Controcorrente - anno XX - n. 41 - mar.-apr. 1964

SCITUATE P.D.L. -- Grazie della rimessa. Speriamo che la buona stagione non si faccia attendere molto. Anch'io desidero tanto di vederti per fare alcune chiacchiere insieme. La salute non è trop• po florida. Grazie degli auguri. Saluti rossi. * BROOKLYN -· A. D'A. - Va bene come dici. Quando ritornerai, fresco e riposato, ti sarà più facile dedicarti al problema. E' importante che la cosa sia fatta con attenzione per giovare. Intanto divertiti. .. Saluti rossi. Ugo :Fedeli TRIESTE - G. T. - L'articolo è composto. Aspetto che lo spazio mi consenta di pubblicarlo. Alcune copie della rivista mandate agli indirizzi da te forniti, ritornano per insufficienza di indirizzo. Cerca di prov,·ederc. Saluti ed auguri. * BROOKLYN - A.B. - Attendo con ansia l'opportunità di abboccarsi e conoscersi. Forse col bel tempo avremo occasione di indire una riunione per discutere i problemi che più urgono. Grazie della contribuzione. Guardati la salute. Molti distinti saluti. :ua sua morte ci rattrista. Egli ha saputo, con la forza della sua volontà, darsi un'educazione che potrebbe essere invidiata da molti. E lo ha fatto, durante la sua vita tanto travagliata, sfidando e sopportando terribili disagi. Esilio, deportazioni, carceri, confino e, se la catena di persecuzioni non fosse stata sufficiente, a rendere più amara la esistenza sua e della sua eroica compagna Clelia, al tutto si aggiunse la perdita del loro solo piccino, del loro Ughetto, il vezzeggiativo col quale lo hanno sempre ricordato, e che è servito a farlo amare da quanti l'hanno conosciuto. Soltanto a cominciare dal 1951 i Fedeli hanno incominciato a vivere una vita economicamente meno penuriosa. Fu da quando Ugo fu assunto in qualità di bi· bliotecaio presso la dita Olivetti. Fino allora lui e la sua compagna di sofferenze e di lotte erano rimasti rifugiati in una insalubre soffitta di Carrara, senza luce e senza calore. Lassù do li avevo ritrovati qualche tempo prima, mezzo intirizziti dal freddo e dalle privazioni. Con la limitata agiatezza appena giunta quasi contemporaneamente, Ugo incominciò ad esser vittima di una serie di attacchi cardiaci. Più che per le cure, io credo egli sia sopravvissuto al male tutti questi anni a ragione della sua forte volontà di vivere e le accortezze amorose della sua Clelia. Durante i suoi anni di attività presso la Olivetti, Fedeli ha condotto un'opera di educazione di inestimabile valore tra gli operai di quella ditta e in tutta la regione Canavese. Collezionista instancabile di giornali, riviste, opuscoli e quanto altro potesse scoprire su le origini e lo sviluppo dei movimenti socialisti, egli, con la sua pazienza e le ore sottratte al riposo e allo svago, ha arricchito il movimento anarchico di cronache su eventi del passato. Egli è stato eminentemente un ricercatore tra le ·cronache del passato e a sua volta cronista del suo trovato e delle sue osservazioni. • • • • E' generalmente detto che non bisogna dir male dei morti. Noi male non diremo, per la semplice ragione che non sapremmo cosa dir male di Ugo Fedeli. Senonchè, anche tra gli anarchici, pure la più lieve osservazione critica viene, - spesso in malafede, - assunta per maldicenza. Vergando queste note, mancheremmo di sincerità e non saremmo onesti con noi stessi, se non esprimessimo, - proprio in questo momenti in cui rendiamo omaggio, qualche pensiero negativo su l'estinto. Non è mai esistita personalità perfetta. Ogni essere umano presenta qualche aspetto negativo. Fedeli era umano e a lui non mancavano tratti contrastanti con la ricchezza dei suoi pregevoli attributi. Ugo scarseggiava di originalità di pensiero e di critica, e a lui non piaceva as· sumere posizioni nette su certi problemi tattici dell'anarchismo. Ha ,preferito tacere, non esprimersi su certi eventi storici ai quali ha partecipato con altri, anche quando il suo dire avrebbe potuto far luce, chiarire e evitare certe dannose liti nel movimento. Con lui ho discusso a voce durante i nostri incontri, e la discussione abbiamo continuata con serrata corrispondenza. Io criticavo 1n lui la unilat(!ra\ità con la quale egli aveva scritto delle biografie e la leggerezza con _la quale giudicava .certe personalità del movimento. Gli rimproveravo la mancanza di franchezza a esprimere pubblicamente gli stessi pensieri che non esitava a vociare privatamente. A soffrire di queste debolezze egli non è stato il solo. Queste mie critiche non gli son piaciute, è questa la ragione prima per cui le •nostre relazioni, in altri tempi più che amichevoli, son cessate da alcuni anni. Molto sarà scritto di lui. Io stesso me ne occuperò altra volta. /1. nessun tempo sarà possibile negare i suoi pregi che sono stati molti. Alla Clelia le nostre profonde simpatie. HUGO ROLLANO 32 CONTROCORRENTE - Aprile 1964

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