Controcorrente - anno XX - n. 42 - mag.-giu. 1964

Si può fare un vivido quadro delle due situazioni. Il nostro R,ossi torna a casa dal lavoro e trova solitamente: un piccolo ingresso, una cucina non troppo spaziosa ma abbastanza razionale, una camera da letto con iug,ale nella quale dorme anche l'ultimo nato della famiglia, un soggiorno-camera da pranzo che contiene anche un divano letto per il figlio maggiore, un gabinetto dotato di doccia. Non è una sistemazione ideale. Ma il sovietico Ivan torna a casa e trova: una stanza unica dove vivono dalle quattro fino alle sette persone, spesso appartenenti a C,amiglie diverse. I vari "ambienti" sono divisi da tende spostabili, la cucina è comune, il gabinetto è comune. DIFFERENZE SOSTANZIALI iDice un operaio d"una fabbrica di birra moscovita: "Siamo quattordici persone divise in tre famiglie e occupiamo tre stanze. Il posto per dormire lo ricaviamo tirando delle tende da un capo all'altro della camera più ·grande, la cucina è in. comune, il gabinetto anche. Cosl succede che nessuno si prende mai la briga di pulire e di tenere dietro a niente". Un vero "iparadiso" per la massaia! "Siamo sempre in attesa di una sistemazione migliore - dice una signora - Ci hanno promesso una casa per ogni famiglia entro i prossimi dieci •anni". "Siamo una famiglia di tre ,persone e abbiamo a disposizione ventuno metri quadrati", aggiunge un operaio d"una centrale elettrica. Tutto ciò non ha bisogno di commenti. Anche il modo di trascorrere il tempo libero è profondamente diverso per il "tipo" operaio italiano che abbiamo chiamato Rossi e il "tipo" sovietico Ivan. La differenza maggiore è forse data dal fatto che l'operaio italiano, al livello in cui abbiamo collocato questa inchiesta, è quasi sempre possessore di un mezzo di trasporto individuale o familiare, Il che gli permette di muoversi a suo piacere, mentre l'operaio sovietico dello stesso livello sociologico non possiede spesso neppure la bicicletta. Ma ci sono altre differenze. Le ferie dell'operaio italiano sono solitamente più lunghe (in Russia non superano i dodici giorni complessivi). La parte del reddito che resta nelle tasche degli italiani, detratte le spese per l'alimentlazione, l'abitazione, il vestiario e i trasporti, è notevolmente superiore a quella che resta per i divertimenti all'operaio sovietico. In compenso certi •divertimenti o mezzi di passare il tempo libero costano a Mosca molto meno che a Milano, come per esempio il teatro, il cinematografo, il circo equestre, il balletto. Ci sono ,più !biblioteche e più circoli culturali. Il guaio è, naturalmente, che forniscono libri e cultura strettamente censurati (ad esmpio, non è stato tradotto neppure Gramsci, giudicato poco comunista dai censori sovietici). Costano moltissimo di più che in Italia, invece, hobby e divertimenti quali la pesca o la caccia. In compenso, il lavoratore sovietico ha p,u opportunità di fare dello sport attivo che non ii lavoratore italiano. Tutto sommato ciò che contraddistingue il tempo libero del lavoratore sovietico è che non è tempo propriamente "libero", e cioè lasciato al gusto e all'iniziativa individuale. Esso, al contrario, è regolato, forse più duramente che non lo stesso tempo di lavoro, dalle autorità statali e dal partito onnipresente. Il lavoratore è convogliato nei parchi della cultura, nei cinema di Stato, nei teatri conformisti. Tutto ciò ingenera nella vita "comunista" di tutti i giorni uno squallore, un grigiore, una noia soffo• cante. I RISULTATI DI UN CONFRONTO Un particolare appare estremamente indicativo. In tutta l'Unione sovietica non esistono bar, quei bar dove il lavoratore italiano organizza spontaneamente il primo gradino della sua vita sociale, che servono da luogo d'incontro e di scambio di idee e di opinioni liberamente espresse. Non esistono bar, ha dichiarato un lavoratore moscovita, "per non dare possibilità alla gente di rad11111arsi e di scambiarre opinioni". Possiamo ricav•are qualche conclusione dalla serie di llati e di testimonianze che ci sono ormai dinnanzi agli occhi, in rela• zione al way o/ li/e sovietico comunista? Ohe insegnamento possiamo trarre dal confronto instaurato tra la vita di tutti i giorni, il lavoro, la casa, le spese e il tempo libero del lavoratore italiano e i suoi corrispettivi nel "paradiso sovietico"? Non occorre spendere molte parole. Un regime che si diceva sorto per llJJ)rire alle classi lavoratrici le più ampie prospettive di avvenire di ricchezza, di libertà e di giustizia, è sboccato in uno stlato di miseria, di "alienazione" operaia, di censura, di com .. pressione materiale e spirituale. L'esperimento comunista è fallito. Per ottenere I risultati di cui sopra il partito comunista ha fatto massacrare e deportare milioni di persone, ha fatto morire di fame milioni di operai e di contadini. Piero MoneJli NOTA - Abbiamo trovato questo lntere1Sante arti• colo In un rnente numero di UMANITA', stornale 80elallsta che st pubblica a Roma.. E' li primo scrttto che cl capita sottomano, In cuJ e' fatto Il confronto sul salari che tono In vigore nella patria del prole.tarlato con quelli eslstenU bt Italia. I.e clfr& si cmmmentano da se. Opuno puo' tare l propri commenti. Se nol tentasaslmo di fa.re 11 paragone del salari e&tstentt ln Russia con quelli In visore negli Stati Uniti, slamo eert1 non mancherebbero gU sceml a earatter.lzzare 11 nostro stono «-ne d.Hesa del capltallsmo. I..&lclamo ehe le e.lire pa.rlln.o da se. I.A eente di buon aenao non tara• tat1ea a 1rlunrere alla eonctulone. CONTROCORRENTE- Giugno 1964

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