Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

frno in fondo. Dovresti dar prova che siamo degli intolleranti e dei maldicenti. Altri• menli a che cosa serve la denuncia di coloro che hanno tenuto bordone al fascismo, che hanno usato contro di noi i metodi più infami, per farci apparire "nemici d'Italia,,? Noi siamo nemici del malcostume e ci piace la chiarezza. * LOS ANGELES - V. - Il tuo è un suggerimento ottimo. Hai fatto bene a mandare il ritaglio del profilo di Carlo Tresca. Lo useremo in uno dei prossimi numeri. Certe cose non sono sempre a portata di mano. Vedi se insieme a C. ti riesce a mettere insieme degli indirizzi. Noi siamo desiderosi di raggiungere quanti più lettori è possibile. Contiamo su coloro che approvano il <nostro lavoro per riuscirvi. F'atti vivo sovente. Saluti rossi. * PHILADELPHIA - J.D. - Sono dolente di non aver potuto scrivere. Se verrai come hai promesso, andremo insieme a visitare A.D.C. La sua condizione non è migliorata. E' la memoria che non l'assiste più. Me ne accorsi l'ultima volta che venne a trovarmi. Una situazione veramente patetica. Per evitare sorprese e preoccupazioni, meglio lasciarlo dove si trova. Ricordami ai tuoi di casa e saluta i compagni. BRONX - C. - Speravo che la mia lettera sarebbe riuscita a svegliarti. Evidentemente ha prodotto l'effetto contrario. Voglio sperare che le tue condizioni di salute siano sempre floride. Fatti vivo quando lo puoi e dammi anche notizie degli amici che sono ancora in giro. Sai se De Cieco è ritornato dall'Italia? Aveva promesso di farsi vivo al ritorno. Saluti rossi. Il compagno ERNESTO BOZZO di Genova ha pubblicato una esauriente risposta a coloro che hanno cercato di menomare l'importanza della sua denunzia sulla ridicola amministrazione dei fondi raccolti per iniziativa del movimento anarchico italia• no. Egli precisa dettagliatamente la sua critica. Aggiunge i particolari di misuso fatto del denaro raccolto per le vittime politiche per il totale di un milione di lire. Questa è la vera ragione perchè l'indirizzo del Comitato pro Vittime Politiche è stato cambiato senza nessuna spiegazione ai compagni. Noi raccomandiamo la lettura di questo opuscolo. Siamo dolenti che lo spazio non ci permetta di rendere pubblico il documento. E' stato pubblicato in forma di opuscolo. I compagni che lo desiderano lo richiedano al compagno Ernesto Bozzo, Corso Sardegna 56A - 15, Genova <Italy). Egli sarà ben lieto di inviarlo a chi lo desidera, ILPAESEDEIMONUMENTI La scultura è stata e rimane l'arte più adatta a glorificare. Vi sono monumenti belli, ve ne sono di quelli brutti e di quelli mediocri. I più sono eretti all'esalta71ione di qualcuno o di qualcosa, e ve ne sono anche di quelli che servono, allo stesso tempo ohe elevano, ad additare e ricordare brutalità e tirannia. A Carrara, la città del marmo, e, reputatamente anarchica, un Comitato cittadino prepara onoranze alla memoria di Alberto Meschi. Si prepara l'erezione di un monumento che ne ricordi l'onestà e la fedeltà con la quale propugnò i diritti e apportò all'elevamento dei lavoratori del marmo e di tutti gli altri nelle zone della Versilia e dell'Apuania. E' stato bandito un concorso nazionale, e i bozzetti che saranno presentati dagli artisti concorrenti, verranno giudicati da una commissione di illustri insegnanti ali' Accademia d'Arte della Università di Firenze. L'onorare Alberto Meschi, è cosa nobile e ammirevole. Tuttavia, a parte le belle intenzioni dei promotori dell'iniziativa, là rimane qualcosa non del tutto di buon gusto. Il cippo marmoreo che adorna il pezzetto di terra ove le spoglie di Meschi sono state interrate, probabilmente simboleggia meglio di ogni altro monumento il carattere semplice e forte dell'·uomo, Chi scrive, per averlo a lungo e intimamente conosciuto, si permette di azzardare il giudizio che, se confrontato dall'alternativa, Alberto avrebbe preferito che a sua memoria restasse il Cippo nel Cimitero di Avenza. Inoltre, chi legge il "bando" del concorso scultorico, è confrontato da una spiacevole sorpresa. Tanto più tale, per chi sa che l'iniziativa delle onoranze è partita da vecchi e nuovi compagni di fede politica della persona che si vuole onorare. Alberto Meschi ha, in tutti i giorni della sua vita, insistentemente e orgogliosamente dichiarato di essere un Anarchlc-0. E' stato qual si è considerato, e da anarchico ha vissuto; limpido esempio di onestà e correttezza umana. Ogni altra qualifica detrae e impicciolisce la sua personalità. Nel "Bando", la qualifica_ di Anar7 chico, della quale Meschl si sentiva pi'enamente onorato, non appare mai. Lo s1 presenta diluito in veste di "sindacali.sta" puro e semplice, termine che oggi ha perduto ogni significato, in rispetto a quello che aveva nei giorni _i~ cui le lotte proletarie si combattevano affrontando la violenza padronale e poh21esca. · Meschi non si è mai detto "sindacalista". Il sindacalismo per lui era soltanto un metodo di organizzazione e di lotta. Egli era semplice~ente Anarchico. Chi gli fu amico è rammaricato e protesta la degradazione. HUGO ROLLANO 32 CONTROCORRENTE - Giugno 1964

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