Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 15'1Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENTE ls publlslled bl-monthly. M•II &dchss:157 Mllt SL, Bostai. Aldino FtllWll, Editor and Publl...... Olflco of pal)I- 157 "Milt Stntt, Bostm 9, Mass. Seanklass mail prl•II- llltllorlztd al IIGstoa,Mass. SwsaiptlCIIU a ,-. Voi. 20-No. 6 (New Series H2) BOSTON, MASS. May-June, 1964 ANNIVERSARIO Abbiamo raggiunto il No. 42 della nuova serie. Questo numero completa la settima annata dopo la ripresa. In tutto CONTROCORRENTE completa 20 anni di esistenza. Venti anni non sono molti, ma non sono neanche. pochi. Nel tirare le somme possiamo concludere che CONTROCORRENTE ha lasciato dietro di se molti ricordi. Sopratutto infiniti rancori. Le nostre frustale sono state sempre dirette contro la disonestà, l'arbitrio e l'ingiustizia e la prepotenza. Per nostri bersagli abbiamo scelto di proposito sgorbi umani di ogni colore. Gente che per noi ha rap· presentalo il malcostume perchè ha cercato di servirsi di ogni mezzo per colpire militanti che non hanno esitato a manifestare e difendere opinioni definitivamente in conflitto con la rettitudine e la giustizia sociale. CONTROCORRENTE è orgogliosa del suo lavoro. Se potesse vivere ancora venti anni, continuerebbe a seguire la stessa s'trada senza esitare. Gli ultimi anni, complicazioni di indole estranea alla buon'a volontà hanno Interferito col nostro lavoro, ad intervalli. Abbiamo fatto del nostro meglio per continuare, senza lanciare appelli speciali perchè i compagni ci assistano a superare le difficoltà che ci confrontano. Il deficit della rivista dovrebbe far realizzare ai compagni che se ci verrà meno il loro aiuto dovremo ripiegare. Noi non siamo ricchi, non abbiamo mezzi per finanziare indefinitamente la pubblicazione. Continueremo il nostro lavoro, fino a tanto la buona volontà e la salute ce lo permetteranno. Chi è d'accordo con la linea da noi seguita, ci dia una mano. Negli ultimi anni molti dei compagni che erano d'accordo con l'opera di CONTROCORRENTE se ne sono andati. Mancano i giovani che prendano il loro posto. Noi siamo determinati a continuare li nostro lavoro contro la corruzione e la malvagità, gl'inlrighi che minacciano di divenire espressione di qualche gruppo. Aiutateci a rimanere in piedi, decisi a denunziare la cattiveria, il malcostume, la bigotteria, ovunque queste si manifestino. a. f. Consideruzionisu un vecchio libro Nel 1937, Emilio Lussu, evaso dal confino di Lipari, dopo anni di carcere, obbligato a un periodo di riposo per curare le conseguenze dei suoi patimenti, scrisse un libro: "Un anno sull'Altipiano". In esso egli ricorda la campagna e gli avvenimenti di dieci anni prima, quando, tenente di complemento, egli partecipò alla difesa dell'altipiano di Asiago, da cui l'offensiva austriaca del 1916 minacciava di dilagare nel Veneto e di aggirare alle spalle l'esercito italiano schierato sul Carso. E' un breve libro, scritto da una persona il cui coraggio e la cui persistenza furono provati, se pure ce ne fosse stato bisogno, dalla lotta contro il fascismo a cui egli partecipò: un libro scritto da chi non nega di aver preso parte al movimento interventista del 1914-15, e di aver accettato di dividere le responsabilità delle sue manifestazioni. Lussu descrive in esso, oltre e forse più intensamente ancora che le sofferenze imposte dalle condizioni fisiche della guerra sui poveri soldati, quali sono le conseguenze della mentalità militare degli ufficiali superiori. Egli si fa critico asprissimo della condotta delle operazioni di guerra, come progettate e dirette dai generali; egli ,pone in evidenza la stupidità, la irrazionalità di decisioni fatte da individui che, perchè ingranati in un ordinamento gerarchico che non ammette critiche, ma esige invece obbedienza cieca ed esecuzione di ordini senza esitazione, a costo della vita stessa. diventano arbitri del comportamento di gruppi umani immensi. Non è che i generali siano inerentemente assetati di sangue. o che essi siano esseri senza cuore, dechl alle sofferenze che la loro condotta impone ad altri esseri umani. Tutt'altro, anzi essi adempiono ad un dovere imposto loro dalle

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