prima conseguenza della nuova legge sarà un inasprirsi della situazione e delle relazioni fra minoranza di colore e maggioranza bianca. Ciò non soltanto per la reazione sentimentale dei bianchi o per la pressione delle paure di coloro che temono l'immissione di nuovi elementi in categorie professionali e di lavoro. Ma proprio perchè essa, facilitando educazione e forzando accettazione sociale della minoranza di colore, crea in questi una coscienza della propria inferiorità. Una inferiorità sentita e oramai incorreggibile in coloro che •hanno raggiunto una età in cui una nuova educazione è impossibile, ma anche in coloro che, crescendo nel nuovo ambiente, ricevendo un livello di educazione quale è ora promesso dalla nuova legge, pari a quella ricevuta dai bianchi, in grado quindi di apprezzare quali sono le opportunità offerte dalla società moderna, non possono far a meno di rilevare che l'accettazione della loro integrazione nella società nazionale è e sarà per ancora divemi anni, nella migliore delle ipotesi, sbarrata da pregiudizi, da inerzia ed essenzialmente da atteggiamenti morali tradizionali che nessuna legge ,può superare. E' evidente che la tensione negli elementi negri della nazione è andata aumentando pericolosamente negli ultimi mesi. La delusione! dei giovani, ora mal preparati al lavoro nella società industriale d'oggi, costretti in ghetti sovra affollati è soltanto un esempio di quanto avverrà nel prossimo futuro. La crisi più difficile non è ancora venuta, anzi è destinata ad inasprirsi per lo spazio di una generazione, fino a che l'elevazione della capacità produttiva dei negri apportata dalla migliore educazione, da più umana abitazione, dalla stessa coscienza delle condizioni della propria inferiorità da ,parte degli elementi di colore non saranno segui te dalla completa e egualitaria accettazione nella società nazionale. In effetto, il periodo di più pericolosa tensione rivoluzionaria è sempre quello in cui coloro che soffrono una ingiustizia acquistano nozione di essa, e scorgono l'urgenza della rettificazione di essa, ma in cui lo stabilimento sociale non si adatta alla necessaria evoluzione per l'adattamento. Goldwater e i suoi accoliti rappresentano proprio il gruppo che non si adatta alla necessaria evoluzione, e che si aggrappa alle formule di preservazione di un ordine stabilito in altri tempi per resistere al cambiamento. Non basta recitare i propri meriti nello sforzo di formale integrazione, quando poi non si vuole fare il passo più importante, cioè quello di proclamare che il principio della eguaglinaza di tutti i cittadini deve prendere la precedenza su discutibili diritti privati di alcuni di essi. * * * In fondo la stessa critica può estendersi all'atteggiamentCI del nuovo partito repubblicano nei confronti della politica estera. L'evoluzione mondiale verso un più giusto equilibrio fra i vari gruppi umani è incontenibile. Il periodo di asservimento coloniale non può tornare, anche se alcune delle nuove nazioni danno prova di incapacità a reggersi pacificamente, e sopratutto se alcune delle nuove nazioni, per non dire tutte, non possono trovare nella formula di sviluppo economico e sociale americano una sodisfacente soluzione ai proprii problemi. Con uno spirito nuovo l'America deve affrontare i rapporti internazionali. Il tentativo di mettere le nuove nazioni, o quelle che più o meno dipesero da controlli stranieri, nell'alternativa di accettare Batista o volere Castro non può far altro che ingigantire a mille doppi il tragico errore fatto al tempo in cui Castro venne negli Stati Uniti per esporre il proprio programma, discutibile quanto si vuole, e fare appello a comprensione, per essere accolto da una porta ostinatamente chiusa. Più ancora l'ostinata posizione di intransigenza nei confronti di ogni nuovo ordine, quando questo nuovo ordine, sia sotto la marca russa sia sotto quella ·cinese è effettivamente accettato da una grandissima parte dell'umanità, forse la maggioranza numerica di essa, in un periodo in cui l'alleanza atlantica sta sfasciandosi, da una parte, e il blocco comunista rivela interne tensioni, dall'altra, indica -solamente una testarda cecità, l'illusione che la potenza militare americana basti colla sua sola minaccia a trattenere permanentemente la marcia di popoli in evoluzione o in 4 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
diretta rivolta contro gruppi privilegiati locali. * * * Per queste ragioni, la evoluzione del partito repubblicano verso posizioni retrive è molto preoccupante: La logica delle cose conduce alla conclusione che esso non potrà riuscire a arrestare la marcia dell'umanità verso nuove forme di convivenza sociale. Però nessuno può diminuire il peso del1' America in ogni campo, militare, sociale, VIRGILIO politico nel mondo. Una decisa svolta a destra dell'amministrazione degli Stati Uniti, alla fine, potrà essere sostenuta tanto all'interno che all'estero solamente da un rafforzamento degli ordinamenti autoritari e fascisti, anche se l'eS'J)Onente della nuova politica del partito repubblicano, onestamente, può illudersi di difendere le libertà individuali. Davide Jona GOZZOLI Un telegramma da Pistoia in data 24 agosto, ci porta la triste notizia che il compagno Virgilio Gozzoli cessava di vivere in quell'ospedale alle ore 1: 15 a.m. di quel giorno. Nonostante la triste notizia fosse attesa, purtuttavia ne siamo rimasti scossi. Il nome di Virgilio Gozzoli non è nuovo per i compagni d'America. Siamo certi ohe molti compagni che lo conoscevano saranno addolorati per la sua fine, crune lo siamo noi. La sua opera di propaganda non sarà facilmente dimenticata. Egli è stato attivo in Italia, in Francia, nel Belgio, in Spagna, 'in America... In America fu, per un lungo periodo di tempo, connesso con IL MARTELLO, diretto da Carlo