Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

fuor dei sensi e quindi non so che cosa avvenisse dopo quei momenti. Al mattino seguente, verso l'alba, rinvenni. Un'arsura tremenda mi straziava la gola. Int-orno a me s'elevava un altro mucchio di cose bruciate. Mi alzai e mi diedi a cercare dell'acqua. Mi diressi verso un puntd in cui v·erano alcune tende che non erano state bruciate ma non so come mi trovai su una stradetta che portava alla stazione ferroviaria. Per strada incontrai dei soldati che al vedermi si diedero a sghignaz:>Jare. Giunta alla stazione, stordita come se fossi stata ubriaca, incontrai una donna, moglie di un minatore, che mi diede dell'acqua e mi chiese dove erano i miei bambini. Non seppi che cosa risponderle. Allora la buona donna, impietosita delle mie condizioni, mi disse che l'avessi attesa riposando: sarebbe andata lei a cercare i bambini. Andò infatti ma ritornò sola. Proprio in quel momento giungeva un treno e qualcuno mi disse di montarvi su. Ubbidii senza saper nulla di quanto facevo e poco dopo giungevo a Trinidad. Fui accompagnata in un ospedale di quella città, dove rimasi per nove giorni. Fu solo quando lasciai l'ospedale che mi venne comunicata la morte orribile dei miei figli". Un'altra superstite, la Signora Margaret Dominiski, compariva davanti alla stessa Commissione. Questo è il racconto di quello che vide: Il giorno prima della battaglia eva la Pasqua dei greci. In detto giorno, come al solito, v'era balla ed altri divertimenti. Gli intervenuti erano circa cinquecento o seicento. Mentre ci si divertiva pacificamente giunsero quattro guardie, una a cavallo e tre a piedi, con fucili in mano. I fucili furono puntati, senza alcun motivo, ai nostri ,petti. In seguito a tale atto una donna irritata ed esaspevata per la spavalderia di quei ·buli gridò: "Scommetto che se noi avessimo i nostri guns (fucili) non si vedrebbero adesso le vostre carabine spianate contro di noi". Una guardia, quando noi solidali con la compagna, ridemmo della loro minaccia, ci disse: "Divertitevi, divertitevi oggi, che domani vi bruceremo". Il giorno dopo, verso le 8:30, uscii di casa per comprare delle cartoline ,postali e qualcuno mi disse che la milizia cercava Louis Tikas. Egli era il leader dei greci ed era un brav'uomo. Tikas andò lui stesso a trovare le guardie della milizia e queste gli diedero un biglietto col nome di un uomo che cercavano. Dissero al Til<as che volevano quest"uomo in men di mezz"ora e quando il Tikas disse loro che questi si trovava sul campo, gli imposero di trovarlo ad ogni costo sotto pena di arrestarlo ... Quando ritornai alla mia tenda sentii cantare allegramente. Erano i greci che celebravano il lunedi di Pasqua. Mentre io stavo affacciata alla finestra della tenda sentii una ragazza che disse ai festanti: "E' meglio uscire di qui perchè la milizia sta venendo"... In questo frattempo una bomba esplose e vidi la milizia andare su per Water Thank Hill, che si trova poco distante dalle tende. Poco dopo esplose una bomba e giacchè vidi una signora che andava alla stazione, la pregai di portarsi con lei due dei miei figli per sottrarli ad ogni eventuale pericolo, ed io, portandomi il terzo, andai in cerca di mio marito. In mezzo alla via c'era il Tikas con due fazzoletti in mano che gridava a noi di metterci in salvo, di disperderci, perchè la milizia aveva portat-o le mitragliatrici sul Water Thank Hill... Fu un momento terribile. Ognuno cercava di mettersi in salvo. Io andai alla stazione dove le donne e i bambini stavano salendo su di un carro. Su questo carro che era grande 18 o 20 piedi circa, vi erano salite più di 80 persone, compresi i due miei piccini, ed io col più piccolo, giacchè non mi restava altro da fare, mi rintanai in una ca,panna... Verso le 2:30 la mia seconda bambina volle venire da me e mentre stava per raggiungermi, la milizia sparò su di lei. Verso le 5:30 spararono anche al mio bambino 11>iùpiccolo ... - Alla domanda se ha visto incendiare delle tende, la Signora 'Dominiski risponde: Ho visto sette o otto tende bruciare e ho visto pure cinque guardie della milizia traversare fra le tende che bruciavano e quelle che •ancora erano salve dal fuoco. Tre di queste guardie portavano delle torcie e le altre portavano dei recipienti. Non so quello che vi fosse dentro, ma io credo che vi fosse dell'olio. Le torcie •accese sembravano come delle scope bagnate in liquido infiammabile. Vidi pure un uomo con una di quelle torcie in mano venir fuori da una tenda, e un minuto dopo quella! tenda era in fiamme ... Testimonianze di altre superstiti sono a portata di mano. Non sono necessarie. Queste sono più che sufficienti per dare un'idea di come si sono svolte le cose. Si comprende come quel delitto sollevasse un grido di orrore in tutta l'America. Il ,nome di Rockefeller, presidente della Standard Oil Company, responsabile' di tanta tragedia, era su tutte le bocche. L'invettiva impotente lacerava l'aria. Si voleva vendetta. Le grida degli innocenti, periti nelle fiamme di Ludlow, disturbavano la coscienza dei cittadini. Neanche la stampa borghese - sempre ligia ai grandi interessi - riusciva a nascondere la sua simpatia con le vittime superstiti di quel massacro. Ogni movimento di protesta trovava eco <nelle colonne dei magni quotidiani. I nostri gruppi si davano da JJare - organizzavano comizi e dimostrazioni. La protesta echeggiava nelle sale e negli angoli delle strade della grande metropoli. Ogni giorno erano arrestati oratori nostri. E gli arrestati, perchè la protestia circolasse senza interruzione, ricorrevano allo sciopero della fame. L'indignazione contro Rockefeller saliva. Era una protesta fatta di disgusto, spontanea, genuina, incontrollabile. Upt-on Sinclair, il noto scrittore socialista americano, era venuto a New York dalla California per mettere in scena una protesta spettacolosa. Aiutat-o da Elizabeth Freeman, leader dei movimento delle suffragette, e da altri personaggi eminenti nel mondo liberale, organizzò una "marcia della morte". Gente 12 CONTROCORRENTE - Giugno 1964

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