Finestra aperta INGARBUGLIAMENTO IDEOLOG.IC Non è mia Intenzione fare questioni di persone e cercare chi ha ragione o chi torto. Che si dimostri che quelli o questi, che rappresentano punti di vista differenti sugli avvenimenti cubani, sono nel vero o nell'errore, non sarebbe in fin dei con ti che una vittoria su di noi stessi. Una be~ misera soddisfazione, su uno spettacolo ben triste e povero che il nostro movimento ha presentato alle masse su di un avvenimento rivoluzionario cosi importante come ciò che è accaduto e sta accadendo ancora in Cuba sotto la dittatura comunista di Castro. Quello che è di vitale importanza per il nostro movimento è di t><>rtare alla luce il malanno, le debolezze ideologiche che hanno scombussolato l'anarchismo internazionale in una questione non solo di tattica, ma di dottrina, sulla forma di interpretare una rivoluzione. Quali sono queste debolezze e quali possono essere le cure al problema che ci occupa? Quale giudizio può fare il popolo su di un movimento che pretende educarlo e guidarlo, quando dimostriamo che non possiamo nemmeno guidare noi stessi? Quando nei momenti che possono significare un cambio fondamentale sociale, diamo uno spettacolo di completa confusione ed L suoi membri assumono delle posizioni contradittorie ed in opposizione gli uni agli altri? Non dobbiamo aver paura di guardare in viso la verità. Da che il movimento anarchico esiste pensavamo tutti di sapere con sicurezza ciò che una rivoluzione sociale significava. E ci credevamo capaci di saper distinguere fra una rivoluzione sociale vera ed una rivoluzione falsa; cioè: fra una rivoluzione autentica che cambia fondamentalmente le basi della società capitalistica, o semplicemente un colpo di stato che sostituisce un gruppo di oppressori e sfruttatori con un nuovo, ma della medesima risma o peggiore. E com'è allora che la rivoluzione - o pretesa rivoluzione - cubana ha gettato il movimento anarchico internazionale in completa confusione e J'h•a spaccato in due, ponendo anarchico contro altro anarchico? Com'è che la nostra Interpretazione degli <avvenimenti di Cuba divergono cosi fondamentalmente? Vi deve essere un modo, una misura sicura dal punto di vista della nostra dottrina sulla quale noi possiamo basare il nostro "giudizio e tirarne le nostre conclusioni libertarie. Io credo che questa misura esiste, sicura ed incontrovertibile. E questa misura è semplice e comprensibile a tutti coloro che hanno una chiara comprensione del contenuto della nostra filosofia antiautoritaria ed antistatale. Questa misura non può essere che: la libertà! La libertà dell'individuo che gli assicuri il suo completo e libero sviluppo, senza impedimenti arbitrari statali. Senza coercizioni statali che lo forzano ad agire contro i suoi interessi materiali e spirituali. Dovrebbe perciò essere semplice il definire da un punto di vista anarchico se una rivoluzione è vera o falsa. Ogni movimento rivoluzionario che conduco verso più libertà per l'individuo è un ,passo verso la rivoluzione sociale anarchica, ed ogni movimento rivoluzi-Onario che conduce verso meno libertà individuale è controrivoluzione, reazione, non rivoluzione. Ha qualcuno altro peso o misura anarchica per giudicare un movimento rivoluzionario? Che questi compagni allora ce lo dicano chiaramente e che non si rifugino dietro il paravento di una "rivoluzione" vaga ed impalpabile, come quella cubana, che ci par di vederli inseguire un fantasma senza sostanza libertaria. Nemmeno l'espropriazione del capitalismo rprivato si può chiamare rivoluzione sociale anarchica se conduce a meno indipendenza dagli artigli dello stato. Perchè il problema dell'emancipazione del lavoratore si può realizzare in parte anche sotto il capitalismo (con cooperative, ad esempio), se lo stato non si intromette ad impedire che i produttori si associno fra di loro. I kibuts israeliti ne sono una dimostrazione. Ma quale libertà di associazione libera gode ancora l'individuo sotto la dittatura comunista di Oastro? Vorreste dimostrarcelo con argomenti anarchici, giacchè certi compagni continuano a biascicare di "rivoluzione" cubana? E per carità non speculiamo per sapere se Castro è un vero o falso comunista, se lo fu sempre o se lo ·è divenuto solo ora, se è diventato comunista volontariamente o come vendetta contro gli Stati Uniti per la pressione di costoro contro di lui. Il fatto si è che è un mascalzone, un uomo crudele, un tiranno, un "pistolero" comunista, cioè un gangster totalitario, come anche gli anarchici... traviati ormai ne accettano la 'definizione. Il (,atto si è che è un uomo senza scrupoli, senza coscienza, un maniaco del potere, un assassino di centinaia d'innocenti, colpevoli solo di opporre la sua follia di potere assoluto. Perchè perdere il tempo in trasformarci in detettivi per cercare di scoprire ciò che vi è nella sua coscienza buia, se coscienza ne ha mai avuta? Noi non siamo in grado di snidare ciò che passa nei misteri delle quinte dei dittatori fasci-comunisti castristi. Perchè perdere il tempo in speculazioni? Son lì i fatti suoi atroci che parlano più chiaro deJle supposizioni. Giudichiamo da questi. Che importa se Mussolini divenne interventista per l'oro francese e fascista per l'oro degli industriali? Il fatto si è che se non 16 CONTROCORRENTE - Giugno 1964
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