Tresca. Sulle attività di Gozzoli v'è molto da dire. La sua vita è stata tutta una sequela di operosità. Vogliamo sperare che qualcuno che è stato vicino a lui nelle sue peregrinazioni, si impegni di ricordare la sua vita di lavoro al servizio della propaganda. Ne IL MARTELLO del 17 ottobre 1938 abbiamo trovato un profilo di Gozzoli, scritto da Carlo Tresca. Lo riproduciamo, certi di far piacere ai nostri lettori, e per ricordare degnamente il compagno che ci ha improvvisamente lasciati: Virgilio Gozzoli, è, ora, carne della nostra carne: vive con noi, lotta e spera spalla a spalla con tutti noi, compagni lettori de "Il Martello". Non è un nuovo venuto: è un veterano. Ha 52 anni e li porta bene malgrado le tempeste che si sono rovesciate sulJe sue spalle da 30 e più anni che milita nel campo libertario. Si è fatto da sè. In Italia si fece subito notare sia come giornalista agile, incisivo e battagliero; sia come drammaturgo. Al momento in cui il fascismo l'obbligò a prendere le vie dello esilio le porte del teatro gli si erano aperte in tutta l'Italia. Ebbe successi lusinghieri. La critica teatrale dovette largamente occuparsi di questo auto-didatta che1 pur avendo f,atto solo la seconda elementare, era riuscito a creare opere di incontestabile valore, come Il Mattaccio (poema drammatico in 4 atti); I due macigni (poema tragico in 3 atti e un prologo); Vanni Fucci (tragedia trecentesca in 3 atti); Mara (melodramma in 2 atti); La moglie senz'anello (commedia brillantissima e di satira elettorale in 4 atti) e tanti altri lavori di secondaria e svariata importanza. In Francia continuò a produrre per le scene scrivendo Il Cancro e Il Ritorno, bozzetti in un atto e rafflguran ti scene del terrore fascista. In Italia, appena dopo la guerra, fondò a Pistoia, ove è nato, Iconoclasta, giornale prima, rivista poi, aperta a tutte le tendenze dell'anarchismo, eclettica, come, secondo lui, deve essere la società libertaria. Fece per anni larga, efficace messe di idee raccogliendo, attorno alla sua rivista, legioni di lettori. Quando la bestia trionfante del fascismo si accampò in Italia la sede di Iconoclasta fu invasa e incendiata dagli squadristi di Dumini discesi a Pistoia appositamente da Firenze. Gozzoli resistette flnchè gli fu umanamente possibile. Sorpreso di notte in casa propria, strappato alle braccia della moglie e della figliuola, fu condotto alla sede del fascio e chiuso in una stanzetta dove una dozzina di carni• 'Cie nere gli si fecero addosso come belve e poco mancò che non lo finissero a colpi di nervo di bue. Guarito dalle ferite gli si impedl di ri• prendere il lavoro di aggiustatore attrezzista alle officine di San Giorgio. Si cercava, cosl, di farlo capitolare per fame. La sua fuga dall'Italia fu delle più drammatiche. A piedi, solo, braccato dalle guardie della polizia fascista, dovette attraversare le montagne di Bardonecchia a Modane. Quando giunse In Francia aveva ancora le mani nere e gonfie, le braccia piene di lividure: nell'ultimo assalto dai fascisti sulla sua persona riusci a scamparla coprendosi la testa con le mani mentre i fascisti pestavano furibondi. In Francia, nelle ansie e nelle Incertezze dell'esilio, riprese il suo apostolato. Dopo breve sosta nelle miniere dell'Est della CONTROCORRENTE - Agosto 1964 5
Francia trovò, a Parigi, lavoro come meccanico e riprese immediatamente l'attività politica dedicando notti insonni alla pubblicazione della distrutta Iconoclasta di Pistoia, che egli fece risorgere nella capitale di Francia. Quando il nostro maestro Sebastiano Faure organizzò il Comitato Internazionale Anarchico, al quale diede l'anima sua anche Macknò, il nostro Gozzoli fu chiamato dal Faure stesso a collaborarvi e gli fu dato il compito di trattare, nell'opera ciclopica che va col nome di Enciclopedia Anarchica, la parola ARTE. In quel tempo la rivista .Tempra, sempre diretta da Gozzoli, prese il posto di I conoclasta. Tempra venne a rimpiazzare la parte italiana della Revue lnternational Anarchiste, diretta dallo stesso Sebastian Faure, e più tardi, fino alla sua prima espulsione, ridiede vita in Francia al giornale Fede, il bellissimo e battagliero giornale fondato in Roma da Damianl. A Bruxelles, ove fu costretto a prendere piede, dopo l'espulsione dalla Francia, continuò a tenere in vita Fede flnchè anche il Belgio lo cacciò di nuovo per le vie dell'esilio, che sono cosi irte di spine. Ove andare? Dovette rifugiarsi in Spagna ove per circa tre mesi si diede alla caccia affannosa ,per una occupazione giacchè Gozzoli ha voluto sempre vivere del suo lavoro. Si decise a rientrare in Francia. Ma appena messovi piede te lo acciuffarono come elemento pericoloso e gli appiopparono una condanna -per infrazione alle disposizioni di legge sulle espulsioni. Liberato, rimase In Francia clandestino ma senza mai cessare le sue attività. Arrestato e condannato una seconda volta si recò di nuovo nel Belgio che, per ragioni di salute, dovette abbandonare. Ripresenta tosi in Francia collaborò un po' qua, •un po' là. In quasi tutti i girnali libertari, specie quelli francesi. Nel 1935, per dare spinta ad una campagna nazionale pro' Diritto di Asilo, propose e mise in pratica un gesto protestatario, che ebbe lavghe ripercussioni anche fuori di Francia. Con i compagni Perrisino, Cecili e Schlaffonati, come lui espulsi da tutti i paesi vicini della Francia e dalla Francia stessa, si presentò alle diverse autorità ,poliziesche e giudiziarie della capitale per farsi arrestare ed Iniziare lo sciopero della fame. I quattro pellegrini libertari si presentarono in Prefettura, all'ufficio Parquet, al Petit Parquet della polizia locale; fino al Capo Supremo della Sicurezza Nazionale, dicendo: "Noi abbiamo violato il decreto di espulsione, arrestateci." Le autorità compresero li significato morale della