Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

tondizìonì ìn cuì essi sì trovano, flduciosì di evitare pene più gravi ai proprii concittadini. Però purtroppo anche le persone più intelligenti e più lungimiranti possono commettere errori, anche le persone dalla mente più aperta non possono evitare di essere guidate da un sottofondo di convinzioni, che sono essenzialmente basate su elementi irrazionali. In particolare chi fin da giovane si è adattato ad accettare senza discutere una disciplina restrittiva della sua libertà di giudizio, più difficilmente reagisce umanamente alla brutalità òi situazioni quando Il suo giudizio deve in ,brevissimo tempo decidere della vita o della morte di altri uomini. E più ancora difficilmente egli rpuò valutare elementi di azione che non appartengono al suo campo; quasi fatalmente egli è condotto a risolvere problemi di tensione politica e sociale nei termini di violenza mllitare. E' pertanto essenziale che le decisioni fondamentali che determinano la sorte dei popoli siano riservate a chi, per attitudine e per esperienza, ha modd di valutare l'influenza di varie correnti di opinione, a chi intende l'essenziale valore della critica, e la riguarda non una manifestazione di insubordinazione, ma un elemento necessario per la condotta degli affari sociali e politici. ••• In questi tempi è perciò importante ritornare alla lettura di libri simili a quello scritto da Lussu: questo è solamente uno dei mille che videro la luce negli ultimi quarantacinque anni. L'America è sul punto di una decisione radicale, le cui conseguenze saranno risentite non soltanto dai cittadini degli Stati Uniti. Le prossime elezioni presidenziali, da quanto appare al momento in cui queste linee sono scritte, saranno il campo di battaglia fra òue mentalità politiche. L'una, sotto la veste di sottrarre gli individui al controllo dell'organizzazione sociale rappresentata da istituzioni centralizzate, copre in realtà il ,programma di soffocare ogni critica e di condurre la nazione verso soluzioni politiche estremamente gravi. Ne è la prova la campagna per una "politica forte" verso l'estero, che, di fronte alla evidente mancanza di entusiasmo popolare per avventure militari in Asia e In America latina, impegnerebbe irreparabilmente la nazione in campagne militari che, nella migliore delle ipotesi, e cioè escludendo la eventualità di estensione delle azioni militari in operazioni basate su armamenti atomici, Imporrebbero la limitazione della pubblica critica e proclamerebbero la necessità di impegnare l'onore della nazione, forse la stabilità del suo sistema sociale e politico, certamente' almeno il suo prestigio nel monòo, sul successo di guerre combattute per la preservazione o la restaurazione di sistemi sociali incapaci di attrarre il supporto popolare locale. L'altra mentalità, sia rpure troppo timidamente, afferma la supremazia dell'ordinamento civile, organizzato nell'ambiente estremamente complesso della società moderna, aperto ad accettare la inevitabilità di evoluzione tanto all'interno che all'estero, giustamente sospettoso delle invadenze della mentalità militare nelle decisioni politiche. Che la prossima convenzione del partito repubblicano scelga come candidato alla suprema magistratura nazionale un rappresentante della tendenza rpiù rigida appare quasi certo. Per lo meno, il programma di esso, influenzato dalla abilità e dalla potenza dei gruppi più retrivi, dal disorientamento dei gruppi più moòerni e lungimiranti, rappresenterà ufficialmente il rigetto di quelle che furono le idee del partito di Lincoln. Di fronte ad esso alle urne elettorali si schiererà un partito multicolore, le cui aspirazioni sono tutt'altro che ben definite, in essenza diviso fra un'ala ancora animata dallo spirito che Wilson e Roosevelt seppero imprimere, e un segmento retrivo, razziale, rafforzato da privilegi parlamentari; però, in complesso, un partito che più facilmente può adattarsi ai bisogni di una società moderna. A questo punto ci si può domandare se non sia opportuna una chiarificazione della situazione politica americana. Se non sia cioè augurabile la definita classificazione dei partiti americani, finora soffocati dall'equivoco e dal compromesso, per cui nessuno dei due partiti può richiamarsi ad una specifica filosofia, ospitando ognuno di essi ogni gradazione di pensiero politico, dal più estremo conservatorismo al pragmatismo progressivo. Personalmente, io credo che la candidatura di un conservatore indubbio, come Goldwater, se anche arrischia di spezzare il rpartito repubblicano e di ridurlo ad un'ombra impotente l'opera di critica e di controllo che nel sistema americano è riservata al partito di opposizione, alla fine forse potrebbe essere di vantaggio·nel futuro. Per lo meno l'elettorato americano sarebbe posto apertamente di fronte alla decisione di affidare le proprie sorti alle forze della reazione o se confidare nella giuda di un governo moderatamente progressivo. Il protratto equivoco, per cui una amministrazione relativamente pronta a seguire nuove tendenze è fiancheggiata e controllata in ogni sua azione, in ogni iniziativa legislativa da gruppi che non si rassegnano all'avanzare dei tempi sarebbe troncato. Senza dubbio tale candidatura potrebbe significare seri pericoli. La tensione nel campo internazionale sta aumentando, e nessuno può escludere lo scoppio di nuove crisi prima di novembre. La campagna in Viet Nam e in Laos può volgere a situazioni disastrose, e l'amministrazione di Johnson, se pur sensibile alle evidenti manifestazioni dell'opinione pubblica, che non desidera impegn·are ulteriormente il paese in una campagna destinata a terminare nello stesso modo come fu quella combattuta dai francesi per la conservazione della colonia indocinese, è per altro controllata molto strettamente da una clamorosa opposizione nazionalista e dalle tendenze bellicose degli elementi militari. La scomparsa di Nehru significa un periodo di difficile adattamento 4 · CONTROCORRENTE- Giugno 1964

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