TRIBUNALIBERA Quando Lnlzlammo questa rubrica era nelle nostre Intenzioni dare ai compagni che dJssenton() dalle opinioni espresse dal nostri collaboratori un angolo per esprimere le ragioni del loro dissenso. L'anarchismo come Jo sentiamo noi, riconosce li diritto di dissentire. Per questa ragione abbtamo ritenuto Cosse necessario riservare un angolo In cui sia possibile "arieggiare" 111dissenso senz:1. limitazioni. Noi slamo convinti che solo dalla discussione condotta serenamente e Intelligentemente, dovrebbe uscire la conclusione basata sul buon senso. Questo e' lo' scopo preciso di questa rubrica. Negll ultimi tempi Il conoorso del compagni net manifestare opinioni dissenzienti si e' tatto plu' 1nslstente. Clct fa piacere. In alcuni cast si e' tatto uso di risentimento personale. Abblam:> deciso di non pubblica.re. Quando Il risentimento piglia Il J)OSto del · buon senso, la discussione e' resa superflua. Non serve a nulla e a nessuno. Noi slamo determinati a non !ncora,gglare 11 personalismo. Fino ad ora abblarn.o pubblicato tutto quello che Poteva indurre ad Incoraggiare discussioni d'idee e tnterpretaztonl dl eventi. Abbiamo anche pubblicato co:se che, secondo noi, tanno a cozzi con la logica. e Il buon -senso. Abbiamo pubbltcato commenti di persone che, come e' rfsaputo, difendono regimi che fanno strame della llberta' e tarebbero lo ~tesso con la nostra. vita, ..se ne avessero la posslbutta'. Abbiamo voluto dimostrare che ti nostro concetto della llberta• non e' elastico e opportunistico. Questo spiega perche' qualche volta pubblichiamo ìettere che non si Possono giustificare In nessun modo. Continueremo a pubblica.re le lettere protestata.rie che cl giungono. Naturalmente preterlamo che esse siano firmate con nome e cognom•~. E' giusto che chi scrive assuma la .responsabllita• di quello che scrtve. So si preferisce, puo• essere usato un pseudonimo, purche' Il nome sia da noi conosciuto. A coloro che scrivono raccomandiamo brevlta' e obletth'ita'. * Nada Serano osserva: POSTILLA N.ro I - A Pastorello, o della fondazione di libere associazioni per la comprensione e la pratica dei doveri. L'idea di tali clubs per la diffusione e il rispetto dei doveri, scherzosamente patrocinata da Pastorello, è stata rigettata col ben noto sistema delle noterelle a piè di pagina. Sulla sponda però dei naviganti controcorrente, cioè di coloro che guardando nelle due opposte direzioni colgono il panorama da entrambe le parti, l'idea viene presa in seria considerazione. Non sembro sbagliato infa llti, il rafforzare l'aspetto "dovere" in una società disposta a reclamare solo diritti. Il senso di umore, le svagature filosofiche e la grande varietà mentale dell'amico Pastorello sono come una boccata di aria fresca nella stampa libertaria d'America. Ma non a tutti piace respirare aria aperta. Chi sta troppo al chiuso, si abitua a respirare aria viziata e soffre capogiri se esce all'aperto. Una volta nelle scuole elementari italiane s'insegnava "l'educazione civile,,. Il concetto basilare di questa materia era che diritto e dovere sono come le due facce di una stessa medaglia. Infatti è facile rendersene conto se si riflette: il diritto di essere libero implica il dovere di sapere vivere con gli altri. Il diritto di amare comporta i doveri verso l'amata, o la famiglia in genere; il diritto all'esistenza ha per controparte il dovere di sapersi difendere dai pericoli e sapere controllare il nostro benessere, ecc. ecc. Nella mia mente si affollano teorie antiche e moderne, pensieri di uomini illustri che hanno espresso esattamente questa ambivalenza di diritto e dovere. Ma a che vale citarli? La cantonata è stata presa ormai e chi ha decretato che Pastorello sbagliava, non si ravvederà e non sentirà ragioni. Di confusioni e di litigi ce ne sono già tanti in giro, quindi sorridiamo e tiriamo avanti. Ma intanto i migliori potrebbero riflettere sull'idea: che forse ci avvicineremmo di più all'ideale di una soci'età migliore e più libera, se fossimo tutti capaci di vedere che ad ogni diritto corrisponde un dovere e che essendo i doveri di difficile attuazione, non sarebbe tanto balorda la idea di unirci liberamente in gruppi per intenderli e praticarli senza l'intervento di nessuna autorità e di nessun capocapoccia, che giudica e manda scomuniche più o meno a svanvera. • • * POSTILLA N.ro II la misura piena. "The Full Size'' o Le due paroline inglesi "full size" hanno un fascino speciale per noi latini. In primo luogo la pronunzia ci è facile perchè possiamo riposare le nostre lingue su due sillabe accenta,te in un complesso di solo tre sillabe; il che non accade spesso nella lingua ;nglese. Così queste due parolette magiche le possiamo pronunziare con comodo, riempendoci la bocca; mentre per la maggioranza delle altre parole inglesi c'è da arrotolare tante sillabe e porre l'accento su una sola; e noi non siamo familiari con l'arte di arrotolare ed ingoiare suoni, senza affogarci. Ma a parte la fonetica, le due brevi parolette ci suggeriscono l'idea di completezza, grandezza, abbondanza; tutte immagini accarezzate inconsciamente in cuor nostro, forse per l'eredità di megalomania e di carestie di cui è jntessuta la nostra storia nazionale. Non ci sorprende quindi che un vecchio professore italiano, aggregato ad una istituzione di alta cultura americana, che di per se stessa avrebbe potuto essere il non plus ultra dei piedistalli per individui ambiziosi ma di dubbia grandezza, si sia lasciato prendere dall'incantesimo di quelle due parolette e le abbia usate per pavoneggiarsene contro la presunta non "full size" del nostro Salvemini. Il professore. Salvemini era già morto al 22 CONTROCORRENTE- Aprile 1964
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