protesta e si ri1lutarono di procedere agli arresti, ma la stampa si occupò della cosa. Gozzoli ed i suoi compagni strapparono delle concessioni: ad alcuni rifugiati politici fu dato fino ad un anno di "sursis", cioè di permesso. Cosi non pochi compagni, che non sapevano più ove trovare asilo, potettero beneficiare dell'esito della campagna e per un po' di tempo essere lasciati relativamente in pace. Vennero, poi, gli avvenimenti spagnuoli. Gozzoli fu tva i primi ed accorrere in Spagna. Era già equipaggiato ed inquadrato per partire dalla caserma di Predalbes, diretto al fronte di Huesca col ,primo scaglione della Sezione Italiana nella leggendaria colonna Ascaso, ma proprio quando Angeloni comandava "Sezione, avant, march", arriva difilato Oamillo Berneri armato di un ordine firmato da Santillan e Sans col quale si ordinava a Gozzoli di rientrare in città e di mettersi a disposizione del Comitato Propaganda Estera CNT-FAI. A malincuore il nostro Gozzoli dovette ubbidire. Dopo avere aiutato alla pubblicazione di Espagne Antifasciste, diretto da Prudhommea,u, Gozzoli passò, come segretario di redazione, a Guerra di Classe, diretta da Berneri. Ma la trincea lo attraeva più che il tavolo di redazione e un bel giorno, approfittando di un camion che andava al fronte di Huesca, vi prese posto e raggiunse i combattenti. Ma vi restò poco tempo perchè i compagni, unanimemente, lo rimandarono a Berneri e a Guerra di Classe. Quando, dopo 8 numeri, Guerra di Classe cessò le pubblicazioni, Gozzoli si inquadrò nella Centuria Sebastiano Faure. Riprese le pubblicazioni del giornale, Gozzoli fu chiamato a dirigerlo e dalle colonne di Guerra di Classe, quando Berneri fu barbaramente trucidato, Gozzoll fu il primo ad accusare pubblicamente, e con dati di fatto, gli stalinisti come autori dell'efferato delitto. Quando, due mesi e mezzo dopo quel tragico evento, egli lasciò la Spagna per rientrare In Francia, malgrado la sua posizione precaria, si assunse l'incarico di redigere il confratello Il Momento ... E proprio quando, dopo tante vicissitudini, egli era riuscito ad ottenere una buona occupazione come tipografo al "Peuple", ed un permesso di soggiorno! strappato alle. auto: rità dal sindacato tipografi, di cui egh era parte, chiamato Insistentemente dal compagni d'America, egli non ha esitato ad abbandonare la famiglia e la situazione di relativa tranquillità che gli era presentata, per rispondere presente all'appello; ed è ora ripetiamo, qui con noi, al nostro fianco'. nella nostra trincea. Noi ci sentiamo onorati di averlo membro attivo della nostra f-amiglia. Noi sappiamo che, posta nelle sue mani, questa nostra bandiera, sarà tenuta sempre più in alto, sempre più esposta alle furie di tutte le reazioni. All'amico, al compagno, a nome di tutti i lettori, il saluto delle armi. da "IL MARTELLO" New York 17 ottobre 1938 6 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
Note di viaggio ILCOMUNISVMISOTOADOCCHNIOUDO UNPO'DIRUSSIAVISTADAVICINO Il persistente desiderio di rivedere dopo 46 anni una vecchia amica e compagna, senonchè congiunta, mi ha spinto fino a Odessa. Dell'oggetto della mia visita dirò più tardi con altro scritto. In questo mi limiterò alle osservazioni e esperienze fatte. In articoli che saranno letti più tardi in queste stesse colonne, mi occuperò della Yugoslavia e della Bulgaria e della Rumania. Vorrei poter qui scrivere della Russia, di quella piccola parte veduta e osservata, con un poco di quell'entusiasmo col quale ordinariamente ritornano gli iniziati ai misteri dei regimi dittatoriali. Mentirei se dicessi di essermi recato in Russia con la mente libera di ogni preconcetto al regime del paese. Ugualmente preconcettato ero verso i regimi degli altri paesi "comunisti" visitati. Eppure, senza dare a tutto il benestare, non esito a dire che in Yugoslavia e Bulgaria si respira una certa aria di libertà ... e di progresso economico. Il turista non è tenuto ad alcuna speciale restrizione di movimenti. Egli si sente ad agio dal momento che passa le frontiere. Nessuna sensazione sgradevole lo opprime, In particolare quella di sentirsi spiato. Infine, non è della politica dei paesi visitati che qui mi occupo, bensl di quello che ho potuto vedere e sentire, e da quanto ho potuto osservare ad occhio nudo. La più insistente delle raccomandazioni fattemi prima di iniziare il viaggio, è stata quella di non scrivere note di viaggio in territorio comunista. In verità, la raccomandazione ripetutami a Belgrado e Sofia da cittadini di quei paesi, può esser valida soltanto per la Russia. Abbiamo traversato quattro volte le frontiere di Yugoslavia, Bulgaria e Rumania, (il plurale significa mia moglie), il nostro bagaglio non è stato mai aperto, sia all'entrata che all'uscita. Modalità di frontiera assai semplici, come ormai in tutti i paesi europei. I nostri biglietti di prima classe, (wagonlit) da Sofia a Odessa, acquistati e pagati in dollari a Sofia, son costati, (per 2) esattamente 33 dollari. Il biglietto di ritorno con lo stessd treno, su lo stesso percorso, il costo, - sempre In dollari, - è stato di 87 dollari. L'ottenere una logica spiegazione del perchè di tanta differenza di costo da ufficiali sovietici, non è stato possibile. I funzionari comunisti domandano soltanto denaro ma non danno spiegazioni su soggetti scabrosi. Fatto dei calcoli assai semplici, ci siamo resi conto che il trucco sta tutto nel cambio della valuta. Il rublo, in rispetto al dollaro, è arbitrariamente valutato $1.10, mentre in rispetto al Lea bulgaro vale soltanto l'equivalente di 40 soldi americani. Il perchè il governo degli Stati Uniti permetta che tale truffa sia consumata ai danni dei suoi cittadini, è cosa inispiegabile anche per chi non è del tutto ingenuo in fatto di cabala della politica internazionale. Il nostro treno