Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

per l'India, perno dell'equilibrio fra occidente ed oriente in Asia, e i prospetti per un periodo di calma per quello smisurato paese, lungo tJanto da avviarlo verso una modernizzazione dei suoi sistemi economici e sociali senza farlo cadere negli schemi instaurati dai paesi comunisti, sono spaventosamente dubbi. Se anche un grande passo è stato fatto, stroncando finalmente il "filibuster" del Senato, verso il passaggio di una legge per proteggere i diritti civili della minoranza di colore, siamo ancora molto ma molto lontani da una effettiva accettazione della popolazione negra degli Stati Uniti a pari diritti dei bianchi nel complesso nazionale. L'animosità di elementi razzisti, inasprita dallo smantellamento delle loro iposizioni, l'impazienza di gruppi di colore, giustificata dalla constatazione che nemmeno la legge può far crollare una barriera di incompren• slone, possono provocare incidenti nei prossimi mesi tali da scuotere la nazione e rinforzare la reazione bianca, che già si manifesta. Ed infine, poichè ogni uomo è soggetto al processo di deterioramento fisico e alla finale morte, se pure ognuno si deve augurare che un simile disastro non colpisca alcuno dei candidati prima delle elezioni, pure una eventualità del genere non può esser esclusa. E, se essa avvenisse, l'elettorato potrebbe trovarsi di fronte ad una situazione in cui non ci sarebbe scelta fra due candidati. Perciò l'apprensione di coloro che temono di vedere il campo elettorale diviso nettamente fra una fazione retriva e una di moderato progressivismo fino alle elezioni è giustificata. * * * Pur tuttavia, il vero pericolo sta nel soccombere alle pressioni dei gruppi della reazione e del militarismo. ua pressione che questi eserciteranno nei prossimi mesi, per commuovere l'opinione pubblica in favore di soluzioni di forza sopratutto nei contrasti internazionali sarà immensa. Sarà perciò opportuno ricordare l'esperienza di Lussu. E sopratutto bisognerà tener presente che il carattere della guerra negli ultimi vent'anni ha cambiato radicalmente: se quaranta cinque anni fa, o anche soltanto vent'anni fa, le conseguenze degli errori, dell'albagia, dei pregiudizi delle gerarchie militari erano risentiti immediatamente dai poveri soldati, e solamente Indirettamente dalle popolazioni civili, ora ogni mossa imprudente che involga movimenti militari, o anche soltanto che possa essere interpretata come una minaccia militare, può facilmente scatenare una ritorsione con armi nucleari, che colpirebbe più di tutto le poplazioni clviii. DmJide Jona ---- UNPROFILO DI I miserabili che ordirono e consumarono a tradimento l'assassinio tolsero a Carlo Tresca pochi mesi, o pochi anni di vita e gli diedero l'aureola del martirio. Egli oggi ha la sua nicchia ,nel Panteon degli Immortali caduti per la libertà e la giustizia, per la redenzione dei diseredati e degli schiavi del salario. La bestialità umana davanti alla tragedia ebbe due espressioni, entrambe riportate dalla stampa nel momento di generale commozione. Un individuo rimasto ignoto, che fu fra i primi ad accorrere sul luogo del delitto, constatò: "E' Oarlo Tresca. Doveva fare questa fine da molto tempo!" Un'altra persona, che con l'assassinato aveva condiviso la mensa ed il talamo, sentenziò con ripugnante cinismo: "Sarà stato qualche marito geloso che s'è vendicato!" La coscienza pubblica si levò con una sola voce e soffocò l'ignobile tentativo di trasformare il martirio di un uomo in un volgare fattaccio di cronaca nera. Tresca fu ucciso per eliminare un ostacolo insormontabile alle ambizioni politiche illegittime e smodate di volgari criminali. Carlo Tresca li denunziava, li sferzava a sangue, tagliava loro la via agli osceni connubi di interessate partitanze. Aveva fatto sempre cosi per circa quaranta anni, dal giorno che arrivò in Philadelphia e denunziò con la parola e con la stampa il prete porco, il "banchista" ladro, lo sfruttatore di miseri operai. La sua vita fu una lotta incessante e spietata contro questa gente, dovunque CARLOTRESCA la scovasse. Aveva molti nemici, è vero, fra coloro che nascondono l'anima meretrice sotto la maschera di un'apparente onestà; ma avev,a anche innumerevoli amici fra le masse operaie e la gente realmente onesta. Coloro che hanno congiurato l'assassinio di Carlo Tresca, e pagarono il prezzo del sangue, sono venuti su, alla ricchezza ed ai fasti di un effimero potere, dai bassifondi sociali attraverso ogni forma di maleficio. Ora, essi amano dimenticare e pretendono che altri dimentichi Il loro fosco passato e si proclamano patrio ti, difensori della legge e dell'ordine, rispettosi di ogni tradizione e di tutti i pregiudizi della gente per bene. Carlo Tresca, l'agitatore rivoluzionarlo che metteva l'onestà civica e la fratellanza umana al di sopra di dio, della patria e ò.ell' ordine capitalistico e borghese, era un 'Uomo virtualmente fuori legge. Con I tempi che corrono gli uomini del suo stampo sono pericolosi. Quel vecchio curvato dagll anni e dalle recenti domestiche sventure combatteva con fierezza ed energia la sua battaglia contro le vecchie e nuove frodi dei mercanti della patria e di dio. Bisognava ucciderlo per farlo tacere. E lo assassinarono. La polizia e la magistratura Inquirente finora non hanno trovato I colpevoli. E noi abbiamo la convinzione morale che non li troveranno mal. CONTROCORRENTE- Gtugno 1964 5

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