Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

63.000 lire italiane. L"operaio specializzato guadagna tra i 130 e i 140 rubli, equivalenti a 91-98.000 lire. Le donne ricevono paghe largamente inferiori, aggimntisi in media intorno ai 50 rubli, pari a 35.000 lire. I sindacati sovietici, organi dello Stato e del partito comunista, si guardano bene, naturalmente, dal rivendicare la parità salariale tra i due sessi. Poichè la nostra ipotesi è che anche la moglie di Ivan lavori in fabbrica, fissiamo a 190 rubli (il massimo: pari a 133.000 lire) l'introito netto della famiglia. Dire a questo punto che, in Italia, la famiglia d'un operaio specializzato, in cui anche la donna lavori, gode di un introito mensile aggirentesi sulle 200-220.000 lire non significa nulla, se non si ,paragona questo reddito 1al costo della vita effettivo. PREZZI CORRENTI NELL'URSS Ecco qui sotto una tabella di prezzi correnti a Mosca, rilevati dai lavoratori carpigiani (comunisti in partenza, ma ex comunisti al ritorno) che hanno visitato l'Unione Sovietica nell'agosto scorso. PRODOTTI ALIMENTARI. Un kg. di pomodori: rubli 0,60 (lire 420); un kg. di burro: rubli 3,60 (lire 2,500); un kg. di formaggio: rubli 2,50 (lire 1,750); un litro di latte: rubli 0,30 (lire 210); un kg. di carne da brodo con osso: rubli 2 (lire 1,400); un kg. di 'J)asta: rubli 0,58 (lire 406); un kg. di pane bianco: rubli 0,26 (lire 182); un kg. di mele di terza scelta: rubli 0,80 (lire 560); mezzo etto di cioccolato: rubli 0,96 Oire 672). Si potrebbe continuare a lungo: un pollo costa rubli 2,65 al kg. (lire 1,855), le frattaglie rubli 1,40 al kg. (lire 980). Si tratta, In sostanza, di prezzi alimentari sempre più alti, in alcuni casi notevolmente più alti, di quelli correnti in Italia. La sostam,a è che se la famiglia operaia il!aliana "tipo" spende per la sua alimentazione circa 90,000 lire al mese, pari alla media nazionale di spesa per l'alimentazione (meno del 45 per cento del reddito netto totale) la famiglia moscovita del nostro Ivan spenderebbe, se dovesse mantenersi al livello quantitativo e qualitativo della alimentazione italiana, non meno di 100,000 lire mensili, vale a dire oltre il 70 per cento dei suoi introiti mensili. La conclusione è che Ivan e la sua famiglia mangiano meno e meno bene del collega italiano Rossi. VESTIARIO. Il capitolo relativo alle spese di vestiario è veramente drammatico. I dati statistici corrispondono a quel grigio, miserabile aspetto che ha ancora la folla sovietica. Un kg, di lana costa 3,7 rubli pari a 2,450 lire. Una camicia da uomo di qualità scadente 7,5 rubli pari a 5,250 lire; una camicia appena più decente, con cravatba, 10,7 rubli pari a 7.490 lire. Un cappotto scadentissimo, che in Italia non sarebbe possibile vendere, costa 45 rubli, e cioè 31 mila lire; un cappotto migliore cosl!a ben 128 rubli, pari a oltre 89.000 lire, e cioè quanto l'intera paga mensile di un operaio non qualificato! Le c.alze da donna trasparenti costano 2 rubli (1.400 lire al paio). Un paio di scarpe da donna col tacco alto - evidentemen te considerate una "deviazione'' Imperia- ! si.a - costa l'equivalente di 17.500 lire. Un paio di calzini da uomo, di qualità inferiore, qualcosa come 1.330 lire. Un paio di sandali di cuoio da uomo 12 rubli, pari a 8.400 lire ila.liane. Ecco, a questo punto, alcuni brani di dialogo testuale tra i visitatori italiani e gli operai sovietici. Domanda: (a un autista di piazza>: Quanto guadagnate? Risposta: Ottantacinque rubli (59.500 lire al mese). Domanda: Sono sufficienti ,per vivere? Risposta: Assolutamente no. Domanda: Come fate allora per vivere? Risposta: Altri lavoretti nelle ore libere. Domanda <a un operaio): Perchè non sciopera te? Risposta: Perchè non è permesso. Domanda: Da chi non è permesso? Risposta: Dalla polizia e dai commissari politici. IL COMMENTO DI UN COMUNISTA Ecco co.me un comunista italiano ($altini) in visita a Mosca ha commentato questa situazione: "E' una pazzia! Se non avessi visto questi prezzi con i miei occhi non ci crederei: un ravanello sette lire!". E un altro comunista (Sassi) aggiunge: "Adesso capisco perchè dicono che uno stipendio di 100.000 nell'URSS è come uno di 40.000 da noi. Qui la roba costa tre-quattro volte tanto che in Italia ... ". Il "paradiso dei lavoratori" presenta questa tristissima realtà, dopo quasi mezzo secolo di potere in mano non ai lavoratori, ma al partito comunista. Veniamo ad un altro capitolo disastroso. Solo ,apparentemente l'incidenza delle spese per abitazione è minore in Russia che in Italia. In Italia i lavoratori spendono in media il 15-20 per cento del loro reddito per assicurarsi un tetto. In URSS le statistiche ufficiali e le rilevazioni dirette dei viaggiatori garantiscono che si spende invece non più l:lel 10 per cento del reddito. Ma la sostanza della faccenda è veramente vergognosa, per un governo che si dice popolare e per quei giornalisti e propagandisti del PCI, che per anni hanno ingannato i lavoratori italiani sulla realtà delle condizioni di vita esistenti nel cosiddetto "Stato guida". A Mosca la media di spazio corperto a disposizione di ciascun cittadino si aggira sui 6 metri quadrati a testa! Il programma di nuove costruzioni (dovrebbe essere portato a termine In un ventennio) ll)revede uno spazio pro capite di 14 metri, pari cioè allo spazio individuale delle case popolari italiane costruite quindici anni fa, In piena crisi degli alloggi, e oggi giudicato assolutamente insufficiente. La vera tragedia "comunista" è però la coabitazione forzata. CONTROCORRENTE - Giugno 1964 9

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