era diretto a Mosca. A Kishinew, ove siamo ,giunti in mattinata, noi dovevamo attendere la coincidenza per Odessa. Kishinev è la capitale della Repubblica di Moldavia, - altrimenti Bassarabia, - quel territorio trafugato dai russi alla Rumania in omaggio all'anti colonialismo bolscevico. Un agente dell'Inturist montato sul treno alla stazione di frontiera insieme a controllori politici e doganali, ci ha salutati in perfetto francese e avvertiti che a Kishinev avremmo dovuto attendere 18 ore. Subito dopo l'entrata in territorio russo, sono incominciate le nostre prime esperienze nella "patria dei lavoratori". Verificatori di documenti e agenti doganali hanno fatto ressa nel nostro piccolo compartimento. Il nostro bagaglio è controllato scrupolosamente. Due libri, quattro riviste e due giornali vengon portati via insieme ai nostri passaporti e un mio taccuino di appunti. Tutto viene restituito un paio di ore più tardi. Abbiamo dovuto fare una dichiarazione scritta, in duplicato, di ogni centesimo in nostro possesso all'entrata nel sacro territorio. Ci è stato chiesto se eravamo in possesso di lettere da consegnare a altre persone... L'agente della Inturist, con una scusa o l'altra, è ritornato un paio di volte. "Avete delle conoscenze a Kishlnev ?" -No. "A Odessa?" - SI. "E chi?" - Una vecchia amica, in altri tempi mia cognata, zia di mio figlio. "Qual'è la vostra occupazione?• - Nessuna al momento. "E iprima?" - Pittore e agricoltoi:e. Alla stazione di Kishinev un vero ricevimento. Tre tovarish. Uno parlava l'Inglese, il secondo il francese e il terzo un discreto italiano. Questo ultimo, giovane studente, ci venne assegnato come guida. Era per il giovane la prima commissione. Voleva portarci dappertutto, tutto farci vedere In una città che invero offre poco, CONTROCORRENTE -Agosto 1964 7
almeno per quel tanto che si è voluto si vedesse. Desiderio nostro era di esser lasciati soli, di poter andare dove l'istinto ci avrebbe portati; entrare nei negozi, osservare le mercanzie, i prezzi. .. e possibilmente conversare con qualche persona non investita di ufficialità. Questo abbiamo potuto fare soltanto per qualche ora, a sera. Non avevo mai veduto prima tanti vetri lesionati. Sia quelli dei negozi che quelli delle abitazioni. Rotti e rattoppati alla meglio, imbratt,ati di mastice e di pittura. Non mi è stato possibile stabilire se le crepe erano dovute alla scadente qualità del vetro, all'imperfezione dei telai, oppure all'incapacità di sistemarli come dovuto. Nelle vetrine dei negozi la poca merce esposta era per lo più coperta di polvere. I vetri stessi apparivano di non essere stati lavati da lungo, lungo tempo. I locali dei negozi tanto vasti per quanto scarseggianti di merci. Ugualmente limitata la quantità e varietà) di cibarie. Oltre ai cavoli e abbondanza di patate, niente altre verdure. Frutta, soltanto secche o conservate in barattoli. Alle panetterie e macellerie, poco da comprare e molta gente in attesa. * * * * All'Inturist di Klshinev, per le 18 ore di Incidentale residenza, dovemmo sborsare altri $32.00 per alloggio e vitto, e $11.00 per il servizio di taxi dalla stazione e ritorno. Distanza: due minuti di automobile, non più di dieci a passo lento. Il treno per Odessa partiva alle ore 2.30 a.cm., e il povero giovane! che ci aveva fatto da guida aveva ordini di accompagnarci. Affatto necessario, ma importante ,per tener d'occhio gli stranieri. Al giungere a Kishinev mi è stato domandato cosa ml sarebbe interessato più vedere. Espressi il desiderio di visitare un'azienda agricola. Gli interlocutori apparvero sorpresi e mi tempestarono di domande con competenza tecnica. Mi fecero domande su l'allevamento di bestiame. coltivazione di grani e foraggi, frutteti e rimboschimento. Notato che ne sapevo qualcosa, uno mi disse: "spiacente, ma oggi il direttore dell'azienda è assente, occupato altrove". Accettai la scusa con una risatina sarcastica. Alla guida che ci accompagnava per farci vedere soltanto strade e monumenti senza mai invitarci ad entrare in uno dei tanti edifici pubblici, chiesi di condurci a visitare qualcuna delle nuove costruzioni. Di quelle completate di recente e di qualcuna in stato avanzato del lavori. Gli edifici completati e già occupati potemmo soltanto guardare dall'esterno, alcuni degli altri potemmo penetrare navigando tra il fango prodotto dalle recenti piogge. Questi, in vario stato di costruzione, davano ogni evidenza di una tecnica certamente non comparabile a quella più avanzata dei paesi non "comunisti". La livellazione dei pavimenti tanto incerta da causare il cattivo funzionamento delle porte. Ma neppure le finestre chiudevan bene. Il ferramento di porte e finestre, di disegno e manifattura non ,accurata, parevano esserne la causa. Molte delle condutture dell'acqua e del riscaldamento, già chiuse nei muri mostravano evidenze di scoli che danneggiavano soffitti e muri. Mattonelle mal cimentate, molte delle quali rotte... Gli appartamenti quasi tutti di non più di quattro stanze di piccole proporzioni. Le strade dl recente costruzione già rotte e in ripari, e cosi pure i marciapiedi. In un lbel parco, forse la parte più attraente della città, una lunga gradinata che porta ad ,un lago artificiale, (proibito fotografare), gradinata, - dovrei dire "gradinate" perchè ne son diverse, - costruite di recente in calcestruzzo, in stato di completo disgretolamento. Molti, se non tutti i difetti elencati son dovuti a cedimenti strutturali da attribuirsi ad una tecnica assai rudimentale. Tanto la nostra stanza e bagno all'Hotel di Kishinev che al Krasnaya di Odessa, - al costo di $19.00 al giorno, - presentavano tutti i difetti di costruzione ai quali ho accennato. A questo si aggiunga la cattiva illuminazione e la poca visibilità che offre uno specchio di pessima fattura. * * * * A