Non ho voluto fin'ora introdurre in questa sudicia con traversia il nome della Signorina Vincenzina Vanzetti. Ogni •gentiluomo comprenderà la mia reticenza. Ora però, di fronte •alla selvaggia azione dei trogloditi faisti e non faisti, sento di dover, assai a malincuore, rompere il riserbo. Al tempo dello spiacevole incidente, la Signorin·a Yanzetti, in risposta ad una mia lettera con la quale chiedevo spiegazioni su le avvenute pubblicazioni, così mi scriveva: Cuneo, 11 Marzo 1962 "Avrei dovuto rispondere subito alla Sua del 7 corrente, ma purtroppo dovetti restare a letto due giorni. La prego di scusare il mio ritardo. •La loro visita fu per me una grande gioia e le mie piocole cortesie ben poca cosa. Il piacere di conoscerLi e la soddisfazione di aver trascorso con Loro, sia pure per poco, ore in preziosa conversazione, è stato purtroppo amareggiato dalla inopportuna pubblicità che si è fatta su i giornali. Quando ne sono venuta a conoscenza mi sono, come si dice, - mangiato il fegato -, ma era troppo tardi. Sono perfettamente d'accordo con Lei che certa pubblicità sia controproducente e che in proposito la prudenza e la riservatezza non sono mai abbastanza rispettate. Voglio sperare che tale imprudenza non abbia a procurare a Lei noia e dispiaceri, nonchè danno al lavoro che si sta svolgendo con tanta serietà e ;ponderatezza da parte loro. Il nostro rammarico è stato grande. La lezione servirà per "l'avvenire". Il Signor Favro mi scriveva: Cuneo, 9 marzo 1962 "Sono molto spiacente che la mia relazione a un componente del Comitato circa il nostro incontro in oasa della Signorina Vanzetti abbia dato adito a confidenze di questo membro con giornalisti che ne hanno fatto una speculazione che non porta onore a giornali come 'La Stampa e la Gazzetta del Popolo di Torino. Ho detto poco ,a questo amico ed è per questo che i giornalisti hanno lavorato di fantasia cadendo in grossolane inesattezze". PIU' TARDI - ho creduto doveroso, avendoli chiamati in causa, di inviare copia delle mie "lettere agli anarchici" alla signorina Vanzetti e al Signor Favro. La signorina Vincenzina mi ha scritto: Cuneo, 23 gennaio 1964 "Ho ricevuto copia delle "lettere" da Lei inviatami e, come allora, con questa, Le rinnovo le mie scuse e il mio rammarico per essere stata la causa di una parte di questa incresciosa e spiacevole faccenda". E Favro: Cuneo, 8 gennaio 1964 "Ho letto attentamente il fascicolo da Lei inviatomi. Mentre la ringrazio per il gentil pensiero e la rettitudine che riscontro in lei le do pure atto di quanto da lei scritto nei miei riguardi risponde alla pura verità. Sono pure contento ohe Lei ha oapito che il fattaccio successo a Cuneo che le ha dato tante ~eccature non sia dipeso nè da Lei, nè da me, e tanto meno dalla Signorina Vanzetti". . Seguono altri commenti affatto lusinghie1'1 su la personalità di Borghi. Mi astengo dal pubblicarli al momento. Non ho mai saputo cosa è avvenuto a Cuneo dopo la mia visita: chi ha detto cosa a chi e per quale ragione è stato fatto il chiasso che tanto ha sollazzato il megalomane di Umanità Nova e nel quale, come i maiali nel truogolo, guazzano ora Chessa, Turroni e il solerte informatore d'oltre mare. Non appena a conoscenza della fantastica storia, scrissi a La Stampa e a l'Avanti! in data 7 marzo 1962: Egregio Direttore, In una corrispondenza da Cuneo al Suo giornale mi si attribuiscono delle fantasticherie romanzesche. La prego smentire le assurdità secondo le quali io abbia ·affermato che in Italia si nascondano tre degli autori della rapina per la quale Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono elettrocutati. Quella è una storiella che è stata presentata in varie occasioni, sotto vari aspetti ma mai autenticata. Un ,giornale torinese lo scorso gennaio pubblicò una storia consimile e ugualmente inverosimile. La mia visita alla signorina Vanzetti ha avuto a che fare soltanto con la progettata pubblicazione in Italia delle lettere di Vanzetti. Le altre 11ffevmazioni contenute nello scritto del suo ,corrispondente possono essere attribuite a congetture fatte durante la discussione dell'articolo al quale ho sopra accennato". Soltanto più tardi ho saputo che la Gazzetta del Popolo e altri giornali avevano riportata la storia ingarbugliata un po' più un ,po' meno, per dargli tono di originalità. La Stampa, in data 13 marw '63 pubblicava: Cuneo, 12 marzo "Forse le lettere scritte dall'anarchico Bartolomeo Vanzetti - che nell'agosto del 1927 venne giustiziato su la sedia elettrica a Boston 'COI connazionale Nicola Sacco -- saranno pubblicate in Italia. Lo scrittore ·americano Hugo Rolland, giunto di recente a Cuneo, si è intrattenuto a proposito, con la sorella di Vanzetti, signorina Vincenzina. Lo scrittore che fa parte del Comitato statunitense per la riabilitazione dei due anarchici, ha precisato che, contrariamente a quanto era stato pubblicato, egli ignora se in Italia si nascondano tre degli autori della rapina e del delitto per i quali Sacco e Vanzetti furono giustiziati. La sua visita in Italia ha avuto solo scopi editoriali. (n.m.)" 20 CONTROCORRENTE - Giugno 1964
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