UnoRivoluziodniepopolo-18Marz1o871 La Comune di Parigi - proclamata il 18 marzo 1871- rimane sempre il primo tentativo di rivoluzione popolare a carattere schiettamente sociale. Mentre oggi si assiste alle più curiose falsificazioni dell'idea e del concetto di rivoluzione, e si continua disinvoltamente a chiamare tale una allegra marcia di conquista incoraggiata, riconosciuta e premiata da tutti i beneficiari dei vecchi privilegi riconsacrati come si continua a parlare in suo nome laddove, come in Russia, più essa non esiste - rammemorare quel che fu quarant'anni fa ai primordi della propaganda socialista ed ai primi esperimenti di organizzazione operaia, si osava sperare da un moto di popolo non è certamente inutile. E senza rifare la storia del generoso ed eroico movimento che immolò oltre 50 mila vite umane all'insaziabile ferocia dei vincitori tante volte fatta basterà a noi riprodurre un documento - uno dei tanti -di quelle giornate di ardori e di ansie per dimostrare che ciò che intendono per rivoluzione uomini disposti a tutti i sacrifizi per servirne la caus!l, è ben diverso da ciò che intendono quegli altri per i quali rivoluzione e arraffamento del potere è tutt'uno. Sono bvani di un manifesto lanciato in quel maggio 1871 dal Municipio del 18.o Dipartimento ai rivoluzionari di Montmatre, quando l'armata controrivoluzionaria di Versaglia già minacciava l'offensiva contro la grande città ribelle. La proclamazione della Camw,e fu splendi,la. ll'on era la festa del patere, ma la ceri111011ia del &acrificio: si sentiva che gli eleui erario votati alla m.orte. ll pomeriggio del 28 mar::a, sotto un sale 111ag11ifìca che ricordava l'alba del 18, il 7 ger,ninale, anno 79 della repul,blica, il popolo di Parigi che aveva eletto la propria Comune, inaugurò la sua entrata 11el pala;:;o di cittti. LUISA llilCHEL Rileggiamole e meditiamole queste belle parole. Esse traducevano voti sinceri poichè la gran parte di chi le dettò fu ad esse fedele fino alla morte ed al martirio. "Grandi e belle cose si sono fatte dal 18 marzo in quà: la nostra opera però non è finita: altre e più grandi bisogna farne, e si compiranno perchè noi proseguiamo il nostro cammino senza tregua, senza timore nel presente e nell'avvenire. Ma per questo bisogna conservare lutto il coraggio, tutta l'energia che abbiamo avuto fino ad oggi; e ciò che più importa, bisogna prepararci a nuove abnegazioni, a tutti i pericoli, a tutti i sacrifici: quanto più saremo pronti a dare, tanto meno ci costerà il sacrificio. "La salvezza è a questo patto. e la condotta vostra prova che l'avete capito. Una guerra senza esempio nella storia dei popoli ci è mossa: essa ci onora e svergogna i nemici nostri. Voi lo sapete, tutto ciò che è verità, giustizia o libertà senza che abbiamo incontrato sulla loro via, armati fino ai denti gli intriganti, gli ambiziosi, gli usurpatori, che hanno interesse a soffocare le nostre legittime aspirazioni. "Oggi, o cittadini, voi avete davanti a voi due programmi. "Il primo quello dei realisti di Versaglia condotti dalla reazione legittimista e dominali da generali capaci di colpi di stato e degli agenti bonapartisti; tre partiti che si sbranerebbero da sè stessi dopo la vittoria e si disputerebbero la Tulleries. "Questo programma è la schiavitù perpetua, è l'affogamento dell'intelligenza e della giustizia, è ril lavoro mercenario; è il collare di miseria posto al vostro collo; è la minaccia ad ogni ,passo; vi si domanda il vostro sangue, quello delle vostre donne e dei vostri fanciulli; vi si domandano le vostre teste come se esse potessero turare i fori che essi fanno ne' vostri petti, come se le nostre teste cadute potessero far vinascere le nostre teste cadute, potessero far risuscitare quelli che essi vi hanno ucciso. AI MORTI DEL 1871 A TUTII QUELLI CHE VITIJME DELL'INGIUSTIZIA SOCIALE, PRESERO LE ARMI CONTRO UN MONDO MAL FATTO E FORMARONO SOTIO LA BANDIERA DELLA COMUNE, LA GR.A'NDE FEDERAZIONE DEI DOLORI. GIULIO VALLES "Questo programma è jj popolo allo stato di bestia da soma, che non lavora che per una massa di sfruttatori e di parassiti, per ingrassare teste coronate, ministri, senatori, marescialli, arcivescovi, gesuiti. "E' Giacomo Bonhomme, al quale si vendono i suoi arnesi fino alle panche del suo tugurio, dal corsetto della sua massaia fino alla biancheria dei suoi bambini per pagare le pesanti imposte che nutrono il re e la nobiltà, Il prete e il gendarme. "L'altro programma, cittadini, è quello per il quale voi avete fatto tre rivoluzioni, quello per il quale voi combattete oggi, è quello della Comune, il vostro, infine. <Continua a pagina 5)
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==