Odessa vi sono due Hotels assegnati all'uso di stranieri. Il Krasnaya con la qualifica di Prima Classe, al quale noi siamo stati alloggiati, costa, ad un citadino americano,. $16.00 al giorno. L'Odessa, con classifica di "lusso", costa $30.00 per giorno. Non ho veduto l'interno di una camera di questo lussuoso Hotel. Abbiamo però preso il più dei nostri pasti nel suo ristorante. Il prezzd dei cibi è pressochè uguale nel due ri trovli. La sol cosa che li distingue, - e che credo dia all'Odessa la qualifica "di lusso", - è che in questo i tavoli sono apparecchiati con tovaglie e tovaglioli di lino, elegante argenteria e più raffinato servizio da tavola. Inoltre, su ogni tavolo un vasetto con un fiore, nei nostri giorni, un tulipano. Il cibo è preparato con più accuratezza e servizio con miglior garbo. Al Krasnaya i tavoli non eran sempre puliti e i tovaglioli, un triangoletto di carta. (Delle manchevolezze di questa azienda statale, (hotel e ristorante), mia moglie ne fece una rimostranza in scritto al suo direttore, aggiungendo suggerimenti per li miglioramento del servizio senza che ne ,aumentasse il costo. Tutta una quistione di efficienza.) OSPITI INDESID:0RATI ~er raggiungere l'entrata al ristorante dell'Odessa si passa per il foyer dell'Hotel e si percore un lungo corridoio. Alla porta, un usciere, il quale In effetti . un autentico guardiano, scruta attentamente chi si avvicina. roana sua corpolente e generale apparenza, un vero cosacco. E' domenica 19 aprile 1964, ore 14.20. Nel mentre noi uscivamo dal ristorante, 8 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
due giovani africani ben vestiti e di distinta apparenza, - più neri non avrebbero potuto essere, - si avvicinarono per entrare. Il portiere ha loro sbarrato il passo. E' seguita una convesazione assai breve. Cosa è stato detto io non so. I due han fatto marcia indietro, e mentre uno si torceva le mani, l'altro si mordeva le labbra. Sono pentito di non averli raggiunti su la strada mentre si allontanavano lentamente in direzione opposta alla nostra. Me ne ha fatto astenere il pensiero che essi potessero credere ch'io fossi uno dei segugi del regime, oppure, se spiati - come avevo ragioni di credere, - non avrei potuto creare a loro e a noi dei seri fastidi? Varie persone che sono state in Russia per periodi di tempo più lunghi del nostro, alle quali ho raccontato questa nostra esperienza, mi hanno detto di altre consimili da loro osservate. Già a Kishinev da un agente dell'Inturist, da altra persona sul treno e poi ancora a Odessa da una terza personalità del regime, mi erano state fatte curiose domande concernenti l'intelligenza, la mentalità del "neri". SI aspettava da me la conferma che i "neri" erano per natura fisicamente e mentalmente deboli. Alle mie risposte negative son seguite conversazioni oltremodo interessanti. Se fosse stato possibile registrarle su nastro magnetico. Dai campioni dell'uguaglianza razziale (a chiacchiere), i quali sostenevano e sostengono l'inferiorità mentale dei neri in rispetto ai biatichi, ho inteso ripetere gli stessi argomenti usati dai più accaniti razzisti del Mississippi e Alabama. Le discussioni sul problema razziale erano iniziate con l'evidente intento di giustificare I recenti conflitti avvenuti a Mosca tra neri e biatichi. E' un soggetto sul quale anche i bulgari mantengono la stessa attitudine. Questi almeno, sentendone vergogna, preferiscono non parlarne. A Kishinev accettammo I servigi della guida per non iniziare con dissonanza la nostra visita nel "paradiso terrestre". A Odessa, mia moglie consenziente, rifiutai decisamente, aggiungendo che ci saremmo avvalsi del servizi d"una guida se ne avremo inteso il bisogno. Volevamo gironzolare da soli, con quel poco di libertà permessa. Nostro interesse non era quello di vedere quel che si voleva noi vedessimo, ma di CONSTATAZIONI New York, 18 Maggio 1964 In quanto alla teoria e pratica? Ml sembra che l'uomo pratico sia quanto l'indagatore teorico; perchè il materiale fornito dalla pratica scolal.tica, possa venir presentato ad altri in forma adatta riguardo ! problemi necessari: quelli che si verificano In certe speciali condizioni. Per esempio: nel 1799, nei più miserabili quarosservare, senza la presenza di occhi e orecchie inopportuni, come vivono i russi. Vedere e apprendere da noi stessi, dove abita la gente, cosa fa, quanto guadagna in ricompensa del suo lavoro, quanto la sua felicità ... Evidentemente questo non è piaciuto. E' stato un atto di ribellione non più permesso, commesso proprio nella città In cui nel 1905 avvenne una delle più sublimi ribellioni che registri la storia. In altri tempi Odessa è stata una città portuale meravigliosamente nitida e attraente. La sua incantevole posizione sul Mar Nero la rendeva l'anello di congiunzione con tutto il mondo esterno all'impero Czarista. Fu a Odessa, nel suo porto, laddove gli eroici marinai dell'incrociatore Prothomkin immortalarono per sempre nella storia la rivolta di un popolo anelante di libertà. Oggi, a suscitare vecchie nostalgie, rimane la scalinata del Prothomkin. A poca distanza, il palazzo dell'Opera nel quale si possono ancora ammirare dei superbi e impareggiabili balletti. • ... • * Al giungere In una città russa, al turista viene consegnato un libricino nel quale sono elencate le regole di generale comportamento. Più di tutto importante è l'elenco di cosa è permesso o proibito fotografare. Agli americani almeno, non è permesso fotografare guardando il porto o altre masse d'acqua. Nel porto, al momento, tre piroscafi americani scaricavano grano. Con alcuni marinai ci siamo trattenuti una sera nel ristorante del Krasnaya. Il grano veniva succhiato direttamente dentro i carri ferroviari e spedito laddove il bisogno era ,più urgente. Principalmente nelle città che durante la