portare milioni di quintali di grano dai paesi capitalisti, per provvedere ai bisogni interni, mentre al posto del grano che manca, esporta missili che abbondano. Nel corso di una intervista televisiva a Washington, l'Attorney Generai Robert Kennedy, ha affermato che "negli Stati Uniti a tutti non è garantita la stessa giustizia, malgrado il fatto che per tutti esista una stessa legge." Ha aggiunto che i poveri non hanno la possibilità di vincere una causa contro ,persone di condizioni economiche mag,giori, e che una persona ricca accusata di un crimine ha sempre la possibilità di uscire pagando una cauzione, mentre vi sono migliaia e migliaia di persone che rimangono in prigione per mesi prima df essere processate e semplicemente perchè non hanno la possibilità di provvedersi un avvocatx> e pagare la cauzione, e semmai dopo aver trascorso parecchi mesi in prigione vengono trovati Innocenti. In parole povere, e proprio secondo le altre numerose illustrazioni fatte dal ministro della giustizia, negli Stati Uniti la giustizia non è uguale per tutti. La famosa bilancia tanto decantata, pende sempre dalla parte dei ricchi. In tutto e per tutto è sempre pantalone che paga lo scotto. Cosa lllon nuova a sapersi, ma confermata dal ministro della giustizia, dovrebbe fare aprire gli occhi agli eterni dormienti. QUALI BAMBINI? Per i nullatenenti, non esiste giustizia, nemmeno in tribunale. Diciassette milioni e mezzo di pensionati che hanno superato il sessantacinquesimo anno di età continuano ad allungare il collo e sperare nel "Medicare" che a Washington e altrove è passato nel dimenticatoio. Intanto essi continuano ad essere privi di cure, di medici e medicine, e con la insufficiente pensione, ,possono e,ppena provvedere alle cose più necessarie per •non morire di fame, e nel maggior numero dei casi nemmeno a tanto, e cosi debbond essere di peso sul bilancio dei figli, quando e dove è possibile. In meno di 24 ore si votano milioni per l'esercizio, miliardi per andare alla luna. Mra per problemi come il "Medicare" e la povertà sono cose e argomenti puramente elettorali, che servono a pigliare per fessi l'inclita, che normalmente, tutto vede ... e pur ci crede, si entusiasma. aspetta e spera, con le mani nella cintola, ed è disposta a sopportare e soffrire tacitamente, tutti i soprusi e gli abusi che si commettono In suo danno. Sono sempre i pochi quelli ohe alzano la voce in loro difesa. Ad essi dovrebbe fare eco la moltitudine dei sofferenti e degli interessati. Solo cosi si avrebbe ragione di ottenere trattamenti più umani e civili, degni del secolo ventesimo. Il Muratore L'areoplano militare a reazione F105 decollò dal campo della Base della Forza Aerea di Nellis, vicino a Las Vegas,in una normale esercitazione. Il pilota, primo tenente Raynor L. Hebert, ventiseienne, aveva con sè sei piccole bombe per esercitazione, mille cartucce per cannone da 20mm., e il serbatoio pieno di carburante. Non c'era tempo per scaricare il carburante. La torre di controllo suggeri a Hebert di raggiungere una zona deserta. Egli rispose che era oramai a 1000 piedi e che stava perdendo quota rapidamente. Un gruppo di nuove case stava proprio di fronte all'aereoplano. Il pilota, con manovra disperata, tentò di raggiungere un'area senza fabbricati. Per poco egli non ci riusci. L'apparecchio si sfracellò contro una delle ultime case, esplose, uccise una donna di trentun anno e sua figlia, un'altra bambina di tre anni e un infante di the mesi, oltre al pilota. Sette case furono distrutte. La madre della bambina di itre anni e del piccolo bambino tentò invano di sfondare una finestra della sua casa in fiamme, gridando "Debbo entrare. I miei bambini sono là". Essa fu trascinata via. Un testimonio disse: "Sia benedetta la sua memoria, il pilota veramente cercò di salvare le case". E certamente egli tentò. Egli mori coraggiosamente. Ma qual'era lo scopo del volo? Egli stava esercitandosi in bombardamento aereo e in bersaglio. Qualcosa mancò di funzionare e egli mori, trascinando con sè quatJtro cittadini. Ogni giorno, probabilmente, più di quattro cittadini sono bruciati vivi da piloti americani in missioni in Vlet-Nam del Sud, e queste vittime includono piccoli bambini altrettanto adorabili, altrettanlto amati, e altrettanto indifesi quanto i bambini In Nevada. Per certo, i piloti americani non desiderano spargere fosforo o napalm su quei bambini più che il tenente Hebert volesse uccidere quelli in Las Vegas. La loro morte è il prodotto secondario della guerra moralistica contro i comunisti che il presidente Johnson sta rinforzando. Via via che noi mandiamo più apparecchi in Vietnam, sempre più bambini dovranno morire. (Editoriale di "Nation", 1 giugno 1964) 28 CONTROCORRENTE - Giugno 1964
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