stagione turistica serviranno per Impressionare favorevolmente i visitatori. Odessa non ha nulla della gaiezza delle città bulgare. Essa produce allo spirito un aspetto deprimente. Su I suoi marciapiedi poco puliti, abbiam veduto vendere scarpe, stoffe e scarseggianti derrate alimentari alla stessa maniera che abblam veduto mercanteggiare a Namur su le sabbie algerine. Sol differenza, a Odessa mancava la sabbia. Hugo Rolland (CONTINUA) tierl di Londra, il famoso letterato Dean Owen, apri scuole per scrivere e leggere e fare i con ti esigendo a metà prezzo su tutti gli altri maestri. Il suo metodo fu che alle famiglie degli alunni poveri faceva risparmiare di comprare libri. Applicando ad un fusto un solo libro di testo, e facendo copiare ai suoi alunni sulle piccole lavagnine ed anche col dito nella sabbia. E cosi continuò sino a poter rendere l'insegn·amento gratuito, destando sorpresa, stupore e meraviglia, che un uomo solo bastasse per migliaia di alCONTROCORRENTE - Agosto 1964 9
lievi. Se nonchè il clericalismo se ne inveleni tanto che, pur essendo Quakero egli ammetteva persone di ogni credo. Perciò fu tenuto d'occhio e ~rseguitJato sino a rerlo morire di miseria, e non solo il Clero, ma gli furono contro anche quei fanatici che credevano all'Emilio, di Gian Giacomo Rousseau. Qui si chiude la tragedia del primo Owen. Il secondo fu pure Owen Riccar'Clo, ma lasciamolo fuori se bene era anatomico e naturalista, specializzatosi in paleontologia, abilissimo per ricomporre i resti degli animali fossili. ~endiamo il terzo; il celebre ingegnere Roberto Owen, che insieme a Carlo Fourier sortirono dalla scuola Sansimonista, quando ancora l'industriale di Manchester e i suoi fusi della filatura facevano appena 50 giri ·al minuto, ma che poco dopo, applicata la macchina a vapore nel 1792 ne facevano ottomila all'ora. Ora noi anarchici ricordando rispettiva• mente questi nomi illustri, ci sarebbe da inchinarci pensierosi e riverenti. Perchè non solo furono la cima della ingegneria moderna, ma conoscevano perfettamente i mali del secolo, e combattevano tutte le religioni come la causa dei mali del genere umano. E senza tanti strombazzamenti alla Bolscevica, ed al contrario della loro dittatura, formò il ,governo razionale, cioè la comunità cooperativistica, migliorando subito le condizioni dei lavoratori non con riforme economiche, ma con buone regole d'amministrazione e moralità, perchè abolita la proprietà causa di tutta la tirannide, incitò sempre ,gli operai alla benevolenza ed alla solidarietà reciproca, che era l'unico legame che determinava tutto. ln conseguenza impiantò a New Lanark, Scozia, il ramoso stabilimento che ancora resta nel mondo unico esemplare del genere E ci lavoravano duemila e cinquecento operai, ·che secondo st,atistiche, estraevano da oigni libbra di cotone un !filo lungo 50 leghe, producendo ogni giorno quanto filo basterebbe per cingere due volte e mezzo Il Globo Terracueo. La sua grande mani1\attura di New Lanark, divenne colonia modello. Era allora nel 1816. Spendeva, educava col mezzi più ingegnosi combattendo le perverse inclinazioni, scuole per l'infanzia, soccorsi per gli ammalati, ricreazione dopo il lavoro, ogni famiglia associata al beneficio di una accortissima economia, elevati gli animi alla serenità ed all'espansione di chi ben si trova in felici risultati che gli arrisero. Ma non si accorse che gli occhi dei capitalisti luccicavano come serpenti velenosi cospirando contro di lui e della sua pazienza che fu virtù che solo egli esercitava. Mentre anche lo vilipendevano con insinuanti e calunniose critiche In Iscritto quant'anche si comportava semplicemente come capo fabbrica disinteressato. Vinto ma non domo, la sua fiera esperienza la portò In America del Nord, e nel 1825 lstitul un'altra società e la chiamò la New Harmony, ma se pure incominciò sistematicamente bene dopo si introdussero vagabondi e viziosi e l'elemento buono e intelligente poco alla volta divenne vittima di corrotti ed ignoranti. Proprio quando le macchine bastavano a provvedere il mondo intero. Ed alla concorrenza speculativa sostituiva l'unità d'interessi. Roberto Owen ritornò sui propri passi per assistere al Congresso d'Aquisgrana, in Francia,ma quel Congresso avea ialtro da fare invece che valutare e riconoscere queste stupende azioni umanitarie. Giusto, analogamente come oggidl passa nella politica degli Stati Uniti, che il 4)residente L. Johnson parla di volere estirpare la povertà, la fame e la miseria, che ancora soffrono diecine di milioni di cittadini nella Nazione calcolat,a la più ricca del mondo. Mentre si spendono diecine di miliardi di dollari per essere affiancati ancora al colonialismo e tenere sempre in efficienza la mostruosa macchina di guerra che non cessa mai la minaccia della distruzione del mondo intero. Dunque l'impegno mafioso è sempre quello di riuscire a sta- :bilire il dispotismo di un potere infallibile che chiamano ,governo, mentre non sono altro che dei moralmente masdherati ed autorizzati truffatori del popolo lavoratore. Le dottrine libertarie che possono sommuovere l'Europa ed il mondo intero non sono nuove, dopo Fourier e Roberto Owen, ecc. Graco Rabeuf e Filippo Buonarrotti, furono pure dei precursori che formarono la società degli eguali osteggiando con tutto l'animo la controrivoluzione e dimostrando il bene che si poteva effettuare. E fra l'uragano di quel tempo, predicavano la comunione dei beni, l'eguaglianza, primo voto della natura, primo bisogno dell'uomo. Non più proprietà privata della terra. I frutti sono di ognuno, ma è saputo che meno di un milione di persone dispongono quello che appartiene e centinaia di milioni di loro simili. Via questa stomachevole differenza di ricchi e poveri, di grandi e piccoli, di padroni e servi, di governati e governanti che prel)l!lrano l'ambiente ad usum delphini accozzando le loro convenzionali ed ambiziose progenie. Io son convinto che tosto o tardi non mancherà di affacciarsi alla storia umana la generosa palingenesi perchè s'in tra.vede che c'è qualche cosa di più fondamentale che non sia la politica maneggiata da gli uomini di stato, siano essi capitalisti o Bolscevichi. E questo qual cosa è che l'uomo prima o dopo sarà costretto a svegliarsi ad un sentimento d'una coscienza universale come fu ideata dai nostri precursori come Owen, Rabeuf e Buonarrotti, che ci hanno dato esempi pra tlci, e ci fecero capire che l'albore della libertà dev'essere coltivato da mani operaie e inaffiato col sangue proletario tutelato dalla vigilanza e intelligenza libertaria. S. Satta 10 CONTROCORRENTE- Agosto 1964
- . G.ENTE 56 - Punizione meritata "LA TRIBUNA ITALIANA" (16-5-1964), giornale fascista di San Paolo (Brasile), ci informa che Re Umberto è stato recentemente sottoposto a gravissimi interventi chirurgici in una clinica di Londra. Il giornale di San Paolo riproduce un commento de "IL TEMPO" di Roma poco lusinghiero per l"ultimo rampollo di Casa Savoia. Scrive "IL TEMPO" ... "Umberto di Savoia il "principino" della nostra fanciullezza, il "re di maggio" della facile invettiva socialista, si è trovato solo, sotto i ferri chirurgici stranieri, e di fronte alla morte! Solo come un trov"S.tello, solo come un povero uomo senza affetti, senza famiglia liacendoci ricordare con amarezza I versi che un vecchio direttore didattico imponeva nel 1929 alle sue scolaresche, suscitando le prime caustiche ironie del giovane Longanesi". . . Al Quirinale vai, Maria J osè , che ti aspetta il bel figlio del Re ... " E riportandoci, ancora alla mente i "ritratti di liamiglia" "degli anni felici" nei quali il "principino" era l'erede designato dell'Impero e degli "anni tragici" nei quali milioni d'italiani si illudevano di conservare al vertice dello stato "quella" famiglia, unita, sana, amorosamente legata! ... Anche il "bel figlio del Re", divenuto Re egli stesso, e per di più Re in esilio, è solo, e i suoi figliuoli corrono per l'Europa e per l'America su rombanti macchine cercando "una sistemazione", le sue figliuole appaiono di quando in quando, nelle cronache mondane e in compagnia di comici chiacchieroni. La Regina stessa, nei giorni In cui l'augusto consorte era sotto i ferri - del chirurgo si trovava impegnata a Parigi per ricevere un riconoscimento della "Repubblica Francese" al suoi "studi storici". Nessuno di questi regali viaggiatori sempre in movimento, ha sentito il richiamo di Londra, nei ,giorni in cui il Re era tra la vita e la morte. E' triste registrare cose simili. In fondo la clinica londinese, sicuramente attrezzata secondo i principii più moderni, è apparsa a noi italiani squallida ... Neppure lassù, dove tanti guardavano con nostalgia e con speranza esistono più vincoli dell'amore familiare; il "mito" della famiglia si dissolve - dunque - unitamente al "mito" della monarchia; e le regine, i principi e le prindpesse non sentono neppure la necessità - come si imponeva un tempo di salvare le apparenze ... ". !Nessuna sorpresa che Il cretino nazi~ nale abbia attirato sul suo capo le frecciate dei nerocamlciatl, che non hanno mai perdonato al padre il tradimento dell'S settembre quando fuggi come un ladro di nottetempo. Il cretino nazionale merita il veleno che il ,giornale fascista gli sommnlstra. A noi non dispiace sentire che l'ultimo rampollo savoiardo è collocato con disprezzo fra i bastardi che hanno caratterizzato la Casa Savoia, durante il suo dominio e la sua storia. Tutti i nodi tornano al pettine. L'abbandono in cui è stato lasciato il re di maggio mentre si accingeva a sottomettersi all'intervento chirurgico dei dottori inglesi è un commentario più eloquente di quello che potremmo dire noi. Questa volta lasciamo nella penna l'invettiva. Ordinariamente un caso come questo suscita una infinita pietà. Dato Il personaggio si sente invece del risentimento. Il "re di maggio" non ha mai dato prova di dignità e di fierezza. H-a permesso che Mussolini facesse strame della libertà e dell'onore degli itaUani. Ha assistito impassibile al ripristinamento della pena di morte. Non ha sollevato una protesta quando l'Italia è stata imbavagliata e trascinata in una guerra che doveva portarla alla rovina. Il "re di maggio" merita l'insulto fascista. L'Isolamento In cui è stato lasciato dal membri della sua famiglia, in un momento tanto decisivo della sua vita, può essere considerato il corollario di tutte le viltà e tradimento commessi dalla stirpe savoiarda, durante la sua storia. * * * 57 - John Sarre John Sarre ... è il nome assunto da re Umberto II, quando è entrato nella clinica di Londra per essere sottoposto a interventi chirurgici. Ne "L'Europeo" del 15-24-64 abbiamo trovato un commento di Enzo Biagi che risponde ad un lettore di quella rivista. Siccome le notizie su questo episodio sono molto rare nella stampa italiana d'America, riproduciamo Il breve commento del signor Biagi, eloquentissimo: "Mi fa pena il signor John Sarre che aspetta in una clinica londinese una guarigione forse impossibile e, soprattutto, un amore che non c'è più. Quello della moglie delusa, che passa le giornate sfogliando volumi di storia o asco! tando concerti dodecafonici; l'amore del figli che girano il mondo, indifferenti alla sua tristezza, alla sua umana sconfitta. Penso a Vittorio Emanuele, il giovanotto che aveva un nome da stampare sui francobolli, che uni giorno avrebbe dovuto guidare il nostro paese, che si esibisce nei "nlght-clubs" e sulle fuoriserie, che si fa notare per I fidanzamenti senza seguito e per le corse con conseguen- ,ze. Penso ai balli di Maria Gabriella, detta Ella, che qualcuno voleva sposa dello Sci; e innamorata di Walter Chiari (si discusse a lungo se Sua Altezza aveva concesso o meno un bacio all'esuberante comico), e a Maria Beatrice, detta Ti ttl, che i biografi presentano come una fanciulla Impertinente e vivace e che ha probabilmente l'aria e il destino di una qualsiasi ragazza di buona famiglia. Penso alle lunghe ore del signor John Sarre, In una di quelle stanze un po' buie e che odorano di iniezioni, che suggeriscono al malati bilanci malinconici, ricordi affannosi: "Va a divertirti tu, CONTROCORRENTE -Agosto 1964 11
adesso", gli disse una volta il padre, firmando una carta bollata da dodici lire, e gli consegnò l'Italia del '44. Forse ripenserà a quel •breve regno, fatto di accese dispute, di illogiche speranze, dominato dalla miseria. Ma il documento della fine della monarchia era già stato firmato il 10 giugno 1940. Umberto non potè, non volle o non gli fu permesso giocare l'ultima carta sulle montagne dove si erano rifugiati molti degli sconfitti dell'8 settembre. Umberto non ha avuto grandi meriti, e neppure gravi colpe: "E' in fondo un bravo figliolo", diceva di lui Nenni. E De Gasperi: 0 E' •una grian brava persona". E' uno dei tanti figli che ereditano dal genitore delle cambiali in scadenza; ha pagato conti non suoi. Mi fa pena il signor John Sarre non tanto perchè ha perduto un trono, perchè i suoi seguaci hanno reso ridicola la sua causa, perchè è un re senza regno; mi fa pena la sua solitudine, per quei ragazzi che vanno in giro per il mondo, per quella moglie che cerca di cancellare la sconfitta scrivendo brografie di antichi guerrieri, riempiendo di musica lei borghesi stanze di Merlinge, dura, altera, offesa dalle troppe delusioni. Un vecchio signore stanco, senza gloria nel passato, con un presente crudele". • 58 - Prominenti ... Il nome di Pope è sovente oggetto di commenti. Divenne notorio quando il vecchio Generoso Pope si mise a 'servizio di Mussolini e del fascismo. I figli hanno ereditato la notorietà del padre. Nei Tecenti anni sono stati mischiati in scandali che non hanno nulla a che fare con la notorietà del vecchio Pope. La rivista americana "FACT" di New York, ha pubblicato recentemente un articolo sui Pope di Robert Anthony Wilson. Traduco la parte che più interessa i nostri lettori. Eccola: "Generoso Pope Jr. è come si potrebbe supporre qualche cosa di uomo misterioso. Un suo fratello,. Fortune, è un milionario che pubblica il giornale di lingua italiana "Il Progresso", notorio per la sua storia di sostegno a Mussolini, ed un altro fratello An thony, gestisce la Colonia! Sand and Stone Company contro la quale è in corso una investigazione. E' sotto accusa di aver fatturato la città di New York per la somma di $176,599 di Salgemma che la città asserisce di non aver mai ricevuto. Entrambi, Fortune e Anthony, nel 1961 vennero multati di $25.000 per losche pratiche finanziarie commesse con la Coloniale Sand Company. Anche se non dotato di purezza, purnondimeno, nè l'uno nè l'altro hanno relazioni col fratello Generoso, il quale ricevè tanta pubblicità, sette anni fa, quando gli capitò di essere visto a passeggio per la cinquantasettesima strada col pezzo grosso dei bassifondi, Frank Costello, della cui presenza un ignoto cercò di liberare la città di New York colpendolo al cranio con proiettili calibro 32.... " Il signor Wilson si diffonde in molti altri particolari, facendo un quadro devastatorio. Quello che abbiamo tradotto è sufficiente a convincere chicchessia, che i Pope possono, a ragione, farsi credere genuini rappresentanti della tradizione paterna ... L. D. G. • Verso la fine di maggio i giornali hanno pubblicato la notizie della morte di Miguel De Rivera. Era figlio del Generale Primo De Rivera. Aveva 61 anni ed è morto nella sua abitazione a Madrid. Suo fratello, Jose Antonio, il fondatore della Falange venne fucilato dal governo repubblicano nel 1936. Suo padre governò la Spagna dal 1923 al 1930. Si trasferl a Parigi ove mori lo stesso anno. Miguel De Rivera rientrò in Spagna, dopo la morte del padre per assumere la carica di capo della Falange. Fu arrestata nel 1933 e di nuovo nel 1936. Era in prigione quando suo fratello venne fucilato. De Rivera fu ambasciatore in Gran Bretagna dal 1951 al 1958. Il nome di De Rivera, riporta alla mente una serie di delitti che non finiscono più. Durante il suo regime perseguitò I liberi pensatori con ferocia, eguagliata soltanto dal presente tiranno del popolo spagnolo - Francisco Franco. •• 59 - Un interrogativo L'ex Governatore Volpe ha ripresentato la sua candidatura a Governatore. E' noto che The Post-Gazzette si dichiarò contro Volpe nelle passate elezioni. Se si deve giudicare dall'atteggiamento assunto questa volta dal ,giornale italo-irlandese, sosterrà la candidatura di Volpe. Come abbiamo detto altre volte "La Gazzzetta" serve chi meglio paga. Quando si mise contro Volpe nelle elezioni precedenti, corsero sottovoce notizie poco simpatiche. Che cosa ha contribuito al cambiamento? Saremmo proprio curiosi di sapere ... • 60 - La repubblica in sagrestia! Anche Boston 'ha festeggiato l'anniversario della repubblica papalina in sonnolenza sotto l'egida di Segni. Leggiamo nella Gazzetta che la celebrazione si è svolta in un'atmosfera di entusiasmo, grande cordialità e Chi più ne ha più ,ne metta di aggettivi ,per creare un bel quadro di cronaca. Sarà stato cosi, non lo sappiamo. Non eravamo là. Chi ci avrebbe invitati? e anche se ciò fosse avvenuto, noni ci saremmo andati. Però sappiamo di certo che la cerimonia, o festa (chiamatela come volete), fu una cosa da sagrestia, auspice il nuovo Console. Egli ha voluto celebrare la festa nella casa dei preti, o sala dell'Azione Cattolica Italiana, in un vicoletto sperduto. Una vittoria per i preti. Viva la libertà. 12 CONTROCORRENTE - Agosto 1964
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